È tutta questione di fede e fiducia. Lo è sempre stata.
Sin dall’inizio, in quel lontano marzo 2020, quando ci fu il primo annuncio da parte di HBO della realizzazione della serie televisiva del celebre videogioco firmato Naughty Dog. Sono bastati i nomi coinvolti, tra showrunner, produttori e nome della rete (It’s not Tv, it’s HBO diceva un vecchio detto) per accendere i primi fuochi di fiducia sull’adattamento.
Circa un anno dopo, con i nomi degli attori protagonisti scritti nero su bianco, la fiducia ha iniziato a trasformarsi in fede. La stessa che per due mesi abbiamo riposto nei confronti della serie, settimana dopo settimana. La stessa che si è fatta largo in misura sempre maggiore, di episodio in episodio, in ogni scena dove Bella Ramsey catalizzava tutta l’attenzione, in ogni scelta divergente dal videogioco, a ogni nuova tappa del viaggio di Joel ed Ellie, alla scoperta di un’umanità nascosta in un mondo dove la fiducia e la fede sembravano nascoste.
Un cammino di fede durato nove lunedì. Ci abbiamo creduto, ci ha ripagato.
Perché, come vedremo in questa nostra recensione di The Last of Us 1×09, la storia di Joel ed Ellie si conclude riuscendo a mantenere tutte le sue promesse. Quelle di poterci offrire un racconto survival nel senso più puro del termine, dove l’orrore non si trova negli infetti per le strade, ma nel malessere interiore. Dove la sopravvivenza non è nascondersi dalla vita, ma riaffrontarla a viso aperto. E che, per farlo, bisogna avere fede e fiducia. E amore.
In un episodio che farà discutere per il suo finale, The Last of Us saluta temporaneamente il suo pubblico (la seconda stagione è già confermata, ma nessuna data all’orizzonte). Lo fa con la puntata più breve della stagione, che funziona quasi come un epilogo, confermando tutta la qualità della serie di Craig Mazin e Neil Druckmann.
The Last of Us
Genere: Horror
Durata: 45 minuti
Uscita: 13 marzo 2022 (Sky, NOW)
Cast: Bella Ramsay, Pedro Pascal, Merle Dandridge
Ultima tappa: per la salvezza
Ogni storia ha una fine e un inizio. Quella di Ellie comincia con un respiro affannato in una solitaria casa di campagna. Inizia con una nascita improvvisa mentre si consuma la vita di una madre. E con uno sguardo d’amore, breve ma intenso, un imprinting che la ragazza nel corso della sua esistenza cercherà di ritrovare in ogni legame affettivo. Inizia con un morso che cambia il corso della storia, un fulmine luminoso nella tempesta. Nella tragedia, la possibilità di salvezza.
Una salvezza che Marlene, il leader delle Luci, non intende lasciarsi scappare. E così, anni dopo, un cinico uomo di mezza età che non ha niente da perdere è costretto a viaggiare attraverso gli Stati Uniti con quella ragazzina cresciuta nel peggiore dei mondi possibili, facendosi riscoprire a vicenda un’inaspettata quanto incrollabile fede. L’ultima tappa del viaggio, dopo gli scioccanti eventi dell’episodio precedente, è quindi dedicata alla meraviglia e alla luce. Proprio nel momento dell’addio, con un rapporto ormai consolidato, Joel ed Ellie hanno il tempo e la fortuna di potersi godere gli ultimi passi insieme e finalmente riappropriarsi di quello sguardo colmo d’amore che avevano provato in passato. Un passato che continua a riaffacciarsi, attraverso confessioni a lungo taciute.
Sarà proprio un’ultima schietta verità a cambiare tutto ancora una volta.
Averlo nel sangue
In nove episodi The Last of Us ha dimostrato la sua grande natura: quella di essere un racconto umano e fortemente empatico, con protagonisti mai completamente buoni e mai completamente cattivi, che affrontano situazioni che mutano in base al loro punto di vista. Ali Abbasi, alla regia di questo season finale, si pone ad altezza uomo con la macchina da presa, costringendoci a seguire i protagonisti e a focalizzare il nostro sguardo sui loro volti, per scavare all’interno del loro turbinio emotivo. Il risultato è un episodio che, nella sua brevità, coincide con la natura più pura e sincera dell’opera, un piccolo compendio (con tanto di forza emotiva aggiunta dal finale) di tutto ciò che abbiamo imparato ad amare in queste nove settimane.
Proprio l’amore sembra essere quell’elemento più viscerale e sanguigno dell’opera, il fattore imprescindibile a volte nascosto nelle azioni perfide e malvagie. The Last of Us è una storia di amore che scorre nel sangue. Quello stesso amore che, come avevamo visto alla fine del secondo episodio, uccide con un bacio quanto con un morso. L’amore che infetta le persone cambiandole irrimediabilmente, in base alla loro fede di speranza.
Un amore che viene rappresentato attraverso i metodi più disparati: uno sguardo, un sacrificio, un urlo, un respiro affaticato, ma anche uno sparo, un’uccisione, un pianto, una bugia.
Spero che non mi lasci più
Con un finale pronto a far discutere, The Last of Us si congeda a noi con una promessa. Quella di proseguire una storia che ora siamo costretti a vedere con occhi diversi mantenendone inalterata l’assoluta qualità che l’ha caratterizzata in tutti i suoi aspetti. Mentre i titoli di coda scorrono per l’ultima volta accompagnati dalle note di Gustavo Santaolalla, sentiamo l’eco inaspettato delle ultime parole pronunciate, elaboriamo quanto abbiamo visto negli ultimi minuti dell’episodio, percepiamo un brivido (di piacere? di paura?). Fa male, questa conclusione. Fa male quanto un bacio.
Ci ha fregato, The Last of Us. Ci ha costretto a difendere i protagonisti, facendoci dimenticare di proteggere noi stessi. E così la serie si conclude lasciandoci una cicatrice addosso, profonda e inaspettata, che siamo costretti a mostrare e a tenere. Abbiamo riposto così tanta fede da rimanerne abbagliati, abbiamo creduto nella meravigliosa normalità quando dovevamo sopravvivere. Abbiamo abbassato la guardia e ne portiamo i segni addosso.
Bella Ramsey e Pedro Pascal ci hanno infettato, mutandoci. Siamo spettatori a cui hanno tolto la polvere di dosso, ci hanno trafugato come beni preziosi di un museo, dove eravamo protetti nelle nostre visioni accomodanti da troppo tempo.
Non rimane che avere fiducia nel futuro, dunque, perché Ellie e Joel, arrivati a questo punto, non possiamo più lasciarli. O forse sono loro che non vogliono farlo, stritolandoci in un abbraccio confortante dove ci promettono che va tutto bene.
Ce l’hanno giurato.
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La recensione in breve
Il nono e ultimo episodio di The Last of Us (1x09) conclude la prima parte del racconto di Ellie e Joel, mantenendo tutte le promesse qualitative e narrative della serie. Bella Ramsey e Pedro Pascal confermano ancora una volta il loro talento e la regia di Ali Abbasi coinvolge lo spettatore causandogli un raro esempio di perfetto ed empatico trasporto.
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Voto ScreenWorld