La Remastered di Croc – Legend of the Gobbos non dovrebbe destare sospetti. In un periodo in cui abbiamo assistito al ritorno di Tombi, dei primi Tomb Raider e di tanti altri titoli che hanno fatto la fortuna della prima PlayStation, Croc mancava all’appello. In tal senso, parliamo di una schiera di platform e derivazioni simili che hanno avuto un pubblico fantastico al momento della loro uscita (con Croc siamo attorno il 1997) e che poi si sono fermati lì.

Del simpatico coccodrillo uscì anche un sequel, Croc 2, partorito nel 1999, seguendo la grande scia del successo. Qui invece siamo davanti la remastered solo del primo capitolo, ed è sin da subito chiedersi la domanda più importante: ha senso un’operazione del genere? Oppure è sempre e solo facile marketing sulla scia della nostalgia? Scopriamolo nella nostra recensione di Croc – Legend of the Gobbos Remastered.

Croc – Legend of the Gobbos Remastered, attraverso gli anni

Uno screen di una mappa di gioco di Croc - Legend of the Gobbos Remastered
Uno screen di una mappa del gioco (©Argonaut Games)

I falsi ricordi ci portano sempre a dubitare di un ipotetico successo su un titolo a cui siamo – per un motivo o per l’altro – particolarmente legati. Certo, la stessa esistenza di un sequel avrebbe dovuto sin da subito destare ogni tipo di sospetto, però Croc rientra in quella schiera di piccoli successi PlayStation che non sono mai arrivati oltre la prima console.

Lecito dunque avere dubbi, legati magari ad un immaginario non collettivo, ma singolo, eppure Croc è uscito da questa gabbia, il piccolo coccodrillo adottato dai Gobbo ritorna nel 2025 chiedendo di essere visto e giocato. Nella sua piccola missione di salvataggio dei piccoli Gobbo dalle grinfie del temibile Barone Dante – una facile rielaborazione estetica di Bowser – accompagneremo Croc in più di 40 livelli platform 3D di libera esplorazione, tra trappole, gemme colorate da raccogliere e amici pelosetti da salvare.

Una struttura classica

Dettaglio di un livello con la lava
Il più classico dei livelli con della lava (© Argonaut Games)

Giocare oggi a Croc – The Legend of the Gobbos Remastered è stata sicuramente un’esperienza straniante, complice una struttura delle mappe davvero lineare e povera di esplorazione. La progressione delle stesse segue la classica evoluzione per cui più si va avanti e più le mappe sono generose di dettagli, nemici e oggetti da raccogliere, ma parliamo sempre di una struttura estremamente lineare a cui fa da corredo tutto un patrimonio di caverne da esplorare, bonus da scovare e piattaforme da saltare.

Una delle più classiche esperienze platform che riusciva perfettamente ad amalgamare una libera esplorazione 3D con dei movimenti estremamente fluidi. Tutti elementi che vennero poi potenziati con il diretto sequel, ma Croc vantava un uso del movimento del personaggio, nello stesso ambiente 3D, tra i migliori che si potessero saggiare, almeno considerato il periodo di uscita.

Una Remastered vantaggiosa?

Dettaglio di uno scontro in mare in Croc - Legend of the Gobbos Remastered
Un battaglia sul fondale marino (© Argonaut Games)

Sul fronte Remastered, il lavoro applicato allo scheletro base del gioco si è rivelato essere di semplice realizzazione: esattamente come fatto con la Tomb Raider Remastered, il mantello estetico ripulito, brillante e coloratissimo è applicabile a piacimento con la pressione del relativo tasto.

Complessivamente il lavoro svolto è decisamente ben riuscito, andando ad ottimizzare proprio tutte quelle criticità legate al movimento, anche se la sensazione spiacevole di star a scivolare sulla mappa da gioco è sempre presente. Poco male: musiche e colori esplodo a pieni polmoni sullo schermo. Piacevole anche la Crocipedia, un compendio con tutte le informazioni circa la lavorazione del gioco con interviste, bozzetti e quant’altro.

In ultima battuta c’è da chiedersi se si poteva realizzare un pacchetto completo comprendente anche di Croc 2. Fatto e considerato che il gioco costerà ben 29.99€ al lancio, che non si tratta di una nuova uscita e il pacchetto comprende solo il primo capitolo, era lecito aspettarsi un pacchetto corposo e definitivo. Ecco dunque lo spettro della nostalgia portata al marketing, al vendere qualcosa che potrebbe non appartenere ai più giovani, impacchettato di nuovo e venduto ad una cifra comunque fin troppo alta. Ma come spesso accade, la scelta finale è dell’utente e spesso, davanti alcuni nomi e giochi, non c’è cervello che tenga e sarà sempre il cuore a comandare.

La recensione in breve

7.5 Nostalgico

Come operazione nostalgia o tuffo nei ricordi, Croc: Legend of the Gobbos colpisce perfettamente nel segno. Quasi nessuno si ricordava delle avventure del piccolo coccodrillo che fece fortune durante l'era della prima PlayStation. Questa operazione di Remastered è delle più classiche: svecchia esteticamente tutto il progetto, lo rende più accessibile e aggiunge feticci interessanti della realizzazione, ma sarebbe stato più bello se il pacchetto avesse compreso anche Croc 2.

Cosa ci è piaciuto
  1. Crocipedia
  2. Possibilità di applicare e togliere il mantello estetico moderno
  3. Divertente, colorato e musicato con grande cuore
Cosa non ci è piaciuto
  1. Si poteva inserire anche Croc 2?
  2. Prezzo non concorrenziale
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Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv, collaborando attivamente dal 2022 con ScreenWorld, CinemaSerieTv e GamesEvolution. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine, di cui tuttora è caporedattore della sezione Cinema, occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.