Qual è la differenza tra “perso” e “andato”? È la domanda che si fanno Nathan Drake, il protagonista di Uncharted, l’atteso film tratto da un famoso franchise di videogiochi, al cinema dal 17 febbraio, e il fratello. La differenza è questa. Qualcosa che è andato perso può essere ritrovato, quello che è andato è scomparso per sempre. Un antico tesoro allora può essere ritrovato, se hai la mappa giusta. Una persona cara che è andata lo è irrimediabilmente, e serve molto più di una mappa per orientarsi nella vita.
Nella recensione di Uncharted vi parleremo di un film che prova a prendere un videogame, un genere di intrattenimento che è azione pura, e a scaldarlo con una trama familiare e nostalgica da un lato, e con una buona dose d’ironia dall’altro. Ci riesce? Sì, in parte. Uncharted è un film che intrattiene, regala almeno due scene d’azione ad effetto, e dei duetti efficaci tra Tom Holland e Mark Wahlberg. Perde l’occasione di diventare il nuovo Indiana Jones. Ma in quell’impresa oggi non riuscirebbe nemmeno Indiana Jones stesso.
Uncharted
Genere: azione, avventura
Durata: 116 minuti
Uscita: 17 febbraio 2022 (Cinema)
Cast: Tom Holland, Mark Wahlberg e Antonio Banderas
Nathan Drake e il tesoro di Magellano
Nathan Drake (Tom Holland) è sempre stato appassionato di mappe e tesori. Da bambino aveva provato a rubare da un museo, insieme al fratello, un’antica mappa che indicava il luogo dove si trova il tesoro di Magellano. Ma era stato scoperto. Il fratello era fuggito, e aveva fatto perdere le sue tracce. Una sera Nathan viene contattato da un uomo, Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg), che sembra conoscere il fratello. E gli parla ancora di quel tesoro. Per raggiungerlo, però, dovranno sfidare la concorrenza dell’erede della nobile famiglia spagnola dei Moncada (Antonio Banderas) e sfidare due affascinanti avventuriere, Braddock (Tati Gabrielle, vista nella terza stagione di You) e Chloe Frazer (Sophia Ali, vista in The Wilds).
Tom Holland, non solo Spider-Man
Ci vuole un po’ per adattarsi a vedere Tom Holland nel suo nuovo ruolo, quello di Nathan Drake. Guardate la spettacolare sequenza d’azione che apre il film in medias res: c’è un momento in cui il suo personaggio colpisce con un calcio un personaggio e si scusa, dicendo “niente di personale”. In quel momento sembra ancora Peter Parker. E ci sembra ancora lui quando in jeans, giubbetto e zaino sulle spalle, gira per New York prima di andare al bar dove lavora. Ma forse siamo noi che, avendolo visto così spesso, e praticamente solo in quel ruolo, lo identifichiamo con Spider-Man. Ben presto però capiamo presto di essere da un’altra parte, e ci abituiamo a Tom Holland nei suoi nuovi panni. Che, come quelli dell’Uomo Ragno, potrebbe indossare a lungo come protagonista di un nuovo franchise (le scene post credits sembrano prepararci proprio a un sequel).
Tra Tomb Raider, Indiana Jones e James Bond
Uncharted è uno di quei film che vivono di un cortocircuito interessante. È cinema che viene da un videogioco, che a sua volta è ispirato al cinema. Uncharted il videogame, un po’ come Tomb Raider, è nato pensando a quel cinema d’avventura anni Quaranta che è tornato attuale dagli anni Ottanta in poi, con i film di Indiana Jones, e quelli che lo hanno seguito, come Alla ricerca della Pietra Verde e Il mistero dei Templari. Ma nel film Uncharted ci sono anche I Goonies, I Pirati dei Carabi, Star Wars, per il rapporto tra Luke e Han Solo, a cui è ispirato quello tra Nathan e Sully. I creatori hanno pensato anche alle tonitruanti saghe di Mission: Impossible e James Bond. A proposito di 007, Tom Holland ha rivelato che, in una riunione con i capi della Sony, aveva proposto di girare un’origin story su un giovane James Bond. Quell’idea non diventò mai un film, ma Uncharted nasce un po’ anche con quello spirito.
Per un cinema “larger than life”
Il regista e i produttori hanno raccontato di non aver copiato intere scene dal videogame, ma di aver scelto che il film vivesse di vita propria. Il fatto che il film nasca dal videogame porta da un lato, una certa schematicità nelle azioni e nella storia. Ma, dall’altro, anche una certa rottura delle regole e alcune scene “larger than life”, più grandi della vita, che se scrivendo un film ex novo non sarebbero mai state immaginate, arrivando da un videogioco, dove le regole sono meno rigide, dove c’è più libertà, permettono letteralmente a storie e personaggi di volare. Uncharted ha almeno due grani sequenze d’azione, quella che apre il film, e che ritroviamo a metà, con i personaggi in caduta da un aereo aggrappati a dei bauli e a delle funi, e quella finale, con due antiche navi che volano sostenute da due elicotteri e combattono tra loro. Sono due scene che, come si diceva un tempo, varrebbero anche il prezzo del biglietto. Se vi basta.
Tom Holland, pensaci tu
Uncharted, uno dei prodotti più attesi di questo inizio 2020, è uno di quei film per cui, in questo periodo, si finisce per fare il tifo. È quel tipo di film per famiglie che ha sempre riempito le sale, e che ora si speri torni a riempirle, proprio come aveva fatto Spider-Man: No Way Home. In questo periodo abbiamo bisogno di film che riportino tanta gente al cinema. Tom Holland, pensaci tu!
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Conclusioni
Uncharted è un film che intrattiene, regala almeno due scene d’azione ad effetto e dei duetti efficaci tra Tom Holland e Mark Wahlberg. Perde l’occasione di diventare il nuovo Indiana Jones. Ma in quell’impresa oggi non riuscirebbe nemmeno Indiana Jones stesso.
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Voto ScreenWorld