Cosa altro si può dire su Indiana Jones e L’antico Cerchio che non abbiamo già messo nero su bianco nella nostra recensione in occasione del lancio su Xbox e PC? Nulla, se non che il prodotto è rimasto squisitamente buono, pur cambiando la confezione esterna.

Dunque poco male queste inutili discussioni sulla necessità di avere esclusive o simili. Nel modo in cui il videogioco è – tra le altre cose – un diritto inalienabile dell’utenza, ben salutiamo l’arrivo di Indy anche sull’ultima ammiraglia di casa Sony.

Indiana Jones invade PlayStation

Indiana Jones e Gina Lombardi
Indiana Jones e Gina Lombardi – ©Bethesda

Delle prestazioni e del gioco nativo ne abbiamo abbondantemente parlato, dunque preferiamo sorvolare il discorso gioco, meccaniche e contenuti, rassicurandovi con la più classica delle affermazioni a cui aggiungiamo un plus finale: come su Xbox, Indy si muove perfettamente su PlayStation 5, restituendo la stessa gamma estetica, di luce e cura narrativa già presente al lancio.

Ovviamente in questi mesi, Bethesda ha colto l’occasione dell’uscita su PlayStation per ripulire il gioco da qualche piccola criticità che mai ha influenzato l’esperienza finale già alla sua uscita, ma tempo e disponibilità per ripulire e rifinire il prodotto è stato sicuramente ben accetto, segno che gli stessi sviluppatori non si sono fermati al lancio, ma stanno attivamente lavorando per ottimizzare al meglio l’esperienza di gioco.

Un DualSense per una frusta

Poster di Indiana Jones e l'antico cerchio
Poster di Indiana Jones e l’antico cerchio, fonte: Xbox Game Studios

Quando si parla di PlayStation 5, si parla anche di DualSense. Dal suo arrivo, molti giochi hanno beneficiato, nel bene e nel male, della periferica Sony per un’esperienza più immersiva, anche grazie al sempre ottimo feedback aptico. Non nascondiamo che per Indiana Jones e L’antico Cerchio ci saremmo aspettati qualcosina in più, lasciando l’esperienza generale alla classica pressione e resistenza dei grilletti adattivi.

A distanza di anni, dispiace rendersi conto che sono davvero pochi i titoli PlayStation che sfruttando pienamente questa periferica al massimo del potenziale, rimanendo sempre ad un’ottimizzazione appena sufficiente, per poi rendersi conto dell’effettiva portata quando il DualSense viene pienamente utilizzato.

Ma poco male, l’esperienza di gioco scorre fluida, senza mai cadere sotto i 60 fps anche nei momento pieno di scazzottate, esplosioni o urla di proiettili che rimbombano. Ancora una volta, ci preme sottolineare il grande lavoro svolto da Bethesda in quello che è uno dei miglio titoli mai realizzati che hanno per protagonista l’archeologo cinematografico più affascinante di sempre.

La recensione in breve

9.0 Superlativo

Niente da aggiungere al nuovo titolo di Bethesda dedicato alle avventure di Indiana Jones. Il gioco era superlativo su Xbox e lo è anche su PlayStation 5 con una piccola serie di migliorie date dall'ottimizzazione nel tempo che è trascorso. Segno che gli sviluppatori non sono rimasti con le mani in mano e stanno lavorando per rendere l'esperienza di gioco tra le migliori in circolazione.

Cosa ci è piaciuto
  1. Ottimizzato e ripulito per l'occasione
  2. 60 fps granitici
Cosa non ci è piaciuto
  1. Si poteva fare di più con il DualSense
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Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv. Dal 2022 è responsabile dell'area videogiochi di ScreenWorld. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.