Tra remake delle proprie opere e altri soggetti, il regista cileno Sebastián Lelio si è ritagliato, da alcuni anni, uno spazio interessante nel mercato in lingua inglese, dopo aver contribuito al successo internazionale della cinematografia del suo paese (il suo ultimo film finora in lingua spagnola, Una donna fantastica, ha vinto l’Oscar come miglior lungometraggio internazionale nel 2018).
E per il suo terzo film angloamericano, Il Prodigio (The Wonder, nel titolo originale) presentato in anteprima mondiale a Telluride e poi in sala ai festival di Toronto e San Sebastián e al Lumière in Francia, è riuscito ad avvalersi del supporto di Netflix. Andiamo quindi ad approfondire meglio nella nostra recensione di Il Prodigio.
Il prodigio
Genere: Drammatico
Durata: 103 minuti
Uscita: 16 novembre 2022 (Netflix)
Cast: Florence Pugh, Tom Burke, Niamh Algar, Elaine Cassidy, Kíla Lord Cassidy, Dermot Crowley, David Wilmot, Josie Walker, Brían F. O’Byrne, Toby Jones, Ciarán Hinds
La trama: indagine divina
La sceneggiatura, firmata in parte dallo stesso Lelio, si basa sull’omonimo romanzo di Emma Donoghue, scrittrice canadese di origine irlandese che ha già portato al cinema una delle sue opere tramite Room, il film che è valso l’Oscar a Brie Larson. Questa volta non siamo nell’America contemporanea, ma nell’Irlanda della seconda metà dell’Ottocento.
Lib Wright, infermiera inglese che si è fatta le ossa sotto Florence Nightingale, viene mandata per indagare su un presunto miracolo: il caso di Anna O’Donnell, una ragazzina di undici anni che è ancora viva pur non avendo mangiato da quattro mesi. La cosa ha trasformato la comunità in una meta di turismo religioso, e Lib deve sorvegliare Anna insieme a una suora per capire l’origine dello strano fenomeno. Alla questione si interessa anche il giornalista londinese William Byrne, che cerca di ottenere informazioni dall’infermiera.
Il cast: scienza vs. religione
Nei panni di Lib c’è una delle giovani attrici inglesi più lanciate, Florence Pugh, che per l’occasione ritrova fra le sceneggiatrici Alice Birch, che nel 2016 le regalò il primo ruolo importante scrivendo Lady Macbeth, mentre il giornalista è Tom Burke, recentemente apprezzato su Netflix in Mank nella parte di Orson Welles. Completano il cast principale vari interpreti irlandesi acclamati, tra cui l’immancabile Ciarán Hinds, e per il viscido superiore di Lib è stato ingaggiato uno dei grandi caratteristi britannici, Toby Jones.
Tensione miracolosa
La filmografia di Sebastián Lelio è caratterizzata da figure femminili forti che devono affrontare circostanze esterne in qualche modo ostili. Il prodigio si inserisce in modo coerente in quel percorso, con un lavoro eccelso di tensione a livello di dialoghi e costruzione dell’inquadratura, dove i magnifici paesaggi irlandesi sono opprimenti quanto i modesti spazi dell’abitazione dove va osservato il presunto miracolo.
Forse anche per la parziale identificazione tra regista e protagonista, entrambi chiamati a lavorare in territori diversi da quelli in cui sono cresciuti, questo è il più riuscito dei film in lingua inglese di Lelio, attraversato da un’empatia e una lucidità che a tratti mancavano soprattutto in Gloria Bell (penalizzato dal fatto di essere un remake abbastanza pedissequo dell’originale cileno dello stesso cineasta).
Da una Florence all’altra
Fede e scienza si scontrano per quasi due ore con grande stile, con al centro una nuova, magnetica performance di Florence Pugh, la cui giovinezza anagrafica cela ancora una volta una grande maturità artistica e conferma la notevole compatibilità fra gli istinti professionali dell’attrice e l’ambito del film in costume (anche se qui, nell’unico momento leggermente stonato della pellicola, il meccanismo finzionale viene esplicitato all’inizio come se fosse uno spettacolo brechtiano).
E da quel punto di vista dispiace che i più potranno apprezzare la sua interpretazione più interessante del 2022 solo tramite Netflix, mentre il più modesto e convenzionalmente hollywoodiano Don’t Worry Darling ha avuto diritto a un’uscita tradizionale in sala.
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La recensione in breve
Ne Il Prodigio, Sebastián Lelio continua a esplorare la sua poetica nell'ambito del cinema in lingua inglese, questa volta adattando un romanzo che è perfettamente nelle sue corde e in quelle della protagonista, una strepitosa Florence Pugh.
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Voto ScreenWorld