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    Home » Cinema » Ultime recensioni cinema » Morbius, la recensione: vampiro che ringhia non morde

    Morbius, la recensione: vampiro che ringhia non morde

    La nostra recensione di Morbius, il vampiro vivente della Marvel che espande l'universo supereroistico della Sony.
    Max BorgDi Max Borg1 Aprile 20224 min lettura
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    Jared Leto in Morbius
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    Iniziamo la nostra recensione di Morbius partendo dal principio.
    Dal 2018, la Sony Pictures ha avviato un universo cinematografico tutto suo, basato sul mondo di Spider-Man ma privo di legami espliciti con il Marvel Cinematic Universe. Così è nato Venom, primo tassello di un progetto che ruota attorno agli antagonisti del Tessiragnatele, ma – per ora – senza l’apparizione diretta di Peter Parker e del suo alter ego. Progetto che, tramite Spider-Man: No Way Home, è entrato in contatto con il Multiverso e propone ora una sorta di sinergia con i Marvel Studios.

    In tale ottica entra anche Morbius, che sin dal primo trailer ha suggerito connessioni più importanti con il macro-progetto di Kevin Feige e la simbiosi di questi con i piani della Sony, una coesistenza obbligata dato che la Casa delle Idee ha bisogno del permesso del colosso giapponese per poter usare Spider-Man al cinema. Queste connessioni, però, sono sostanzialmente sparite nel film stesso, e questo è solo uno dei problemi che accompagnano il debutto cinematografico del vampiro vivente.

    Morbius

    Genere: Azione/Supereroi
    Durata: 108 minuti
    Uscita: 31 marzo 2022 (Cinema)

    Regia: Daniel Espinosa
    Cast: Jared Leto, Jared Harris, Matt Smith

    All’ultimo sangue

    Jared Leto in Morbius

    Non siamo nella San Francisco di Venom (a cui alludono due comprimari), bensì a New York, dove Michael Morbius (Jared Leto) lotta per la propria sopravvivenza a causa di una rara malattia del sangue, in apparenza incurabile. Supportato dal mentore Emil Nicholas (Jared Harris), è diventato un medico specializzato in patologie ematiche, inventando un sangue artificiale che lo ha salvato innumerevoli volte. Per il proprio male tenta un’ultima, disperata strategia: un siero ottenuto dal DNA dei pipistrelli vampiri. La cura funziona, ma tutto ha un prezzo: Morbius è ora un “vampiro vivente”, costretto a nutrirsi di sangue per sopravvivere. Lui cerca di sostentarsi con la propria invenzione, ma il composto artificiale ha un’efficacia limitata, destinata a diminuire con il passare del tempo. E mentre lui esita a bere sangue vero, il suo amico d’infanzia Milo (Matt Smith), affetto dalla stessa malattia, non si fa scrupoli, e presto Michael si ritrova, suo malgrado, a dover difendere la città da una nuova minaccia…

    Avventura esangue

    Jared Leto in una scena di Morbius

    A differenza dei due lungometraggi dedicati a Eddie Brock, che hanno un tono più apertamente comico, il film sulle gesta di Morbius si presenta come qualcosa di più serio, adiacente all’horror (salvo per la performance piacevolmente istrionica di Matt Smith, che dà a Milo la giusta dimensione “fumettosa”). Almeno, questa è l’intenzione, perché nei fatti i brividi sono costantemente in pausa caffè, per via della regia molto scolastica di Daniel Espinosa, cineasta svedese che non è mai stato perfettamente a suo agio a Hollywood. In questa sede ne abbiamo la dimostrazione più lampante, in particolare nelle scene d’azione che sono spesso notturne e visivamente prossime all’illeggibile, tra scarsa illuminazione ed eccessi di CGI. E il tutto al servizio di un lungometraggio fuori tempo massimo, nel senso che sembra in più punti di vedere una brutta copia del Blade con Wesley Snipes, al punto che il film ne ricalca spudoratamente un elemento narrativo importante.

    Ed è proprio questo il grande problema di tutto il progetto Sony separato dai Marvel Studios, dove al posto di Kevin Feige c’è Avi Arad, la cui concezione del film di supereroi è rimasta a due decenni fa, con risultati non sempre eccelsi. E se per Venom c’era il vantaggio di un Tom Hardy pienamente devoto al lato strambo del personaggio e disposto a mettersi in gioco con brio, la caratterizzazione di Morbius è penalizzata da un Jared Leto sottotono e a tratti svogliato, circondato in ogni dove da interpreti più motivati. Incluso Michael Keaton, che si presta a un’ospitata sintomatica della fragilità dei piani della Sony: la major, infatti, vuole sfruttare tutti i giocattoli che ha a disposizione, senza tener conto delle istruzioni d’uso; basti pensare alle due scene collocate durante i titoli di coda, presumibilmente frutto di reshoot all’ultimo minuto (diversi indizi lasciano intendere che il film sia stato rimaneggiato in più punti negli ultimi mesi) e scritte da uno stagista che ha letto distrattamente su Wikipedia le grandi linee dei vari franchise multiversali. E checché ne dicano i personaggi stessi, il futuro annunciato non ha nulla di intrigante.

    Conclusioni

    5.0 Esangue

    Come abbiamo visto nella nostra recensione di Morbius, il film diretto da Daniel Espinosa è l'ennesimo, claudicante passo nel percorso che la Sony ha intrapreso nel mondo dei supereroi, senza nulla contribuire al genere. Più serio di Venom, è appesantito da un Jared Leto monocorde e svogliato. Notevole solo il villain di Matt Smith.

    • Voto ScreenWorld 5.0
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