Si parlerà di torti, colpe e possibili redenzioni in questa nostra recensione di The Forgiven, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Lawrence Osborne appena uscito nelle sale, realizzato da John Michael McDonagh, e interpretato da due divi del calibro di Ralph Fiennes e Jessica Chastain. A quasi 30 anni di distanza da Il paziente inglese Fiennes torna tra le dune del deserto, anche se in realtà il riferimento filmico che salta subito alla mente, pensando a una coppia occidentale persa, non solo fisicamente ma anche moralmente nel deserto, è Il tè nel deserto di Bertolucci. Con la differenza che qui c’è un elemento thriller.

The Forgiven

Genere: Drammatico
Durata: 117 minuti
Uscita: 14 luglio 2022 (Cinema)

Regia: John Michael McDonagh
Cast: Ralph Fiennes e Jessica Chastain

La trama: due occidentali nel deserto

Ralph Fiennes e Jessica Chastain persi nel deserto in un'immagine di the forgiven

David e Jo Henninger (Fiennes e Chastain) sono un’annoiata e benestante coppia inglese che viaggia in Marocco per partecipare a un weekend di feste “dionisiache” nella lussuosa villa, etnicamente arredata, dell’amico Richard (Matt Smith) e del suo compagno Dally (Caleb Laundry Jones). Lungo il tragitto notturno nel deserto per arrivare alla residenza, David investe con l’auto e uccide un ragazzo del luogo. Spaventati, i coniugi portano il corpo a casa di Richard, sperando di evitare noie con la giustizia locale. E infatti così sarà, grazie all’amicizia del padrone di casa con le autorità locali, che tra l’altro non vogliono perdere tempo in trafile e scartoffie. Tutto sembra andare nel dimenticatoio finché non viene a bussare alla porta della magione il padre del ragazzo, proveniente da un lontano villaggio sperduto nel massiccio montuoso, ma comunque desertico, dell’Atlante. Il padre, sconvolto dal dolore, pretende che David lo accompagni al villaggio, per presenziare ai riti funebri del ragazzo. L’inglese, su consiglio dell’amico Richard, acconsente, per evitare guai peggiori, mentre la moglie Jo rimane nella residenza, proseguendo il weekend di bagordi. Ma le intenzioni del padre in lutto potrebbero non essere pacifiche.

Decadenza e privilegi

Matt Smith e Caleb Laundry Jones, i due padroni di casa in un'immagine di the forgiven

Temi importanti vengono messi sul piatto dalla vicenda dei coniugi Henninger: il borioso e malcelato atteggiamento colonialista/razzista di David ci fa subito capire di che pasta è fatto l’uomo. Anche l’affascinante Jo, tipica moglie borghese annoiata, intrappolata in un matrimonio con un uomo che non ama più, non risulta poi tanto simpatica, soprattutto una volta constatato che l’iniziale preoccupazione per la sorte del ragazzo era solo affettazione e timore per le eventuali conseguenze nei confronti della giustizia. La descrizione dell’ambiente decadente in cui calano i due coniugi è significativa: la fotografa del Times dalle idee progressiste, la regista indiana impegnata, il nobile decaduto accompagnato da stuoli di ragazze, l’americano fascinoso e dongiovanni, ma dalla sessualità fluida, più altre figure, più o meno accentuate, che vanno a formare una insopportabile galleria umana, rappresentativa di un’intera classe altoborghese privilegiata, parassitaria e, nel caso di alcuni di loro, fintamente impegnata su determinati temi sociali e politici.

Il contrappunto

Jessica Chastain e Christopher Abbott in un'immagine di the forgiven

La servitù autoctona che lavora nella residenza di Richard, osserva disgustata tutto questo, scambiandosi tra loro commenti acidi e aforismi tipici della saggezza nomade, sul comportamento decadente e ipocrita di quella gente. Quando infatti Jo (perfetta Chastain nel suo essere algida e lasciva) tradirà apertamente il marito con l’affascinante americano, senza neanche preoccuparsi di nascondere la cosa agli altri ospiti della casa, l’eloquente commento di Hamid, capo della servitù, sarà: “Una donna senza discrezione è come un anello d’oro sul naso di un maiale“. Come nel bellissimo e premiatissimo Gosford Park di Robert Altman (2001) anche qui i sottoposti offrono un punto di vista etico su ciò che gli spettatori guardano, fungendo da interessante contrappunto.

Due ambienti antitetici

L'affascinante americano in un'immagine di the forgiven

È dal contrasto tra l’ambiente ovattato e futile degli invitati alla villa di Richard, con il desolato villaggio di Abdellah, padre del ragazzo ucciso, che viene fuori il tema sottostante di The Unforgiven. L’atteggiamento apparentemente solidale di Richard e Dally nei confronti del padre del ragazzo, ma in realtà strafottente, come pure quello degli altri ospiti, denuncia una mentalità ancora tipicamente colonialista nei confronti dei popoli africani e delle culture del deserto in particolare. L’oasi artificiale creata da Richard, ipocritamente arredata con gusto etnico, è lo specchio puntuale di tali atteggiamenti. Il montaggio alternato tra le due situazioni mostra dunque il contrasto tra i due mondi anche se, insistendo su tale meccanismo per buona parte del film, ne disinnesca la portata politica, rendendo il tutto, alla lunga, un po’ didascalico.

Colpa e redenzione

Ralph Fiennes in un'immagine di the forgiven

Si spegnerà la boria di David, alle prese con una cultura e un ambiente così alieni ai suoi, e soprattutto di fronte al dolore del padre del ragazzo. Il percorso morale dell’inglese antipatico diventa esemplare e, ammettiamolo, anche eccessivamente repentino. Ma qui viene in aiuto la maestria di un interprete del calibro di Fiennes che rende credibile il pentimento di David e la sua improvvisa redenzione. È da applauso il passaggio dell’attore da atteggiamenti sgradevoli e arroganti ad espressioni di solidarietà, empatia e dolore condiviso. Diciamo pure che se non ci fosse stata l’arte di Fiennes a sostenere tale cambiamento, difficilmente ci avremmo creduto. Ma ci crederà anche il padre del ragazzo, sconvolto dal dolore? Desisterà dalle sue evidenti intenzioni vendicative? Agli spettatori il gusto di scoprirlo.

La recensione in breve

6.0 Arido

The Forgiven è un thriller-drama dall'ambientazione suggestiva, ricca di riferimenti, e dai protagonisti sgradevoli, che mette sul piatto temi importanti come l’atteggiamento colonialista, mai realmente scomparso dalla mentalità occidentale. L’andamento è un po’ didascalico nel descrivere il contrasto di ambienti e il cambiamento del personaggio principale sarebbe poco credibile se non fosse sostenuto dalla bravura di Fiennes. Sorpresa finale.

  • Voto Screenworld 6
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Nato nel 1975, Claudio Gargano è un Film-Maker Freelance, critico cinematografico, saggista e docente di Video-Making e Storia del cinema. Laureato in scienze della comunicazione con una tesi in storia del cinema, ha studiato inoltre montaggio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma con Roberto Perpignani, montatore di Bertolucci e dei Fratelli Taviani. Come Film-maker scrive, dirige e monta alcuni cortometraggi, tra cui "Anime nere", che nel 2007 passa sulle emittenti televisive La 7 e Coming soon, nonché al Festival di New York "41° Parallelo 2007". Realizza Backstage su set cinematografici Rai Cinema e al Napoli Film Festival, durante i quali ha l'occasione di video-intervistare personaggi come Ennio Morricone, Jonathan Demme, Francesco Rosi, Paolo Sorrentino, Pupi Avati, Sergio Castellitto, Nicola Piovani, Laura Morante, Isabella Rossellini, Matt Dillon. Impegnato nelle diverse forme dell’universo audiovisivo (video aziendali, spot, documentari, videoclip, video-montaggi per rassegne, video-installazioni), insegna Video-making nelle scuole come esperto esterno e, dal 2023, Storia e critica del cinema presso l'AOVA, Accademia Professionale di Cinema e Fotografia di Napoli. Come saggista, nel 2013 pubblica, all’interno di un volume collettivo intitolato “Delle coincidenze”, un breve saggio sul concetto di sincronicità junghiana dal titolo "Jung, i Police, I Ching e QUANT’altro". Nel 2011 pubblica sul periodico cartaceo a tiratura nazionale "Tutto Digitale", un diario di esperienze dai Backstage cinematografici. Come critico, dopo aver pubblicato per qualche anno recensioni cinematografiche sulla testata napoletana online "Mar dei Sargassi", nel 2021 inizia la collaborazione con le testate nazionali online di cinema e cultura "Il Meglio di Tutto" e "Screenworld"; dal 2022 collabora con la testata online CinemaSerieTv.it, nonché con lo storico periodico cartaceo Nocturno e relativa testata onilne.