C’è sempre una certa dose di fascino quando un film che avrebbe tutte le caratteristiche per essere puro cinema d’autore, per le tematiche che affronta e per il contesto in cui viene presentato, si dimostra particolarmente attento anche al grande pubblico. È il caso del nuovo film di Justine Triet, presentato In Concorso al Festival di Cannes 2023, che complice la lunga durata (due ore e mezza) potrebbe sembrare uno scoglio insormontabile per spettatori distanti dall’essere definiti cinéphiles.
Nulla di tutto questo, perché come vedremo nella nostra recensione di Anatomy of a fall, un’opera che sarebbe una disanima sul rapporto di coppia, ma che offre anche la possibilità di raccontare la depressione, la crisi creativa, il confine labilissimo tra verità assoluta e dimostrazione di cieco egoismo, riesce a coinvolgere e appassionare lo spettatore man mano che procede nel racconto. Merito di una scelta narrativa che, di fatto, taglia il film in due parti, strutturandolo dapprima come un thriller quasi sommesso e d’autore, per poi trasformarsi in un procedurale che non lascia scampo al nostro bisogno primario di conoscere la verità. Sempre che ce ne sia una.
Anatomy of a fall
Genere: Drammatico, thriller
Durata: 151 minuti
Uscita: 21 maggio 2023 (Cannes)
Cast: Sandra Hüller, Samuel Theis, Milo Machado Graner
Storia di una (doppia) caduta
Sandra e Samuel sono una coppia di scrittori che vivono in una casa di montagna insieme al figlio Daniel, undicenne. Sandra sembra avere una carriera ben avviata, mentre Samuel sembra faticare per ritrovare l’ispirazione.
Un giorno Samuel viene ritrovato senza vita vicino casa, il sangue intorno a lui, la testa fracassata. Tutto farebbe pensare a un suicidio, con l’uomo che si è gettato dall’ultimo piano della casa, ma è davvero così?
Viene aperta un’inchiesta perché qualcosa sembra non tornare.
Un anno dopo, Sandra si presenta in tribunale per difendersi dall’accusa di essere colpevole dell’omicidio del marito. Sarà l’inizio di un processo lungo dove a farne le spese maggiori, alla ricerca della verità, sembra essere proprio il figlio Daniel.
Il titolo del film descrive perfettamente l’operazione compiuta da Triet: anatomia di una caduta presuppone non solo la ricerca alla soluzione del mistero che anima la storia, ma anche lo studio umano di quella caduta. Non solo riferita al cadavere di Samuel, ma anche alla caduta (professionale? Etica? Morale?) di Sandra. A quella fisica che causa la morte si scontra la caduta interiore della protagonista, i cui riflettori, nel corso delle due ore e mezza di film, la illumineranno sotto luci diverse. Tanto da farne uscire più di qualche ombra.
Un thriller che coinvolge
Se durante la prima ora Anatomy of a Fall si prende tutto il suo tempo per presentare la vicenda e costruire la psicologia della protagonista (interpretata da una straordinaria Sandra Hüller), è nella seconda ora e mezza che il film si trasforma in un legal drama che appassiona e gioca con lo spettatore. Perché, mentre gli avvocati accusano e difendono, mentre assistiamo, come seduti al tribunale, a domande e risposte, a racconti taciuti e poi ricordati, Justine Triet compie la migliore delle scelte, lasciando sempre e comunque un dubbio irrisolvibile.
Sandra è colpevole oppure no? La soggettività del racconto prende il sopravvento, con eventi che acquistano diverse prospettive rendendo di fatto impossibile credere completamente all’una o all’altra voce. Ed è così che Anatomy of a Fall coinvolge il pubblico fino alla fine, lasciando un’ambiguità di fondo che affascina e ammalia.
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La recensione in breve
Anatomy of a fall nasconde sotto la patina del thriller procedurale una disamina sul rapporto di coppia, sull'egoismo e sul confine non sempre chiaro tra verità e bugie. Supportato da una regia da manuale e un'ottima interpretazione da parte di Sandra Hüller, il film di Justine Triet coinvolge e lascia lo spettatore con più di qualche dubbio sulla conclusione della vicenda. Davvero intrigante.
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Voto ScreenWorld