“E vissero tutti felici e contenti”. Tutte le favole finiscono così. Ma cosa accade dopo?
Ce lo chiediamo spesso, in effetti, e se lo chiede questo nuovo film, da oggi in streaming su Disney+. Giselle e Robert vivono in un regno diverso da quello delle favole, il regno di New York. È la vita reale, la grande città, dove vivere insieme, se si hanno dei bambini, può essere faticoso. E allora può venire in mente l’idea di rifugiarsi in un mondo da fiaba. Come per disincanto è il sequel di Come d’incanto, un film Disney del 2007, che giocava in modo interessante con i canoni delle classiche favole Disney. Come vi racconteremo nella recensione di Come per disincanto, questo sequel è intelligente, come il primo film. Cita apertamente i classici delle favole Disney, ne ribalta le premesse, così come le certezze del predecessore. Mescola in modo creativo animazione e live action. È delicato, brillante, anche un po’ beffardo, e ha quel po’ di magia che, avvicinandosi alle feste, non guasta.
Come per disincanto
Genere: Commedia, musical
Durata: 120 minuti
Uscita: 18 novembre 2022 (Disney+)
Cast: Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden, Maya Rudolph
La trama: Giselle e Robert ritornano
Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey) si erano innamorati dopo che lei, principessa di un regno fatato, era uscita dal suo mondo a cartoni animati e aveva vissuto una nuova vita, in carne ed ossa, a New York. Ora i due hanno avuto una bambina, e i loro spazi sono sembrati subito più piccoli. Morgan, la prima figlia di Robert, nel frattempo, è diventata un’adolescente. Il che rende tutto più complicato. La risposta è trasferirsi in un nuovo posto, Monroeville, fuori città, che dovrebbe essere una sorta di ritorno a un luogo delle favole. Ma sarà davvero così facile? Pian piano il mondo di Andalasia, quello da dove viene, comincia a tornare nella vita di Giselle. Ma con sviluppi imprevisti.
Giocare con i mondi di Biancaneve, Cenerentola e La bella e la bestia
Uno dei giochi più divertenti di Come d’incanto era portare nella vita reale molte delle situazioni delle favole. Facendo il verso a principesse come Biancaneve, Cenerentola e Aurora, Giselle si metteva a cantare di punto in bianco, mentre parlava con le persone, il che nel cartone o in un musical è accettato e in un film ambientato nella vita reale è straniante e lascia a bocca aperta un po’ tutti. Come il parlare con gli animaletti, e chiamarli a sé, facendoli a frotte. Come per disincanto inizia ancora da qui, e il gioco, a distanza di anni, diverte ancora. Così come divertono le citazioni esplicite che si trovano disseminate lungo il film, da Biancaneve a Cenerentola, passando per La bella e la bestia.
Avere una vita da fiaba: ma cosa comporta?
“Non sono infelice, ma mi sto chiedendo se il tempo mi stesse sfuggendo di mano”, si chiede Robert. Prendere il treno ogni giorno per andare al lavoro. La figlia adolescente che soffre la nuova città e la nuova scuola. I problemi di Giselle e Robert, anche se sono personaggi da favola, sono gli stessi delle persone normali. Non c’è favola che tenga. E allora Giselle esprime un desiderio: avere una vita da fiaba. Il fatto è che, di fatto, lei è la matrigna di Morgan, e nelle fiabe le matrigne sono cattive. E che il buono diventi il cattivo è un tema sempre molto interessante.
Che cosa vuol dire essere la matrigna?
“Non è colpa nostra, vedi, è che ci hanno cresciute così”. In Come d’incanto il punto era proprio questo: il fatto che le favole proponessero degli esempi – il principe azzurro, un amore perfetto e ideale, il vissero felici e contenti – così difficili da realizzare e così lontani della realtà. Qui è diverso: le favole, ma anche la vita, ci possono ingabbiare in ruoli che non ci appartengono. Così, essendo Giselle la “matrigna” di Morgan, il rischio è quello che si debba comportare come ci si aspetta dall’archetipo che rappresenta. È così nei racconti di finzione, dove i ruoli assegnati prevedono sempre lo stesso modo di essere, come un’etichetta. Lo stesso può succedere anche nella vita: troppo spesso i ruoli che assumiamo finiscono per fagocitarci. E allora, anche da un film così, leggero e apparentemente spensierato, possiamo trarre insegnamento, e cercare di non essere per forza quello che quel ruolo ci impone.
Amy Adams, principessa nata, e sorprendente
Ce lo eravamo quasi scordato, avendola vista in mille altre vesti, che Amy Adams l’avevamo conosciuta proprio in quell’occasione, nei panni della principessa di Come d’incanto. Capelli rossi luminosi, occhi azzurri brillanti, quel volto dolcissimo. Sembrava davvero l’attrice perfetta per impersonare una principessa uscita da un cartone animato. Ma, nel corso degli anni, abbiamo visto come fosse capace di interpretare qualsiasi ruolo, regalandoci ogni volta prestazioni più complesse e sfaccettate. Per questo è interessante rivederla in questo ruolo, che mostra come il tempo sia passato per lei come per Giselle. Adams è diventata davvero madre e porta questa sua esperienza nel film, facendo leva su tutto il suo vissuto e tutti i suoi ruoli precedenti. Ed è davvero bravissima in questo, perché la sua Giselle mette insieme due personaggi in uno, la buona e la cattiva, la principessa e la matrigna, come se ci trovassimo di fronte ad Aurora e Malefica nella stessa persona. Una vita da fiaba, allora, è possibile? Non lo sappiamo. Ma forse è meglio vivere nella realtà e provare a renderla il posto migliore possibile.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Nella recensione di Come per disincanto, vi abbiamo spiegato come il sequel di Come d'incanto sia altrettanto intelligente. Cita apertamente i classici delle favole Disney, ne ribalta le premesse, insieme alle certezze del primo film. Mescola in modo creativo animazione e live action. È delicato, brillante, anche un po’ beffardo, e ha quel po’ di magia che, avvicinandosi alle feste, non guasta.
-
Voto ScreenWorld