A virate brusche e ardimentose siamo abituati, guardando The Mandalorian e tutti i film della saga di Star Wars. Basti pensare alle evoluzioni dei caccia stellari, che ritroviamo proprio nella prima scena di questo episodio. Ma quella che vi raccontiamo nella recensione di The Mandalorian 3×03, Il convertito, il terzo episodio della terza stagione della serie, in streaming dal 15 marzo su Disney+, è davvero una virata brusca a livello di trama. Ci sono ancora Din Djarin, Grogu e Bo-Katan, ma restano con noi solo una decina di minuti, per poi tornare alla fine. Poi il cambio di scenario è netto. Ci troviamo a Coruscant, e facciamo la conoscenza di Elia Kane e il Dottor Penn Pershing. Fra poco vi racconteremo chi sono. L’episodio di The Mandalorian 3×03 è allora interlocutorio, spiazzante, cambia ambiente, tono e genere: dal western e space opera dei primi due episodi ci troviamo in un thriller metropolitano e conosciamo dei nuovi, ambigui personaggi, con una nuova storyline. La curiosità di continuare a vedere questa serie è ancora tanta. Segno che funziona.
The Mandalorian 3×03
Genere: Fantascienza
Durata: 57 minuti
Uscita: 15 marzo 2023 (Disney+)
Cast: Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Omid Abtahi
La trama: Viaggio a Coruscant
Din Djarin (Pedro Pascal) si è immerso nelle Acque Viventi di Mandalore, è riemerso e sta tornando indietro. Sulla strada del ritorno lui e Bo-Katan (Katee Sackhoff) si scontrano con dei caccia TIE. I nostri eroi sembrano avere la meglio, ma mentre loro sono impegnati in battaglia, altri caccia bombardano il castello, la casa di Bo-Katan. La mandaloriana è delusa, adirata. Ma ci si chiede: chi è che comanda tutti questi caccia? Possibile che sia un signore della guerra rimasto fedele all’Impero? Con uno stacco netto ci troviamo a Coruscant, al Senato. Ascoltiamo il discorso del Dottor Penn Pershing (Omid Abtahi), un ex scienziato che lavorava per l’Impero che, grazie al programma Amnistia, è integrato tra le forze della Nuova Repubblica. Chiede di poter continuare il suo lavoro sulla clonazione e l’ingegneria genetica. Il discorso, e le sue motivazioni (poter salvare le persone), viene apprezzato. Ma clonazione e l’ingegneria genetica sono vietate dagli accordi di Coruscant. E la Nuova Repubblica non prevede che lavori su questo. Tornando al suo alloggio incontra un’ex collega, Elia Kane, Ufficiale Comunicazioni.
Un ritorno a Episodio IV ed Episodio II
Il momento di battaglia stellare contro i caccia TIE, i famosi caccia dell’Impero, ci riporta ai primi, classici film di Star Wars, la trilogia originale, gli episodi IV, V e VI. È un momento spettacolare, con picchiate ed evoluzioni vertiginose degne di Top Gun, che ci ricorda perché amiamo il mondo di Star Wars. Così come il ritorno a Coruscant ci riporta alla trilogia prequel, a Episodio II ed Episodio III, alle riunioni del Senato. Lo scenario di Coruscant è affascinante, ma, come era stato ampiamente scritto già più di 20 anni fa in occasione di episodio II, è anche il più derivativo. La città notturna dai grattacieli infiniti e dalle macchine volanti deve molto sia a Blade Runner che a Il quinto elemento. Ma è comunque uno dei luoghi chiave della saga di Star Wars, ed è bello ritornarci.
Un brusco cambiamento nel racconto
L’episodio 3 della terza stagione di The Mandalorian, oltre ad essere molto lungo (57 minuti) segna un brusco cambiamento nel racconto. La serialità di Star Wars ci ha già abituato a cose di questo tipo. Pensiamo ad esempio a quando, alla fine della prima stagione di The Book Of Boba Fett, siamo ritornati dalle parti di The Mandalorian, con Grogu e Luke. L’episodio 3, siamo sinceri, spiazza. Di punto in bianco perdiamo di vista i nostri protagonisti, e ci troviamo da un’altra parte, nella vita di nuovi personaggi. Ovviamente, abbiamo bisogno di tempo per fare la loro conoscenza. Cambia il tono: dal western del primo episodio e dagli ampi spazi ci troviamo in una sorta d thriller urbano.
La Nuova Repubblica è in pericolo
E così, insieme a Scienziato Amnistia L52 (il Dottor Pershing viene chiamato semplicemente così) entriamo in un nuovo mondo: quello dei reduci dell’Impero, gli sconfitti che vengono reintegrati tra le fila della Repubblica. Sono figure ambigue, un misto tra nostalgia e liberazione. Si sentono sollevati a non essere più al soldo dell’Impero, ma sentono la mancanza di alcune cose. Come i biscotti da viaggio. La loro storia ci permette una riflessione sull’etica nella scienza, che è molto attuale. E anche sulle scelte che facciamo ogni giorno e alle conseguenze delle nostre azioni. Parlando del loro passato, esprimono la sensazione che avevano di essere nel giusto. Ma si rendono conto anche che avrebbero potuto agire diversamente. “Eseguire gli ordini ciecamente è stato il nostro più grosso problema” dicono. Il discorso è legato a tante guerre e tante dittature, pensiamo alla Germania nazista. Sappiamo che i nuovi personaggi si muoveranno su un confine sottile tra Bene e Male. Seguiamo quindi le loro vicende con una tensione e un’inquietudine costante. Cercando di capire dove ci porteranno le loro azioni. E, soprattutto, come e quando le loro storie si riuniranno a quelle di Din Djarin e Grogu. Ancora una volta, sentiamo che la Nuova Repubblica è in pericolo. E con lei è in pericolo la libertà.
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Conclusioni
Nella recensione di The Mandalorian 3×03 vi abbiamo parlato di un episodio interlocutorio, spiazzante, che cambia ambiente, tono e genere: dal western e space opera dei primi due episodi ci troviamo in un thriller metropolitano e conosciamo dei nuovi, ambigui personaggi, con una nuova storyline. La curiosità di continuare a vedere questa serie è ancora tanta. Segno che funziona.
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Voto ScreenWorld