Se potessi chiedere qualcosa, qualunque cosa, che cosa chiederesti? Secondo una leggenda c’è un tunnel capace di far avverare anche i desideri più impossibili: ma qual è il prezzo da pagare? Questa la premessa di Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes un film che parla di sogni, desideri impossibili e amore sullo sfondo dell’affascinante folklore nipponico, che arriva nei cinema italiani grazie a Anime Factory dopo aver riscosso molto successo in Giappone e dopo essersi aggiudicato il Paul Grimault Award all’Annecy International Animation Film Festival del 2023.
The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes
Genere: Animazione, drammatico, sovrannaturale
Durata: 94 minuti
Uscita: 10 giugno (Cinema)
Lasciar(si) andare
Adattamento della light novel scritta da Mei Hachimoku e illustrata da Kukka, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes ci accompagna nella provincia giapponese dove un ragazzo, Kaoru, vive le sue giornate in modo silenzioso ma senza tristezza: alle prese con un padre diventato alcolista dopo la morte della figlia e al conseguente addio della moglie. Così quando si imbatte nel Tunnel di Urashima, che secondo la leggenda è in grado di far avverare i propri desideri, sa perfettamente cosa chiedere: che la sua sorellina torni in vita.
L’arrivo in città di Anzu, un’aspirante mangaka disposta a tutto pur di realizzare il suo sogno, cambierà per sempre la vita di Kaoru facendogli capire che quello che è perso non sempre può essere recuperato: pena perdere anche se stessi senza avere la possibilità di vivere. Chi entra nel tunnel, infatti, percepisce il tempo in modo diverso dal momento che lì, pochi minuti, equivalgono ad anni nella vita reale.
Tra primi amori e leggende
Il tunnel diventa così un non luogo che incarna tanto i desideri più reconditi dell’animo umano quanto le ossessioni che, spesso, ci spingono a estraniarci dal reale facendoci dubitare degli altri e di noi stessi. Accomunati da un senso di solitudine affine i protagonisti non riescono infatti ad apprezzare realmente la natura del loro rapporto, impossibilitati a lasciarsi andare e, di conseguenza, a lasciar andare desideri impossibili e ossessioni che schiacciano il cuore.
Con un intreccio lineare e funzionale, The Tunnel of Summer, the Exit of Goodbyes mette al centro una storia d’amore e fragilità in cui la perdita va di pari passo a una crescita emotiva dei personaggi alle prese con circostanze fuori dal comune che affondano le proprie radici nella cultura giapponese. Se in Your Name avevamo visto infatti una rielaborazione della leggenda del filo rosso del destino, in The Tunnel of Summer, the Exit of Goodbyes assistiamo invece a una rilettura del mito di Urashima Tarō: un pescatore che, stando alle credenze, sarebbe stato accompagnato in un regno subacqueo dopo aver salvato una tartaruga. Rimastovi tre giorni decise di tornare a casa scoprendo che, nel mondo reale, il tempo era trascorso in modo diverso e nessuno lo ricorda più. Il Tunnel di Urashima diventa così sinonimo di giovinezza perduta ma anche, come accade nel film, del tempo che si impiega per cercare di catturare qualcosa di impossibile rinunciando a tutto il resto.
Ne deriva che il non luogo che dà il titolo al film diventi una metafora per rappresentare i sentimenti di coloro che vi passano attraverso. Non è quindi un caso che il Tunnel di Urashima sia ricoperto da quelle foglie d’acero che, nella cultura giapponese, simboleggiano la mutazione dello stato dello cose e, più in generale, il passaggio; le stesse che, grazie a un’animazione estremamente curata, brillano sotto ai piedi di Kaoru e Anzu rendendo il Tunnel di Urashima, con i suoi colori caldi, il cuore pulsante di una vera e propria perla che merita di essere guardata. E sì, preparate i fazzoletti.
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La recensione in breve
Una storia d'amore, crescita e perdita sullo sfondo di un'antica leggenda giapponese.
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Voto Screenworld