Fare i conti con la carriera di Nicolas Cage non è semplice. Soprattutto quando si parla di grande pubblico e social network. Le storie di vita dissoluta, il Nouveau Shamanism, l’overacting, il peso della famiglia Coppola, il figlio chiamato Kal-El. Tutti ingredienti che hanno portato il grande binario di internet in un’unica direzione: il meme. La parabola di Cage, che affronteremo nei paragrafi successivi, è un caso studio tra i più interessanti di tutto il panorama dell’industria dell’intrattenimento. Un percorso che sta avendo un’inversione di tendenza e che vede ne Il talento di Mr. C (pessima localizzazione italiana di The Unbearable Weight of Massive Talent) un passaggio molto importante. Nel film, in uscita oggi in On Demand sulle varie piattaforme digitali, Cage affronta il suo stesso meme. Semplice operazione metanarrativa che strizza l’occhio a questa nuova ondata di nostalgia anni ’90? Scopriamolo nella nostra recensione de Il Talento di Mr. C.
Il talento di Mr. C
Genere: Commedia, azione
Durata: 107 minuti
Uscita: 22 luglio 2022 (On Demand)
Cast: Nicolas Cage e Pedro Pascal
Una trama più strutturata del previsto
Nick Cage (per tutta la durata del film non verrà mai usato il nome per intero) è un attore di Hollywood in difficoltà. Viene rifiutato per ruoli interessanti, ha una serie di debiti importanti, una situazione familiare complessa nel tentativo di riconquistare l’ex moglie e di creare un rapporto stabile con la figlia adolescente. Ha anche un rapporto immaginario con il suo alter-ego Nicky: giovane, esuberante e dedito all’esaltazione della sua stessa icona.
In piena fase di stallo decide di accettare la proposta del suo manager e quindi di presenziare al compleanno, a fronte di un compenso di un milione di dollari, di uno suo ricco fan spagnolo.
Una volta arrivato a destinazione viene però intercettato dalla CIA che gli chiede di infiltrarsi nella vita di Javi (il suo fan), sospettato di aver rapito una giovane ragazza ed essere a capo di una violenta rete criminale. Nick si trova quindi nella posizione scomoda di dover indagare e sospettare di Javi, proprio mentre tra i due si sta creando un rapporto di reciproco affetto.
La sorpresa, in base alle aspettative, è la rilevanza della spy story nell’economia generale del film che si farà sempre più preponderante con il passare dei minuti, rubando in parte spazio alla componente metanarrativa.
Un’ottima operazione a cui manca un briciolo di coraggio
Il talento di Mr. C si apre con la scena di Con Air che ha poi generato uno dei più grandi e longevi meme della storia di internet, immediatamente seguita dal rapimento della giovane ragazza. Una breve sequenza che, col senno di poi, riassume in toto l’operazione complessiva, ovvero la coesistenza di una parte metanarrativa e di una struttura che vuole andare oltre l’ammiccamento. A visione terminata si può parlare di operazione riuscita ma non in modo completo o impeccabile. È proprio la parte metanarrativa quella che funziona meglio. L’introduzione su Nick Cage, con basi che si posano sia sulla realtà che sulla costruzione mediatica del privato dell’attore, è molto godibile. In particolare nei frangenti in cui si descrive un attore combattuto tra la recitazione e il cinema come forma d’arte, con tanto di richiami a Shakespeare e a Il Gabinetto del dottor Caligari, e quella come semplice professione di cui vivere.
Una sceneggiatura da grande commedia
Ma Il talento di Mr. C vive i suoi momenti più alti con l’arrivo di Javi, interpretato da uno splendido Pedro Pascal, e il conseguente duetto tra i due. Nella costruzione di una delle più adorabili bromance recenti ci sono i piccoli tocchi di genio della sceneggiatura. Ogni dialogo tra i due contiene più strutture, un’anima metatestuale e metacinematografica in grado di strappare sia un sorriso che una riflessione sull’industria dell’intrattenimento a chiunque. Gli sceneggiatori Kevin Etten e Tom Gormican sono evidentemente dei grandi fan della carriera di Cage e non hanno paura di mostrarlo, in particolare per quanto riguarda Face/Off. Capolavoro inestimabile del cinema anni ’90 e punto più alto della carriera di Woo a Hollywood, il film non viene solo citato verbalmente e con cimeli di scena ma gli vengono dedicate alcune sequenze specifiche che non potranno non essere notate dai fan.
Il debito più grande de Il talento di Mr. C e chiara ispirazione per Etten e Gormican risiede però nel lavoro portato avanti da Evan Goldberg e Seth Rogen. Risulta infatti subito evidente l’influenza di due film come Facciamola Finita e The Interview. Il problema de Il Talento di Mr. C è però la mancanza di coraggio e di mezzi che si riscontrano nella seconda parte e nel finale, dove non hanno voluto spingere sulla parte più comica e non hanno avuto la capacità e il budget di rendere più memorabili le sequenze action. Il risultato è un’opera divertente, fresca, dove traspare una grande dignità e rispetto di Nicolas Cage e per Nicolas Cage ma con un’eccessiva fretta in chiusura.
Un discorso a parte meritano i due protagonisti: Pedro Pascal e Nicolas Cage.
Pedro Pascal: saper fare un passo indietro
Una delle doti migliori e più importanti di un attore è quella di sapersi mettere a disposizione del film. Può voler dire molte cose: dal sapersi adattare al ruolo, al volere del regista, mettere il proprio corpo a disposizione di un determinato trattamento, oppure doversi sobbarcare il peso intero del film sulle spalle. A volte invece può significare fare un passo indietro e mettersi a disposizione del coprotagonista. È questo il caso di Pedro Pascal in Il talento di Mr. C. Una parte in cui tutto il talento dell’attore è volto a elevare la figura di Nicolas Cage.
Quanti altri avrebbero accettato di interpretare un fanboy così accanito di un’altra star? Soprattutto se consideriamo le parabole quasi opposte della carriera dei due al momento delle riprese, con un Pascal in netta ascesa e Cage ancora bloccato nel suo limbo. Ma d’altronde se guardiamo la carriera di Pedro Pascal non possiamo sorprenderci davanti a una scelta del genere. Basti pensare al suo lavoro in The Mandalorian, con il viso coperto per più del 90% del tempo. Scelta controcorrente in un mondo di supereroi che non portano più la maschera. Forse è proprio questa innata predisposizione che ha portato HBO a sceglierlo per il ruolo di Joel nella serie tratta da The Last of Us. Noi non possiamo che essere d’accordo con loro.
Un nuovo punto di partenza per Nicolas Cage
Torniamo da dove siamo partiti e quindi parliamo di Nicolas Cage. Il talento di Mr. C è un’ottima base su cui l’attore inizia di fatto il suo personale rinascimento. Già con il ruolo in Pig – Il piano di Rob di Michael Sarnoski, uno dei migliori film usciti la scorsa stagione, Cage aveva giocato sulle aspettative da meme del pubblico e sorprendendo tutti aveva dato vita a una prova maiuscola e anticlimatica. Con Il talento di Mr. C fa però qualcosa di completamente diverso. Affronta il pregiudizio con ironia ma senza lasciarsi travolgere dall’auto-parodia. Come dicevamo una prova di grande dignità, senza traccia di disperazione e di abbandono. I debiti sono ormai messi alle spalle e con essi la necessità di accettare qualsiasi cosa passasse in convento.
D’altronde in poco più di 10 anni Nick ha partecipato a oltre 40 film, un numero spropositato e che rende bene l’idea di quanto avesse bisogno di lavorare. Non tutti da buttare, sia chiaro. Le opere in cui il film era costruito su di lui sono comunque memorabili. Pensiamo a Mandy, a Il colore venuto dallo spazio o a Joe. Ma ora la sensazione è che cambierà drasticamente tutto. La narrazione del Nicolas Cage attore e uomo è già cambiata, come dimostra il bellissimo e lungo articolo di GQ uscito lo scorso aprile e dal titolo “Nick Cage Can Explain It All”. Nell’articolo lo stesso Cage parlava di come valuterà con attenzione tutti i ruoli, scegliendo quelli più interessanti, pur piccoli che possano essere. Quando si pensa a Nicolas Cage, all’icona, ai meme, al peso insostenibile del suo grande talento, è sempre utile ricordare il suo discorso di ringraziamento alla Notte degli Oscar che lo incoronò come Miglior Attore Protagonista: “So che non è molto elegante dirlo. Ma io amo recitare“.
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La recensione in breve
Il talento di Mr. C è un film che va oltre alle aspettative di opera ammiccante e nostalgica. All'interno di un contesto metanarrativo inserisce una struttura più complessa del previsto. Non tutto funziona e manca un poco di coraggio. Il film però risulta imperdibile grazie all'alchimia tra Nicolas Cage e Pedro Pascal.
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Voto Screenworld