Autore: Emanuele Rauco

La rivista del Cinematografo e Il sussidiario, collabora con vari siti internet, quotidiani e riviste, cura programmi radiofonici, rassegne e festival cinematografici. Ha pubblicato saggi, in opere come Il cinema di Henri-Georges Clouzot (a cura di Stefano Giorgi, Il foglio) e Il cinema francese negli anni di Vichy (a cura di Simone Venturini, Mimesis), e monografie come Beautiful Freak. Le fiabe nere di Guillermo Del Toro, Blue Moon. Viaggio nella notte di Jim Jarmusch e Bigger Boat e Blinded by the Light dedicato a Steven Spielberg per Bakemono Lab. Dal 2016 è membro della Commissione di selezione della Mostra del Cinema di Venezia, dal 2019 è socio della Rete degli Spettatori con cui organizza rassegne cinematografiche e progetti culturali volti alla diffusione del cinema di qualità e indipendente, nelle sale, in streaming, nelle scuole.

Uno dei personaggi de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

Fino a qualche anno fa, più o meno quando gli orribili tentacoli del politicamente corretto hanno allungato le loro viscide maglie sul mondo, il 90% circa dei ruoli assegnati ad attori “non-bianchi”, cioè afro-americani, orientali e via dicendo, in un film statunitense erano culturalmente connotati. Ossia i neri e le altre “minoranze” potevano solo interpretare parti in cui il copione specificava il colore della pelle, la provenienza geografica o socio-culturale, in cui il fatto di non essere bianchi era una caratteristica del personaggio. Se in una sceneggiatura non c’era questo tipo di specificazione, nove volte su dieci la parte era…

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Gli occhi dei cinefili in questi ultimi giorni si sono illuminati vedendo apparire sugli schermi Nightmare Alley – La fiera delle illusioni, il nuovo film di Guillermo Del Toro che per la prima volta rinuncia al soprannaturale e al fantastico per raccontare il mostruoso che è dentro l’essere umano attraverso il noir, genere che richiama subito la vecchia Hollywood, il bianco e nero, la mitologia dei duri e delle dark ladies. Una mitologia che il film di Del Toro prende dal vecchio film del 1947 – diretto da Edmund Goulding e interpretato da Tyrone Power – e soprattutto dal romanzo…

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Jets e Sharks uno contro l'altro

Tutto parla di confini in West Side Story, nel film di Steven Spielberg del 2021, adattamento dell’opera musicale di Arthur Laurents, Stephen Sondheim e Leonard Bernstein già portata al cinema dal regista Robert Wise e dal coreografo Jerome Robbins. Le scelte di racconto (a opera del drammaturgo Tony Kushner) e di regia, servono a rendere concreto e politico ciò che nell’originale era allusione astratta: più che di realismo, è questione di iperrealismo, di esaltazione di certi dettagli che deformano la realtà diventando dichiarazione d’intenti, di poetica. Lo si vede in particolare con una sequenza di danza, il ballo nella palestra.…

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