Avete presente quella categoria di avvocati che sono i difensori d’ufficio? Spesso sono personaggi di secondo piano nei film, incentrati su imputati, o sugli avvocati più importanti, quelli risolutivi. Un difensore d’ufficio invece è il protagonista assoluto del film che arriva da mercoledì 20 luglio in esclusiva su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.
Come vedremo nella nostra recensione di Naked Singularity è un film che ne racchiude molti altri: legal thriller, heist movie e gangster movie. È tratto dal romanzo di Sergio De La Pava, ed è l’opera prima di Chase Palmer, già sceneggiatore di IT, con protagonisti John Boyega e Olivia Cooke. Naked Singularity è un film che non ti aspetti: spiazzante, cangiante, teso e ironico, con un sapore di anni Settanta, che scorre veloce e piacevole.
Naked Singularity
Genere: Thriller, crime
Durata: 93 minuti
Uscita: 20 luglio 2022 (Sky Cinema Uno, Now)
Cast:John Boyega e Olivia Cooke
La trama: l’avvocato, il SUV e l’eroina
Casi (John Boyega) è un giovane e promettente avvocato d’ufficio, ma il suo idealismo inizia a vacillare a causa delle ingiustizie generate dallo stesso sistema giudiziario. In crisi con tutto ciò in cui ha sempre creduto, si ritrova suo malgrado implicato in una rapina che coinvolge un SUV sequestrato, contenente eroina per un valore di milioni di dollari.
L’avvocato d’ufficio diventa protagonista
Ma chi è l’avvocato d’ufficio? È quel povero cristo che, all’improvviso, viene chiamato a difendere un altro povero cristo, con pochissimo tempo per istruire la causa e per conoscere la persona che deve difendere. Nei film di solito è un comprimario, colui che arriva in prima battuta ma poi viene sostituito dal grande avvocato che risolve tutto, o la spalla, poco reattiva, dell’imputato che è il protagonista del film. In Naked Singularity al centro della storia c’è proprio uno di questi avvocati, piccoli ingranaggi in un sistema troppo grande e troppo complesso. Gli avvocati d’ufficio sono sempre troppo pochi per decine di migliaia si incriminati, e vivono in un continuo senso di inadeguatezza, di impotenza. Piccoli pesci in un mare magnum pieno di squali.
John Boyega è il nuovo Denzel Washington?
John Boyega dà al suo personaggio l’allure giusto per rendere credibile questa storia. Il suo Cali è sempre di corsa, sempre in affanno, uno che non dorme mai, che è sempre stropicciato, sfinito, al limite delle forze. Ha però un grande senso della giustizia. John Boyega, fisico imponente, sguardo fiero e onesto, qui adornato dalle occhiaie che gli servono per entrare nel personaggio, aveva già avuto a che fare con le ingiustizie in Detroit di Kathryin Bigewlow. Ed era un personaggio che ci teneva a stare dalla parte giusta, e non dal Lato Oscuro, in Star Wars – Il risveglio della forza, dove era uno stormtrooper che decideva di disertare, proprio per il suo senso di giustizia. Con questo film John Boyega si conferma attore sensibile, empatico, espressivo, oltre che muscolare. Uno di quegli attori che interpretano i buoni e ci danno sicurezza nel farlo. Che possa diventare il nuovo Denzel Washington?
Olivia Cook, sex appeal precario e traballante
Accanto a lui c’è Olivia Cook, vista in Ready Player One, ed è altrettanto credibile. È bellissima, eppure la sua bellezza è frenata, sporcata, involgarita, per entrare nel ruolo. Che è quello di una di quelle tante ragazze (e ragazzi) dal destino segnato, quelle persone che, una volta finite in galera, entrano in un circolo vizioso dal quale non si riesce più a uscire. Vittima designata, agnello sacrificale, prova a uscire da questo ruolo. Olivia porta al suo personaggio il suo fisico minuto, la sua fragilità, il suo sex appeal precario e traballante. È uno dei motori della storia, è colei che mina le nostre certezze, colei per cui facciamo il tifo, ma di cui non ci fidiamo.
Gli occhi sui due personaggi
Si segue il film con gli occhi soprattutto su questi due personaggi, quelli su cui il regista sembra poggiare di più il suo sguardo, quelli per cui parteggia, a cui va la sua simpatia. Parteggiamo anche noi per loro, eppure sono personaggi che si muovono al limite della legalità, sempre in bilico tra la scelta giusta e quella sbagliata. Ma, in fondo, era così dai tempi di Psycho e di Janet Leigh: era una ladra, eppure parteggiavamo per lei perché era la protagonista, perché il regista ci aveva fatto entrare in empatia. Vediamo tutto i film con gli occhi su questi due personaggi perché la tensione tra i due ci tiene sempre sulle spine. Non sappiamo se il loro rapporto resterà sul piano professionale o se scatterà qualcos’altro, sesso, amore, o chissà.
Legal thriller che diventa heist movie
E così incuriosisce anche il film, che cambia più volte direzione. Parte come un legal thriller, con risvolti sociali, e diventa man mano heist movie e gangster movie. Ma con dentro un’anima. Perché, al di là del colpo, è proprio il destino dei personaggi, sapere da dove vengono e dove riusciranno ad andare, che è la cosa più interessante del film. La regia riesce a dare movimento a una storia di quelle ben piantate nella realtà con tocchi onirici, visioni, immagini che spezzano il realismo del racconto. I piedi di Cali che si alzano da terra quando gli arriva una notizia, le scritte sui tribunali, l’orologio del comune con i numeri sbagliati che irrompe nei sogni.
Il collasso
Il titolo del film ha a che fare con la singolarità, intesa come concetto della fisica che regola l’universo. Già, le leggi: alle persone piace pensare che siano esatte nella fisica e in tribunale li conforta sapere che c’è qualcosa che tiene in piedi i loro mondo, quando tutto intorno comincia a crollare. Il concetto di collasso dell’universo permea tutto il film, che è caratterizzato da un contro alla rovescia, che inizia da “12 giorni al collasso”, per arrivare finalmente a questo evento, che è il giorno del colpo che può cambiare la vita. Ma di più non vogliamo raccontarvi. Così potrete godervi questo film, e riflettere – vedi sorpresa finale – sul senso di John Boyega per la giustizia. Perché si può anche infrangere la legge e continuare a credere nella giustizia.
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La recensione in breve
Naked Singularity è un film che non ti aspetti: spiazzante, cangiante, teso e ironico, con un sapore di anni Settanta, che scorre veloce e piacevole. Da menzionare gli ottimi protagonisti, John Boyega e Olivia Cooke.
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Voto ScreenWorld