La magia esiste, davvero. Lo diceva Stephen King nell’incipit di uno dei suoi romanzi più famosi, ma ve lo confermiamo anche noi dopo aver trascorso alcuni giorni alla prese con questo Hogwarts Legacy, nuovo videogioco sviluppato da Avalanche Software per Warner Bros. Games e ambientato nel Wizarding World: ovvero in quell’universo magico creato dalla scrittrice J. K. Rowling e che per oltre 25 anni ha incantato pubblico di lettori e spettatori con le saghe di Harry Potter e Animali Fantastici. E ora, finalmente, si prepara a fare lo stesso con milioni di videogiocatori di tutto il mondo.
Ve lo confermiamo dopo aver trascorso oltre 30 ore nella più famosa scuola di magia del mondo e nei suoi altrettanto straordinari dintorni e aver affrontato avventure di ogni tipo. Tanto che quasi ci riaffacciamo con un po’ dispiacere alla “triste” realtà di tutti giorni, anche se felici di potervi raccontare di questa nostra incredibile esperienza di gioco. E non vi nascondiamo che siamo comunque pronti a rituffarvici al più presto, perché così com’era stato per i romanzi sul finire degli anni ’90 – e subito dopo anche con i primi film diretti da Chris Columbus – le atmosfere di Hogwarts sono tanto magiche e uniche quanto accoglienti ed assuefacenti. Generano dipendenza, provocano felicità, ma soprattutto permettono a tutti noi, qualsiasi sia la nostra età, di credere davvero nella magia, fosse anche solo per qualche ora. E abitare un mondo ricco di pericoli sì, ma anche di infinite possibilità. Perché Hogwarts Legacy ci stupisce come facevano i film grazie a scenografie ricchissime e imponenti, ma molto più di quanto facesse la saga cinematografica riesce davvero a trasmettere l’atmosfera della scuola e di cosa voglia dire essere un mago, esattamente come accadeva nei libri.
Per questo motivo, la nostra recensione di Hogwarts Legacy terrà in considerazione non tanto il gameplay vero e proprio o le performance del gioco, ma soprattutto gli aspetti narrativi e cinematografici, così come l’atmosfera e le sensazioni che ci ha lasciato. Ovvero gli aspetti che, a nostro parere, sono gli elementi più importanti per un titolo del genere.
Voglio diventare un mago!
Come per tutti i romanzi di Harry Potter, anche la trama di Hogwarts Legacy ha inizio con la partenza dell’anno scolastico. Il nostro personaggio – che possiamo personalizzare nel nome, nell’aspetto e nel sesso, oltre che per la casa di appartenenza – non è però uno studente del primo anno, ma del quinto. Un caso più unico che raro, visto che in tutta la storia della prestigiosa scuola pochissime volte è capitato che uno studente potesse diventare un mago così tardi. Cosa ci rende così speciali, e quale magia segreta si nasconde dietro, lo scopriremo andando avanti con la storia, ma sta di fatto che questa scelta di trama sicuramente bizzarra e poco convenzionale ha un enorme merito: quello di mettere noi giocatori e il protagonista nella stessa condizione. Ovvero quella di conoscere Hogwarts in base a ciò che abbiamo letto o visto, ma senza averlo ancora provato in prima persona.
Così come il protagonista ha passato l’intera estate a studiare e recuperare il tempo perduto per cercare di stare al passo degli altri studenti, anche noi possiamo dire di non essere certamente a digiuno di magia. Al tempo stesso, però, ci troveremo in ogni caso a ricominciare da capo, quasi come fossimo una matricola: conosciamo dei primi incantesimi base, la storia di Hogwarts e le sue caratteristiche principali, ma dobbiamo ancora essere messi veramente alla prova. E proprio quando siamo convinti di poter arrivare con calma al castello e magari goderci il banchetto di benvenuto, ecco che accade l’imprevisto, un drago attacca la nostra carrozza volante e immediatamente ci troviamo balzati in una storia fatta di misteriosi segreti, goblin corrotti e potentissimi e un’antica magia che pochi conoscono.
Ovviamente si tratta solo di una deviazione momentanea, perché la nostra meta è comunque Hogwarts, ma serve fin da subito a farci capire il ruolo che abbiamo in una storia molto più grande di noi. Esattamente come accedeva nella saga di Harry Potter. Arrivati a scuola, l’ambiente si fa di nuovo familiare, con il sorteggio del Cappello Parlante che ci permette di selezionare la nostra appartenenza tra Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. E poi conoscere studenti e professori, frequentare le varie lezioni – da Trasfigurazione a Pozioni, passando per Astronomia e Difesa contro le Arti Oscure, ci sono veramente tutte -, vivere insomma le tipiche avventure di un novello mago o strega. E quindi attacchi di troll, sotterranei segreti, gite ad Hogsmeade e molto altro. Tutto quello che, insomma, abbiamo visto e sognato leggendo i romanzi e guardando i film. Tranne il Quidditch che, ahinoi, è stato cancellato dal preside e quindi non ci è dato provare.
Questa scuola non è un albergo
Ma per quanto possa dispiacere non poter sfidare le altre case allo sport più popolare del mondo magico, la verità è che questa mancanza più di tanto non si sente. Perché quello che da sempre è il più grande sogno degli appassionati di Harry Potter è vivere l’esperienza degli studenti e godersi Hogwarts in tutto il suo splendore. E in questo va detto che Hogwarts Legacy non ha davvero rivali: non c’è film che tenga, la scuola che troviamo qui nel gioco è esattamente quella descritta dalla Rowling in tutte le sue opere, fino all’ultimo dettaglio. Il che vuol dire un castello enorme, dalla topografia complessa e labirintica ma comunque estremamente familiare per tutti gli appassionati. Non c’è alcun elemento mancante: ogni passaggio segreto, ogni statua, ogni dipinto raccontato e descritto dalla Rowling è presente, esattamente dove deve essere. E se ovviamente da un punto di vista visivo e scenografico il gioco si ispira al lavoro fatto dai film (e giustamente premiato con l’Oscar), il gioco va continuamente ad arricchirlo, aggiungendo dettagli mancanti e ulteriore profondità e cura.
Ma la scuola di Hogwarts è speciale non solo per le sue caratteristiche estetiche, ma anche per le sue regole. Ed è così che ci troveremo sì liberi di girare a piacimento, ma per esempio di notte, durante il coprifuoco, dovremo stare attenti ai prefetti che sorvegliano i corridoi e quindi nascondere la nostra presenza con incantesimi appositi o con una pozione di invisibilità. Allo stesso modo dovremo restare alla larga dalla sezione proibita della biblioteca, oppure rischiare di intrufolarci senza farci notare da nessuno: ma attenzione agli spettri o all’odioso poltergeist Pix, sempre pronto a fare la spia. Altre sezioni, poi, come le sale comuni, saranno accessibili solo ai membri di una determinata casa, e certe cripte segrete soltanto agli eredi di Salazar Serpeverde che parlano il serpentese, quindi bisogna stare attenti alla casa che si sceglie… o farsi amici le persone giuste.
Da Accio ad Avada Kedavra, tutte le possibilità in una bacchetta
Girovagare liberi per Hogwarts, l’avrete capito, è qualcosa di assolutamente incredibile ed è una sensazione che probabilmente non ha eguali nella storia degli adattamenti. Merito soprattutto della libertà offerta dalle magie a nostra disposizione: con pochi tasti, e una meccanica solo apparentemente complicata ma in realtà molto funzionale, abbiamo accesso a circa due dozzine di magie diverse, di ogni tipologia. Ci sono gli incantesimi più funzionali ed elementari – come Lumos per illuminare, Leviosa per far levitare gli oggetti o Alohomora per scassinare le serrature – quelli ci permettono di superare ostacoli, sfide ed enigmi di ogni genere – Accio o Depulso per richiamare e allontanare oggetti – e ovviamente quelli che utilizzeremo nel combattimento.
Proprio questi meritano una spiegazione a parte, perché oltre a quelli di difesa come Protego per lo scudo o Expellarmus per disarmare il nemico, sono numerosi e di tipologie diverse. Molti sono legati agli elementi, come fuoco o ghiaccio, ma ci sono anche quelli proibiti e solitamente utilizzati dai maghi oscuri: i più esperti li conoscono con il nome di “maledizioni senza perdono“, e la più terribile, Avada Kedavra, provoca la morte istantanea di chiunque. Harry Potter a parte, ovviamente, ma questa è un’altra storia.
Quello che è interessante è che questi incantesimi diventano, col tempo, disponibili anche per il nostro protagonista e saremo noi a scegliere se utilizzarli o meno, in base alla nostra coscienza. Tra l’altro l’unico modo che abbiamo per impararli è attraverso missioni secondarie con una sottostoria probabilmente tra le più interessanti del gioco.
Ma sebbene in Hogwarts Legacy il combattimento sia una parte fondamentale, va detto che ci sono tante magie di tutt’altro tipo: come quelle che ci permettono di creare e modificare oggetti e stanze, riparare elementi danneggiati dell’ambientazione o anche quelle dedite alla cura dei nostri amici animali. Ed è qui che il gioco attinge a piene mani dall’altra saga principale, Animali fantastici, fornendoci la possibilità di catturare e fare amicizia con diverse specie di strambi animali, tra cui alcune già note e molto amate dai fan. Qualcuno ha detto forse snaso?
Un mondo aperto a portata di ippogrifo
Tra i tanti animali che incontreremo e potremo farci amici ci sono anche gli ippogrifi, creature volanti che ci permetteranno di viaggiare velocemente da un posto all’altro della mappa. Così come d’altronde si può fare anche con le scope volanti che potremo comodamente acquistare e personalizzare. D’altronde viaggiare è importante in Hogwarts Legacy, perché le nostre avventure ci porteranno spesso lontano dalla scuola ed è così che in breve tempo ci troveremo a esplorare le highlands scozzesi che la circondano. Nel gioco sono presenti tutte le principali ambientazioni limitrofe alla scuola: ad esempio la foresta proibita o il lago nero, ma anche tantissimi altri (piccoli) centri abitati, così come castelli, rovine e caverne.
Discorso a parte merita poi il villaggio di Hogsmeade, un vero e proprio gioiello, forse ancora più accogliente della stessa Hogwarts. Anche qui tutti i principali edifici sono stati fedelmente rappresentati e sono ovviamente visitabili: dalla locanda I Tre Manici di Scopa al negozio di dolci Mielandia, senza dimenticare il divertentissimo negozio di scherzi Zonko.
Essendo studenti del quinto anno, esplorare il villaggio ci sarà possibile ogni qual volta lo vogliamo, e ogni visita a Hogsmeade finirà col riempirci di gioia e calore, anche durante i mesi invernali. In Hogwarts Legacy infatti c’è anche il trascorre del tempo e delle stagioni: in autunno quindi ci saranno zucche ovunque, mentre in inverno la neve ricoprirà ogni cosa. Anche il passaggio tra il giorno e la notte cambierà non solo l’estetica ma anche la modalità di esplorazione delle aree e quello che potremo trovare al loro interno.
Expecto Rowling
Ma come potremmo parlare di questo gioco senza affrontare l’argomento J. K. Rowling? E no, non ci riferiamo alle solite polemiche e boicottaggi, ma proprio al lavoro della scrittrice, che ha permesso che questo gioco fosse così affascinante e così atteso. Perché, che lo si voglia o meno, in ogni angolo del mondo che esploriamo in Hogwarts Legacy è presente lo spirito – o se preferite il Patronus – dell’autrice: ogni pianta, ogni animale, ogni luogo non solo esiste grazie alla sua immaginazione ma in realtà sprizza vitalità e originalità grazie al suo genio. E non è un qualcosa che si può ignorare o mettere a tacere, qualunque sia la motivazione, perché è semplicemente palese. Tutto ciò che funziona a meraviglia nel gioco è merito della Rowling: il castello con le sue stanze, il villaggio con i suoi negozi, perfino gli incantesimi e gli animali. Tutto ciò che è veramente spettacolare e incredibile qui lo era già nei libri. E in parte anche nelle trasposizioni cinematografiche, anche se qui molto di più.
Ciò che invece un po’ scricchiola, è proprio quel che è stato aggiunto e reinventato. Ovvero la nuova storia, poco originale e certamente derivativa. O i nuovi personaggi, quasi tutti poco memorabili e privi di un reale approfondimento. E sono difetti non da poco, a dirla tutta, che in qualsiasi altra opera avrebbero un peso certamente importante. Ma non in Hogwarts Legacy, che ha la sola grande ambizione di creare un gioco che ci permetta di rivivere in prima persona quelle sensazioni già provate. Si potrebbe anche discutere, ad esempio, dell’impianto da gioco di ruolo piuttosto superficiale e certamente non all’altezza di titoli RPG ben più importanti: ma per chi, come noi, voleva soltanto “giocare di ruolo” e interpretare uno studente ad Hogwarts, è davvero difficile trovare qualcosa di cui lamentarsi. Forse giusto della mancanza del Quidditch, ma qualcosa ci dice che quello arriverà con un immancabile sequel. E per quanto riguarda una storia e personaggi degni di Harry Potter, chissà che prima o poi non arrivino anche quelli, tanto noi saremo qui ad aspettare, passeggiando beatamente tra Hogwarts e Hogsmeade.
Per un parere più tecnico vi rimandiamo alla recensione di GamesEvolution.it.
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La recensione in breve
Hogwarts Legacy non è un gioco perfetto, ma probabilmente nemmeno vuole esserlo. Aveva un compito difficilissimo, quello di rendere giustizia a un immaginario amato e affascinante come pochi, e ci è riuscito in pieno: fatichiamo davvero a credere che possano esistere dei fan insoddisfatti dopo aver giocato anche solo poche ore. C'è sicuramente da migliorare per quanto riguarda la storia e alcune meccaniche da gioco fin troppo semplicistiche, ma per quello c'è comunque tempo: di sicuro Hogwarts non chiuderà i battenti per molto tempo.
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Voto ScreenWorld