Faccia seria, poi rilassata. Sguardo provocante, poi indifeso. Prima il sorriso e infine una lacrima.
The Idol inizia con un primo piano insistito su Jocelyn, la pop star interpretata da Lily-Rose Depp, intenta a variare lo spettro delle sue emozioni per un servizio fotografico. Un lungo primo piano che porta Jocelyn agli estremi possibili dell’emotività, da un opposto all’altro.
E sono proprio gli opposti il fulcro centrale della nuova miniserie HBO creata da Sam Levinson (già autore e regista di Euphoria) e Abel Tesfaye, conosciuto nel mondo musicale come The Weeknd. Opposti estremi come quelli che rappresentano il mondo della musica pop, allo stesso tempo semplice e difficile.
Semplice, perché la musica pop è di facile presa verso il pubblico, pronta a sfornare hit radiofoniche da cantare, a far girare soldi tra case discografiche, manager e artisti; semplice perché corrisponde ai desideri. Sulla superficie il mondo pop è semplice: è patinato, volgare (in entrambi i sensi), diretto.
Difficile, perché dietro le quinte i desideri vengono soffocati e la legge del mercato è l’unica vera dominante. Difficile perché le hit non si costruiscono in una sessione di registrazione, perché dietro ogni balletto ci sono sangue e dolore. Perché dietro a ogni corpo c’è un contratto da firmare.
Scrivere la recensione di The Idol è semplice e difficile. Semplice perché la serie diretta da Sam Levinson sembra voler raccontare una storia già nota e non particolarmente originale. Difficile, perché i due episodi proiettati in anteprima Fuori Concorso al Festival di Cannes 2023 (la serie arriverà in Italia dal 5 giugno su Sky e NOW) sono davvero troppo pochi per poter capirne gli sviluppi e avere le idee più chiare sul cuore del racconto. Ma se di cuore dobbiamo parlare, allora preparatevi sin da subito a una serie che non accetta compromessi, che cerca un conflitto tra due estremi (la patina del mondo pop e il dramma interiore) e che in questo marasma altalenante fa pulsare un battito vero. Che può allontanare lo spettatore meno disposto a entrare nel mondo di Jocelyn, ma che – una volta dentro – ammalia in tutte le sue sfumature, da quelle erotiche e carnali a quelle dello spirito.
The Idol
Genere: Drammatico
Durata: 55 minuti ca./6 episodi
Uscita: 23 maggio 2023 (Cannes); 5 giugno 2023 (Sky e NOW)
Cast: Lily-Rose Depp, Abel Tesfaye, Suzanna Son, Hank Azaria
La voce di una pop star
Jocelyn (Lily-Rose Depp) è una giovane stella della musica pop e sta affrontando il momento più delicato della sua carriera. A causa della morte della madre, avvenuta un anno prima, ha sofferto una crisi personale che l’ha portata ad annullare il tour e subire una battuta d’arresto che ora è destinata a finire. Perché ha in cantiere un nuovo album, sta per registrare il videoclip del suo nuovo singolo, una canzone che a detta di tutto il suo entourage è una bomba, e si appresta a tornare a esibirsi dal vivo.
Qualcosa, però, non sembra andare per il verso giusto: la ragazza si dimostra insofferente verso la direzione artistica e musicale che i suoi manager, cinquantenni fermi al pop anni Novanta e Duemila, la stanno costringendo a seguire. In un mondo che si basa su firme, fogli di carta e soldi da guadagnare, Jocelyn sente di non star cantando con la propria voce, di non fare quello che sente davvero di fare.
La conoscenza di un produttore, dalle origini misteriose, di nome Tedros (Abel Tesfaye) le provocherà un cambiamento interiore. Lui si interessa a lei e in un gioco in cui sesso, erotismo e musica si confondono tra loro, Jocelyn sente, quasi inebriata dalla novità, di dover seguire il richiamo di un cambiamento. Quanto sarà grosso per lei, questo cambiamento, sarà tutto da scoprire.
Mettere in scena i corpi
Gli spettatori che già conoscono l’altra serie di successo targata HBO di Sam Levinson, ovvero Euphoria, troveranno più di qualche punto di contatto. Nella messa in scena, soprattutto, con quella pastosità tipica della pellicola che rende gli ambienti più caldi e le luci più bianche e luminose. Nei dialoghi e nelle situazioni, sempre al limite del grottesco e dell’esagerazione, pur di portare avanti un significato ben preciso della narrazione. Nel modo in cui Levinson adora mettere in scena i corpi, scopandoci con la macchina da presa.
Come in Euphoria, anche The Idol ha un vero e proprio occhio di riguardo per i corpi (specialmente quelli femminili, ma non solo) e la carne. Corpi che si mostrano in maniera esplicita, che servono per presentare i personaggi e definirne il carattere. Che sono così svestiti da eccitare prima e anestetizzare poi. Ma anche la carne che sanguina, che suda, che viene toccata, che si bagna. The Idol, anche grazie all’utilizzo del sonoro, insiste moltissimo sul suono della pelle, tramutandosi ben presto in un elogio del tatto.
Per farlo, il corpo sempre in bella vista di Lily-Rose Depp, che sin dalle prime scene si definisce libera di potersi mostrare quanto vuole e desidera, è l’ago della bussola di tutta la narrazione. Scelta rischiosa che rimane sempre a un passo dal voyeurismo più gratuito, ma che non oltrepassa mai il limite, nonostante il racconto passi anche e soprattutto attraverso l’erotismo, il desiderio e il sesso. Da racconto dei corpi a racconto carnale.
Dubbi e certezze
E se i corpi definiscono i personaggi, non possiamo che rimanere colpiti dall’interpretazione di Lily-Rose Depp, che regala una Jocelyn sfaccettata, in crisi con la propria identità e, di conseguenza, ça va sans dire, umorale. Perché l’abbiamo detto: The Idol vive di estremi opposti, e così la protagonista della vicenda è forte e debole, libera e oppressa, consapevole e in crisi.
Così come Abel Tesfaye che, per quanto sia l’attore meno convincente al momento, rende perfettamente l’idea di un personaggio sfuggente e mefistofelico.
Con una confezione che sembra avere tutto al posto giusto non mancano, però, alcuni dubbi in merito alla miniserie.
Come detto in apertura, vedere due episodi di The Idol (su sei previsti) non ci permette di dare un giudizio definitivo sull’opera. In poco meno di due ore si ha l’impressione che la vera storia debba ancora partire e che tutto quello visto finora sia solo una lunga introduzione ai temi centrali della serie. Solo proseguendo con la vicenda potremo scoprire se Levinson e Tesfaye hanno in serbo qualcosa di più particolare e memorabile o se, a conti fatti, stiamo assistendo a una versione “per adulti” di una storia di ascesa e declino di una star come ne abbiamo già viste spesso.
Rimane, però, un aspetto importante da non sottovalutare: ambientare questa storia nel mondo della musica pop contemporanea si dimostra una carta particolarmente vincente che potrebbe dare una voce in più all’opera. Come la voce di Jocelyn, che ha la forza di farsi sentire e staccarsi da quella del suo entourage, creando qualcosa di musicalmente contemporaneo, straniante ma efficace, che colpisce con la forza di un orgasmo.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
I primi due episodi di The Idol confermano l'estetica e la poetica di Sam Levinson, consegnando una Lily-Rose Depp assolutamente centrale e dall'indubbio talento. Due episodi sono pochi per capire se la storia saprà regalare sorprese, ma al momento apprezziamo l'estetica e l'attenzione nei confronti della carne e del corpo. Una visione erotica e provocante.
-
Voto ScreenWorld