Dopo essersi aggiudicata il Berlinale Series Award, The Good Mothers arriva finalmente su Disney+. La serie creata da Julian Jarrold e Elisa Amoruso racconta la ‘ndrangheta attraverso le donne che loro malgrado ne fanno parte. Le madri, le figlie e le mogli, donne che dopo una vita di abusi decidono di ribellarsi ma che dovranno affrontare un percorso tutt’altro che semplice per affrancarsi dalla realtà in cui sono nate e cresciute. Al centro di questa storia troviamo le vere testimoni di giustizia Lea Garofalo, Denise Cosco, Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola, donne che hanno rischiato tutto per i loro figli, per non lasciarli in quel mondo che le ha sempre schiacciate con la violenza.
Come vedremo in questa recensione di The Good Mothers, la serie di Jarrold e Amoruso regala un ritratto della mafia calabrese realistico e opprimente, senza “eroicizzare i cattivi” come spesso accade in prodotti di intrattenimento di questo tipo. Il racconto qui cerca di essere più reale possibile, rendendo giustizia all’inferno che queste donne hanno vissuto e che tante come loro vivono tutt’ora.
The Good Mothers
Genere: Drammatico
Durata: 60 minuti / 6 episodi
Uscita: 4 aprile 2023 (Disney+o)
Cast: Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Valentina Bellé, Simona Distefano, Francesco Colella e Barbara Chichiarelli
La trama: madri e figlie
The Good Mothers racconta la storia di quattro testimoni di giustizia: Lea Garofalo, Denise Cosco, Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola, interpretate rispettivamente da Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Valentina Bellé e Simona Distefano. Insieme a loro c’è anche la magistrata Anna Colace (Barbara Chichiarelli), che propone una nuova strategia per attaccare la ‘ndrangheta dall’interno, ossia prendere di mira le sue donne, convincendole a diventare testimoni di giustizia e a tradire genitori, parenti ed amici. Per far leva su di loro la donna vuole aiutarle a capire che le ingiustizie di una vita fatta di abusi fisici ed emotivi, in cui vengono viste solo come madri e non possono perseguire le loro passioni.
E di donne scontente e disperate Anna Colace ne trova parecchie: incontriamo Lea Garofalo, in fuga da anni con la figlia Denise, stanca di avere paura delle rappresaglie del marito Carlo Cosco (Francesco Colella); poi c’è Giuseppina Pesce, moglie di un boss e figlia di una delle più importanti famiglie della Calabria, una donna che forse si è conquistata un po’ più di libertà ma che è comunque in balia della violenza degli uomini della sua vita; infine c’è Maria Concetta Cacciola, prigioniera in casa sua da quando suo marito in prigione, costretta a subire di tutto dal padre e dal fratello. C’è speranza per loro o anche dietro le possibilità offerte dalla giustizia si nasconde un altro incubo?
Una storia di donne
The Good Mothers racconta la storia di quattro donne che si sono ribellate ad una vita di abusi, e nel farlo ci regala un ritratto estremamente realistico delle difficoltà affrontate dalle sue protagoniste. La serie riesce infatti a dipingere con grande onestà che cosa abbia significato, per queste donne, decidere di ribellarsi e di abbandonare l’unica realtà che avevano mai conosciuto.
Il peso del senso di colpa, dell’onta del tradimento, dell’essere diventate una vergogna per le loro stesse famiglie. Il viaggio di Lea, Denise ma soprattutto di Giuseppina e Maria Concetta è fatto di tentennamenti, ripensamenti e di paura, per loro stesse – che non hanno idea di che cosa sarà la loro vita una volta voltate le spalle alla ‘ndrangheta – e per i loro figli, il cui destino è quello di diventare a loro volta boss o mogli e madri abusate.
Un ottimo cast di protagoniste
La serie colpisce anche per le ottime interpretazioni del cast, tra cui spicca la giovane Gaia Girace, che dopo l’ottima prova ne L’amica geniale dà vita a una Denise Cosco intensa e particolarmente umana nella sua lotta per ottenere giustizia per sua madre Lea. Anche Micaela Ramazzotti, Valentina Bellé e Simona Distefano convincono, regalando ognuna delle sfumature diverse alle donne che interpretano, vittime di una mondo criminale che non gli ha lasciato possibilità e scampo.
Anche Barbara Chichiarelli funziona particolarmente bene nel ruolo della magistrata Anna Colace, è infatti capace di trasmettere la grande serietà professionale e la passione che l’ha sempre guidata, fornendo però al suo personaggio un lato compassionevole ed umano – a suo modo “materno – che ci permette di empatizzare con lei.
Il buio della mafia
Le scelte di fotografia e di regie infondono volontariamente alla serie un perenne senso di cupezza e freddezza, la Calabria di The Good Mothers è asfissiante, opprimente, buia, priva di qualsiasi barlume di leggerezza. È una scelta ci permette di comprendere ancora di più la prospettiva delle protagoniste, prigioniere di una vita totalmente priva di luce. Non c’è scampo per loro insieme ai loro mariti e ai loro padri, ma anche un futuro di incertezze, “sconosciuto”, per loro può essere altrettanto spaventoso. Ed è per questo che il coraggio che hanno dovuto tirare fuori per affrancarsi da quella vita, per loro stesse e per i loro figli, ci sembra ancora più straordinario.
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La recensione in breve
Una serie capace di raccontare con grande realismo la condizione delle donne - madri, figlie e mogli - dell'ndrangheta. Ottime le interpretazioni delle protagoniste Micaela Ramazzotti, Gaia Girace e Valentina Bellé.
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Voto ScreenWorld