Sulla scia dell’incredibile successo di Love Death & Robots, Tim Miller e soci sbarcano su Prime Video con Secret Level. Un ulteriore salto nel vuoto, un ambiziosissimo progetto sperimentale antologico che intende stupire il mondo raccontando i mille mondi del gaming. A osservarla soltanto dalle dichiarazioni e dalle premesse promozionali, l’operazione si pone obiettivi rivoluzionari: in un contesto florido per gli adattamenti videoludici, con opere di stampo cinematografico che la fanno da padrone sul grande e sul piccolo schermo, il progetto ha tutte le carte in regola per inserirsi (e forse completare) un dialogo ben più ampio. Da qui 15 episodi, ciascuno dedicato a una specifica IP e a un universo ben preciso, trasposti su schermo in forma di cortometraggi dai principali colossi dell’industria digitale.
Piccoli squarci in cui la fantasia prende vita e si trasforma in avventura, terrore, delirio, lasciando che ogni piccola storia permetta allo spettatore di fantasticare su un intero universo da scoprire. Secret Level vuole oltrepassare i limiti dei singoli media, rivelando al pubblico generalista il potenziale commerciale e drammatico di opere già amatissime in altri contesti. Davide e Golia assumono nuove forme in un delirio cross-mediale: il baluardo della nicchia sfida il mainstream per stravolgerlo, per dimostrare che il “gioco” è all’altezza delle più alte forme di rappresentazione. Dopo averla studiata e ammirata nella sua interezza, capire la vera origine dell’operazione si rivela più complesso del previsto: Secret Level è capace di affascinare oltre ogni immaginazione, ma anche di lasciare (letteralmente) a desiderare, convincendo lo spettatore di meritarsi molto di più.
Genere: Fantasy, Fantascienza
Durata: 15 Episodi/15 minuti ca.
Uscita: 10 Dicembre 2024 (Prime Video)
Cast: Arnold Schwarzenegger, Claudia Doumit, Keanu Reeves
Lo spirito del gaming
Per anni si è speculato sulla possibilità di portare certi autori del gaming al cinema o in tv: Hideo Kojima (autore di Metal Gear Solid e Death Stranding) è forse uno dei pochi ad aver avuto questa ambizione sin dall’inizio della sua carriera, ma negli ultimi tempi non è certo l’unico. Il mercato videoludico, così come quello dei giochi di ruolo, ha raggiunto traguardi economici invidiabili – motivo che ha spinto Sony, Nintendo o Hasbro a puntare con forza sulle trasposizioni delle loro IP più celebri. Le 15 scelte di Secret Level non puntano necessariamente ai nomi più altisonanti, ma a quelle opere che hanno saputo costruire interi universi – e che quindi permettono a chiunque vi si approcci di plasmare le proprie storie secondo precisi dettami stilistici o tematici.
Miller ha dato voce a mondi estremamente diversi, accomunati dalla voglia di emergere in tutto il loro splendore. Il risultato è un’antologia che parla sicuramente a tutti gli appassionati, ma che fa della varietà la sua arma principale per attirare anche un pubblico di profani: Secret Level è uno spettacolo purissimo che intrattiene a ritmo serrato, mostrando il futuro della grande animazione 3D e il cuore dietro ogni piccolo dettaglio. Un ricettacolo di temi e toni differenti, alternati tra il fantasy e la fantascienza, che affrontano con coraggio prospettive e linguaggi davvero unici nel loro genere – da riproduzioni estremamente fedeli a riletture completamente fuori di testa.
Più cuore che anima?
Contenutisticamente parlando, non è difficile immaginare certe puntate come il sogno di moltissimi fandom, tanto per ciò che si vede quanto per ciò che si può intuire. Questo spettacolo dirompente fatica però a trovare una vera compiutezza espressiva: quando il senso di meraviglia iniziale viene meno e ci si concentra sul valore delle singole storie, l’idillio rischia di rompersi già dopo le prime battute. Nessun episodio supera il quarto d’ora: le idee sono tutte intriganti, ma la maggior parte degli spunti è frenata da una durata risicata o da palesi interferenze produttive – alcune scelte smorzano qualsiasi tipo di entusiasmo in uno spettacolo ai limiti del fan service più becero.
A vette brillanti, capaci di rendere diegetico il rapporto uomo-macchina e di affrontare complessi discorsi sulla vita, il destino o il libero arbitrio, si alternano episodi-vetrina il cui unico scopo plausibile è direttamente collegato a esigenze di marketing o a gonfiare certi indici di gradimento. Fortuna che, nella maggior parte dei casi, lo spettacolo sia supportato anche da un messaggio compiuto: quando le idee riescono ad adattarsi allo spazio a disposizione, Secret Level è capace di creare piccole perle di rara bellezza. La folle rivisitazione di Pac-Man, il simpatico racconto a tema New World e un Keanu Reeves raramente così ispirato si meriterebbero già i propri standalone.
Riflessi del futuro
Considerando l’entusiasmo di Tim Miller per il progetto, era lecito aspettarsi un prodotto trainato da una passione davvero coinvolgente. Salvo forse un paio di casi, ogni storia di Secret Level vuole mettersi in mostra e dimostrare di potercela fare anche nel caotico mondo del piccolo schermo. Un rischio evidentemente calcolato, tanto nella resa quanto nelle ambizioni finali. Quando si sale sull’altalena di questa serie non importa troppo se uno slancio si rivela meno riuscito del precedente: c’è sempre la speranza che la prossima scintilla possa provocare una grande sorpresa.
Il nome di Secret Level non è affatto casuale: ogni esperimento (un po’ come un livello) cela sempre qualcosa di nuovo, quantomeno di diverso. Come nel migliore dei giochi, non tutto riesce come dovrebbe, ma poter contare su menti genuinamente ispirate (o meglio, su un team che ama il materiale di riferimento) fa tutta la differenza del mondo. A emergere saranno la cura e l’intrattenimento, forse con meno fascino rispetto al previsto, ma con un grande spettacolo che sfrutta la più dolce nostalgia per far luce su migliaia di futuri possibili. L’antipasto ideale per qualcosa di immensamente più grande.
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Conclusioni
Secret Level è uno spettacolo per gli occhi, un sogno che abbatte i confini dei media ed entra nel mainstream dalla porta principale. Un'opera nata da una passione travolgente e caotica, che affascina con le sue idee ma lascia spesso a desiderare con la portata delle sue storie. A emergere è un bacino di grandi idee, anche se non tutte azzeccate, che dimostra un potenziale narrativo e stilistico semplicemente indescrivibile.