Fumer fait tousser (titolo internazionale Smoking Causes Coughing), presentato a Cannes nella sezione dei film di mezzanotte, comporta il ritorno nell’universo stralunato di Quentin Dupieux, diventato insolitamente prolifico dato che appena prima dell’appuntamento francese in Costa Azzurra aveva un altro film fuori concorso alla Berlinale. Allora, con Incredible But True, si percepiva un certo automatismo, con stramberie in rapida successione ma senza un vero ragionamento dietro. Qui, invece, complice una piccola novità strutturale, siamo di nuovo nei territori che ben conosciamo. Un Dupieux d’annata, che per l’occasione ripesca dai suoi film precedenti attori come Alain Chabat, Benoît Poelvoorde e Adèle Exarchopoulos. Entriamo nel dettaglio di questo nuovo film con la nostra recensione di Fumer fait tousser.
Foumer Fait Tousser
Genere: Commedia
Durata: 80 minuti
Uscita: 21 maggio 2022 (Cannes) / da definire (Italia)
Cast: Gilles Lelouche, Alain Chabat, Benoît Poelvoorde e Adèle Exarchopoulos
La trama: La Tobacco Force entra in azione
Il titolo è legato a quello che, in apparenza, è tutto il film: l’esistenza di una stramba squadra di supereroi che si fa chiamare Tobacco Force. Guidati da Benzene (Gilles Lelouche), ciascuno di loro ha il nome di un elemento delle sigarette, e unendo i loro poteri sconfiggono mostri alieni infliggendo tumori letali (ironia della sorte, nessuno del gruppo fuma). Su richiesta del loro capo Didier (Alain Chabat), che teme per la coesione del gruppo, i cinque vanno in vacanza insieme per ritrovare l’affiatamento di un tempo. E per divertirsi decidono di raccontare storie dai contenuti strambi e a tratti orripilanti. Ma l’idillio non può durare in eterno: il perfido Lizardon (Benoît Poelvoorde) intende distruggere la Terra, e solo il potere combinato della Tobacco Force potrà salvarci dall’annientamento totale. Anche perché il loro aiutante artificiale, un droide di nome Norbert, non è il massimo dell’efficienza…
Intrattenimento episodico
Da sempre la cifra stilistica di Quentin Dupieux è la stramberia priva di spiegazione, al punto che il film che l’ha rivelato, l’opera seconda Rubber (su una ruota assassina), lo esplicitava in un prologo: una motivazione logica per tutto ciò che accade non è, infatti, assolutamente necessaria. Ma a forza di cercare il bizzarro a tutti i costi esso può diventare prevedibile, come era appunto il caso con Incredible But True. Qui, essendosi forse reso conto di avere tante idee ma non a sufficienza da giustificare un unico film per ciascuna di esse, opta per l’antologia, citando esplicitamente un fumetto di culto come Tales from the Crypt (e il celebre adattamento televisivo della HBO). E proprio del fumetto replica, in ottica pulp, una certa estetica a basso costo, sottolineando la dimensione “usa e getta” dell’operazione, tra improbabili pupazzi e costumi che farebbero aggrottare le sopracciglia anche ai cosplayer meno ambiziosi.
Ovviamente non tutti gli episodi hanno la stessa potenza umoristica dell’assurdo, anche se ognuno di essi può vantare almeno un momento, un’intuizione, da annali del surreale. Merito anche di un cast che sta al gioco con grande gioia (basti pensare a Chabat che doppia un topo gigante che sembra uscito da una versione horror del Muppet Show), abbracciando lo spirito del divertimento senza pretese; anche la presunta satira sul tabagismo insita nel titolo rimane una gag come le altre, superficiale e non particolarmente predisposta a letture più profonde. Perché questo è un Dupieux in piena modalità raconteur, un cantastorie che offre piccoli bocconi di fulminante delirio prima di passare a quello successivo, con un buffet le cui singole porzioni non raggiungono mai dimensioni eccessive. Anche in tal senso la collocazione notturna nel palinsesto di Cannes, idealmente da replicare per altri eventi o per lo sfruttamento commerciale (visione domestica inclusa, perché questo è perfetto per una serata trash sul divano tra amici con birra e patatine), riassume alla grande l’intento del film. Fumare farà anche tossire, ma in questo caso fa soprattutto molto, molto ridere.
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La recensione in breve
Fumer fait tousser (Smoking Causes Coughing) vede il ritorno del prolifico Quentin Dupieux, che torna alle vecchie abitudini surreali con un'operazione antologica dotata di piccoli, deliziosi momenti di follia, con un cast dai tempi comici perfetti.
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Voto ScreenWorld