I The Jackal possono essere considerati gli Avengers della risata. Esattamente come ognuno dei supereroi dell’universo Marvel, infatti, sono capaci di vivere le loro personali avventure per diventare, poi, gli elementi di un gruppo imbattibile. Una caratteristica che appare chiaramente fin dalle prime immagini della serie comedy Pesci Piccoli, realizzata interamente dal loro collettivo produttiva in collaborazione con Mad Entertainment ed in arrivo dall’8 giugno su Prime Video.
Si tratta di un passo importante per gli storici Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello, che hanno accolto nel team anche la debuttante Martina Tinnirello. Si tratta, dunque, di un racconto diviso in sei episodi, diretti e ideati da Francesco Ebbasta, con al centro la quotidianità di un’agenzia di comunicazione e promozione in provincia di Napoli. Il tutto, ovviamente, gestito con quell’ironia un po’ graffiante che contraddistingue il gruppo fin dai loro primi passi.
In sostanza ci si trova di fronte all’esaltazione della vita normale. Una condizione che, incasellata all’interno di una realtà determinata dal “successo” dei tik toker e dalla ricerca della visibilità a tutti i costi, assume dei tratti sempre più sfumati. Qual è, dunque, il senso di portare a termine, giorno dopo giorno, una professione che, probabilmente, non è destinata a cambiare il mondo e a passare del tutto inosservata?
La risposta, com’è possibile vedere più nel dettaglio nella recensione di Pesci Piccoli, risiede nel gruppo e nelle interazioni umane. La condivisione, infatti, sembra essere l’unico appiglio per dare un vero significato ad ogni azione. Anche la più piccola. Perché, come il personaggio di Fabio Balsamo ricorda nella serie, “qui facciamo tutto insieme”.
Genere: Commedia
Durata: 30 minuti – 6 episodi
Uscita: 8 giugno 2023 (Prime Video)
Cast: Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello, Martina Tinnirello.
The Office, l’universo in una stanza
Il racconto televisivo non è certo nuovo all’utilizzo di un ambiente circoscritto e chiuso, come quello di un ufficio, per mettere in scena le relazioni umane ed un modello sociale microscopico ma ugualmente aderente alla realtà. La serie tv The Office rappresenta al meglio tutto questo. Inoltre, il suo successo è stato così grande e detonante, che non può non condizionare anche racconti successivi. Per questo motivo, dunque, non ci si deve certo stupire se all’interno dell’architettura di Pesci Piccoli si vanno rintracciando dei riferimenti strutturali ben precisi.
Questo, però, non vuol dire che ci si trovi di fronte ad un progetto privo di una personalità propria. Anzi, esattamente il contrario. E non potrebbe essere altrimenti, visto che nasce proprio da un lavoro di squadra e da una “filosofia” che trova le basi nelle esperienze del team. In questo senso, dunque, fatta eccezione per la scelta di ambientare la vicenda tutta all’interno di un ufficio, l’attenzione viene catalizzata su argomentazioni specifiche e sul desiderio, come anticipato, di andare a raccontare la normalità delle vite invisibili.
Il tutto, ovviamente, utilizzando una voce personale che si compone dei diversi toni dei componenti storici del gruppo e della new entry Martina Tinnirello. In questo caso a lei è stato affidato il compito non semplice del personaggio detonante. Quello destinato ad entrare a gamba tesa all’interno di team in perfetta armonia e creare una sorta di piccola detonazione. In realtà, però, di fronte alla forza di un insieme che si muove agilmente, rispettando le diverse idiosincrasie e originalità, a dover cedere è inevitabilmente il singolo. Perché, il fine di questo percorso ironico nella normalità è quello di dimostrare come il concetto di “gruppo” funzioni sicuramente meglio rispetto a quello di “individuo”.
La Napoli che esiste ma non si vede
All’interno dei The Jackal c’è un quinto elemento che, forse più di tutti, ha fatto sentire la propria presenza nel corso di questi anni. Ovviamente si tratta di Napoli, non intesa tanto come luogo geografico, quanto come fonte d’ispirazione, bacino sociale e culturale all’interno del quale trovare se stessi e il modo in cui esprimersi.
Per questo motivo, dunque, lo spirito della città è sempre stato un elemento essenziale della comicità del gruppo. Un tocco che non può mancare anche in Pesci Piccoli, anche se espresso in modo diverso rispetto al passato o a quello che ci si aspetterebbe. In questo caso, infatti, è stata fatta una scelta stilistica ben precisa, andando a portare in scena quella realtà vissuta quotidianamente ma poco vista dal pubblico. In sostanza, dunque, fatta eccezione per l’uso di una musicalità inequivocabile, i The Jackal hanno deciso di evitare qualsiasi tipo di rappresentazione scontata e prevedibile.
La realtà al di fuori dell’ufficio, infatti, potrebbe collocarli in qualsiasi altro luogo. In questo senso, dunque, non viene offerta nessuna visuale sul golfo e sul Vesuvio. Allo stesso modo non sembrano proprio fare la loro comparsa vicoli affollati e panni stesi. Tutto quello che viene considerato iconografico è stato messo sonoramente da parte. Al suo posto trova spazio la realtà di chi, ogni giorno conduce la propria vita al di fuori di una serie televisiva. La stessa esistenza quotidiana che somiglia molto anche a quella di ogni membro del gruppo. In sostanza, dunque, come ha ammesso lo stesso Fru, “è come se fosse Mare Fuori ma più educato.”
Dalla realtà alla finzione
La boule delle merendine, il mariofano ed un collega che si ostina ad interpretare la “voce fuori campo”, per obbligare tutto l’ufficio a dare vita sempre a diverse situazioni. Questi sono solo alcuni dei particolari che definiscono l’ambiente e l’atmosfera di Pesci Piccoli. Elementi che possono sembrare addirittura insignificanti ma che, in realtà, stabiliscono in modo evidente il successo di tutta la narrazione.
Perché, al di là del loro potenziale improbabile ed assurdo, posti all’interno della struttura narrativa e delle situazioni scelte, assumono un valore assolutamente probabile. Una caratteristica che dipende direttamente dall’evidente unione tra realtà e finzione. In sostanza, i quattro membri di The Jackal non hanno dovuto fare altro che trarre ispirazione dalla loro consuetudine lavorativa per andare a selezionare particolari e situazione. In questo modo sono riusciti a mantenere intatte le loro personalità interpretative, rimandando un senso di verità che evita qualsiasi tipo di forzatura.
Ed ecco che l’ufficio della loro piccola agenzia, con molte idee e poco budget, si trasforma nel luogo di lavoro ideale ed in quello che in molti frequentano ogni giorno. Magari con un pizzico di ironia in meno. Ma, d’altronde, chi non vorrebbe lavorare fianco a fianco con Fru e il suo voice over?
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La recensione in breve
Con Pesci Piccoli, i The Jackal approdano alla loro prima serie comedy mantenendo intatto il loro stile e dimostrando una maggiore maturità espressiva. Grazie anche alla regia di Francesco Ebbasta, regalano sei episodi di umorismo sottile e naturale raccontando la quotidianità delle vite invisibili. Il tutto all'interno degli uffici di un'agenzia di comunicazione che strizza l'occhio in modo del tutto personale, allo stile di The Office.
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Voto ScreenWorld