È dal 2007 che si sente parlare del debutto cinematografico di Black Adam, noto antieroe della DC Comics, ed è dallo stesso anno che un solo attore è associato al personaggio: Dwayne Johnson, talmente attaccato al ruolo che, oltre a produrre il film finito, ha anche promosso il suo esordio nel DC Extended Universe in tutti i modi possibili, incluso un cameo vocale (in inglese) nei panni del personaggio nel post-credits del film d’animazione DC League of Super-Pets (di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione del film), dove doppiava già il cane Krypto. Un percorso piuttosto lungo, dunque, il cui risultato è ora sugli schermi e al centro di questa nostra recensione di Black Adam.
Black Adam
Genere: Fantascienza, azione
Durata: 124 minuti
Uscita: 20 ottobre 2022 (Cinema)
Cast: Dwayne Johnson, Aldis Hodge, Noah Centineo, Sarah Shahi, Marwan Kenzari, Quintessa Swindell, Bodhi Sabongui, Pierce Brosnan
La trama: millenni di rabbia
La storia inizia nella località fittizia di Kahndaq, intorno al 2600 a.C., quando Teth-Adam ottiene poteri magici per sconfiggere il tiranno locale che intende conquistare il mondo conosciuto grazie a un oggetto mistico molto pericoloso. Tale oggetto sparisce, così come Teth-Adam, il quale però viene ritrovato 5000 anni dopo, per nulla indebolito dal passare del tempo. La sua presenza è motivo di preoccupazione per Amanda Waller, e per contenere la minaccia Carter Hall, alias Hawkman, rimette in piedi la Justice Society of America (JSA), sciolta anni prima, reclutando il vecchio amico Doctor Fate e le nuove leve Cyclone e Atom Smasher. Solo che quando arrivano a Kahndaq hanno un duplice problema: Teth-Adam è inarrestabile, e agli occhi della popolazione locale è un eroe, poiché si ribella all’occupazione da parte di un’organizzazione criminale che è lì da quasi trent’anni senza che nessuno fosse mai intervenuto. Pazienza se, pur di vincere, egli è disposto a usare maniere particolarmente forti…
Il cast: Dwayne e soci
Teth-Adam è, ovviamente, Dwayne Johnson, che appare in carne e ossa nei panni del personaggio all’interno del DCEU dopo un cameo olografico in Shazam!, uscito nel 2019. I membri della JSA sono invece Aldis Hodge (Hawkman), Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone) e un impeccabile Pierce Brosnan (Doctor Fate), quest’ultimo finalmente in un film tratto dai fumetti DC dopo aver precedentemente rifiutato il ruolo di Batman ai tempi della versione diretta da Tim Burton. Sarah Shahi, Marwan Kenzari e Bodhi Sabongui sono tre degli abitanti di Kahndaq con cui Adam entra in contatto dopo il suo risveglio, e nel corso del film tornano in scena anche alcuni volti noti del franchise cinematografico della DC. Per l’esattezza, appaiono brevemente Djimon Hounsou (il mago Shazam), Viola Davis (Amanda Waller) e Jennifer Holland (Emilia Harcourt, una delle aggiunte più recenti tramite The Suicide Squad – Missione Suicida e lo spin-off seriale Peacemaker).
Un progetto dalla gestazione lunga
Come dicevamo in apertura, questo film risale, come prima proposta di trasformare Dwayne Johnson, allora ancora meglio noto come The Rock, in supereroe, al 2007. Quindici anni durante i quali l’attore è stato attivamente coinvolto dietro le quinte, cambiando i piani iniziali al punto da avere diritto a un lungometraggio tutto suo anziché fungere da antagonista nella origin story della sua nemesi Shazam. Quello che però non è cambiato più di tanto è lo spirito che il progetto avrebbe avuto quasi due decenni fa: un po’ come con i recenti Venom e Morbius, siamo di fronte a un superhero movie che sembra uscito direttamente da un’altra epoca, sepolto in un cassetto per anni per poi essere sprigionato (un po’ come accade con Teth-Adam). C’è il prologo che rimanda a 300 di Zack Snyder, la Justice Society il qui quartier generale sembra riciclato dai primi film degli X-Men, e una seconda parte di racconto che a momenti fa pensare al dittico de La mummia di Stephen Sommers, dove guarda caso Johnson ai tempi ha esordito nei panni di un altro guerriero riesumato dopo millenni di stasi.
Un universo in crisi
Ma forse questo approccio vetusto era necessario, per semplificare il più possibile al fine di attirare un pubblico ormai scettico nei confronti del DCEU, la cui gestione è stata a dir poco caotica nei quasi dieci anni della sua esistenza, tra conflitti aziendali con i registi e la sciagurata decisione di far uscire l’intero pacchetto cinematografico Warner del 2021 simultaneamente in sala e – negli USA – in streaming su HBO Max, alimentando l’impressione che i capitoli più recenti del franchise fossero dei flop commerciali (perché i detrattori sostengono, spesso in malafede, che il box office tradizionale sia l’unica vera misura di successo). Un caos tale che il film esce nella stessa settimana in cui Walter Hamada, responsabile della DC Films dal 2018, ha lasciato la major in seguito a disaccordi con i piani alti della Warner, inaugurando quindi una “nuova era” per il tormentato mondo introdotto nel 2013 con L’uomo d’acciaio.
La gerarchia del potere
C’è, chiaramente, la volontà di riassestare il franchise, espandendolo in modo significativo (le implicazioni della JSA consentono ai produttori di andare a ritroso nel tracciare le origini dei supereroi, sulla falsariga del primo film di Wonder Woman) e ribadendo la posizione dell’esordio di Adam all’interno dello stesso, con vari elementi che fanno da ponte tra passato, presente e futuro (ovviamente c’è una scena durante i titoli di coda). Ma in fin dei conti un retaggio della vecchia guardia rimane, nel senso che più che un film di Jaume Collet-Serra, che dopo gli inizi horror è diventato uno dei collaboratori ricorrenti di Liam Neeson, è di Dwayne Johnson, il quale sceglie i cineasti per mettere in risalto il proprio carisma (Collet-Serra è stato reclutato in seguito al lavoro fatto su Jungle Cruise). Un film d’attore e non d’autore, che si rivolge esplicitamente soprattutto ai fan dell’ex-wrestler, che possono finalmente vederlo nei panni di un supereroe dopo che in Fast & Furious era stato ironicamente soprannominato “il Thor samoano”. Certo, lo stesso Adam dice di non essere un eroe, e il film cerca di sottolinearlo tirando in ballo un evidente modello di antieroe, ma sono ben lontani i tempi dell’uomo senza nome di leoniana ed eastwoodiana memoria.
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La recensione in breve
Dwayne Johnson ce la mette tutta, ed è, insieme al Doctor Fate di Pierce Brosnan, il principale punto di forza di un film di supereroi che, come il suo protagonista, sembra essere arrivato da un'altra epoca. Al contempo un passo avanti e uno indietro per il DC Extended Universe.
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Voto ScreenWorld