Alla fine del primo episodio di The New Look, durante una lezione alla Sorbona di Parigi, Christian Dior parla della guerra per spiegare il desiderio di sopravvivenza. E per dire una cosa fondamentale. “Per me la creazione è sopravvivenza”. Queste due idee, creazione e sopravvivenza, si inseguono e si intrecciano continuamente nella serie che vi raccontiamo nella recensione di The New Look, in streaming su AppleTv+ dal 14 febbraio con i primi tre episodi e poi con una serie di uscite settimanali. Si tratta di una serie sorprendente, che non ci aspettavamo di vedere in questo modo. È infatti ambientata durante l’occupazione nazista di Parigi nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e si concentra su uno dei momenti più cruciali del XX secolo, quando la capitale francese ha riportato in vita il mondo grazie a un’icona della moda: Christian Dior.
Quella terribile guerra, che nella serie dedicata a Balenciaga occupava un episodio, qui occupa ben almeno cinque episodi, e la sua eco si sente per tutta la durata. Todd A. Kessler, il creatore della serie, vuole proprio farci sentire come a creare tanta bellezza sia stato quel desiderio di sopravvivenza, quel dolore e quella paura così forti provati da tanti artisti che, prima di esserlo, erano uomini e donne. Il Christian Dior che ci viene raccontato in The New Look è stato una nuova speranza, l’idea che la moda potesse portare una ventata di bellezza e di positività dopo gli orrori della guerra. Un tema che oggi è più che mai attuale.
La trama: Parigi, la guerra, Christian Dior e Coco Chanel
Parigi, anni Quaranta: nel corso della Seconda Guerra Mondiale e negli anni immediatamente successivi, Christian Dior (Ben Mendelsohn) sale alla ribalta con la sua rivoluzionaria e iconica impronta di bellezza e influenza, e il primato di Coco Chanel (Juliette Binoche) come stilista più famosa del mondo viene messo in discussione. La saga intreccia le storie sorprendenti di personaggi contemporanei e antagonisti di Dior: dalla Grand Dame Coco Chanel a Pierre Balmain, Cristóbal Balenciaga e altri ancora e offre una visione straordinaria dell’atelier, dei disegni e degli abiti creati da Christian Dior grazie alla collaborazione con la Maison Dior.
The New Look e Cristóbal Balenciaga
Se avete visto la serie Disney+ Cristóbal Balenciaga, vi accorgerete subito che The New Look è molto diversa. Cristóbal Balenciaga puntava di più sull’arte dello stilista – l’abilità nella sartoria, la scelta dei tessuti, il rapporto tra gli abiti e lo spazio – e la guerra era solo un capitolo dell’intera storia. The New Look punta sull’uomo prima ancora che sull’artista, e le emozioni sono fondamentali: in questo modo l’occupazione nazista è il punto di partenza e il cuore della storia. La creazione è sopravvivenza: prima dell’arte, allora, ci vengono raccontati il dolore e la sofferenza che hanno fatto sì che la bellezza venisse alla luce. I primi episodi di The New Look allora sono duri e dolorosi, quasi un film di guerra sul nazismo. In quei momenti, The New Look ci parla della collaborazione con il nemico, che spesso è solo sopravvivenza, a volte qualcos’altro, ma che può essere fatta in modi diversi. La storia di Coco Chanel, che non conoscevamo, qui è la più controversa.
Dai creatori di Bloodline, con un grande Ben Mendelsohn
The New Look è creata da Todd A. Kessler, sceneggiatore de I Soprano e creatore di serie come Damages e Bloodline. Proprio come in quella serie anche qui il motore del racconto sono i legami familiari (il rapporto tra Christian Dior e la sorella Catherine, interpretata da Maisie Williams) e le relazioni pericolose, come quella tra Coco Chanel e alcuni esponenti del partito nazista. Ed è da Bloodline che arriva Ben Mendelsohn, che interpreta Dior in modo sontuoso e ricco di sensibilità. Mendelsohn, forse nel ruolo migliore della sua carriera, lavora sui mezzi toni, su minimi tic e movimenti impercettibili del viso, sullo stupore e la disperazione negli occhi, sulla voce tenue. Juliette Binoche dà corpo a Coco Chanel in tutte le sue contraddizioni, dal sarcasmo fino alla disperazione. Nel cast ci sono John Malkovich, nel ruolo di Lucien Lelong, Emily Mortimer, nel ruolo di Elsa Lombardi e Glenn Close nel ruolo di Carmel Snow, la giornalista che coniò il termine “new look” assistendo alla prima sfilata di Dior nel 1947.
Balenciaga e Dior, un universo condiviso
Quella di raccontare gli albori della moda e gli stilisti è una tendenza consolidata nel mondo delle serie. Ovviamente non è niente di pianificato, visto che parliamo di piattaforme diverse. Eppure è come se Cristóbal Balenciaga e The New Look idealmente facessero parte di una sorta di universo condiviso dedicato al mondo della moda, una serie di storie diverse che abitano nello stesso luogo e nello stesso tempo. Come avviene per i supereroi Marvel e DC, le storie di Dior e di Balenciaga si intrecciano tra loro. Ne vorremmo ancora di serie così, magari una dedicata esclusivamente a Coco Chanel al simpatico Pierre Cardin che compare accanto a Dior. Potrebbe diventare un Haute Couture Expanded Universe. E funzionerebbe.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Come vi abbiamo spiegato nella recensione di The New Look, è una serie sorprendente, che non ci aspettavamo di vedere in questo modo. È infatti ambientata durante l'occupazione nazista di Parigi nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e si concentra su uno dei momenti più cruciali del XX secolo, quando la capitale francese ha riportato in vita il mondo grazie a un'icona della moda: Christian Dior. Il tema della bellezza per dimenticare le guerre è attualissimo. E Ben Mendelsohn è in stato di grazia, nel ruolo più intenso della sua carriera.
-
Voto Screenworld