La canzone del coro in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban è un riferimento a Macbeth. A renderlo noto è Fabio Antonelli, compositore cinematografico che svela i segreti della colonna sonora del film, composta dal leggendario John Williams, e di come questa riveli più segreti di quanto lo spettatore medio creda.
Durante un video in collaborazione con la Slimdogs, Fabio Antonelli spiega i segreti della colonna sonora di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban facendo notare come il coro delle rane, prima che inizi la cena inaugurale dell’anno scolastico di Howgarts, canti un brano molto particolare, soprattutto in lingua originale. Infatti nel doppiaggio italiano questa scena perde molto senso, poiché ha una grande importanza all’interno del film, soprattutto in relazione con il suo finale. La composizione mostrata nella breve sequenza deriva dal Macbeth di William Shakespeare. La celebre opera teatrale condivide alcuni momenti chiave che lega i personaggi della storia: Macbeth tradisce il re per prendere il suo posto e realizzare la profezia annunciata dalle streghe, così come il suo fidato amico Banquo per brama di potere. Stessa cosa accade a Peter Minus, alias Codaliscia, amico dei genitori di Harry, soprattutto di James essendo stato suo compagno e confidente. L’uomo decide di tradirlo per schierarsi dalla parte dei più forti. Un po’ come don Abbondio ne I promessi Sposi, non vi pare?
La colonna sonora composta da John Williams, però, in alcuni casi agisce in maniera molto più funzionale. All’inizio del film, Harry Potter conosce poco i suoi genitori e gli strumenti musicali emettono dei suoni piccoli, delicati, così come lo sono le dimensioni degli utensili stessi. Man mano che il protagonista acquisisce informazioni sui suoi genitori nel corso del lungometraggio, grazie ai racconti del professor Lupin, le note si fanno più importanti e crescono. In più, quando si parla della madre di Harry sentiamo note dal suono femminile e più dolce, mentre quando è il padre ad essere al centro del discorso ci sono toni molto più imponenti e gravi come i corni. La narrazione musicale va, dunque, al pari della sceneggiatura e la crescita stessa del maghetto protagonista.
Durante una partita di Quidditch, invece, si può sentire un motivo che è presente in moltissimi altri film della storia del cinema. Nello specifico questa successione di quattro note deriva da un famosissimo canto gregoriano del XIII° secolo, il Dies Irae. Il brano serve a contestualizzare al meglio il momento della storia in cui Harry gioca a Quidditch, mentre imperversa un violento temporale e, subito dopo, viene inseguito da un Dissennatore. Ad un certo punto, inoltre, vede tra le nuvole il simbolo del gramo, il quale è un presagio di morte per il povero malcapitato che lo avvista, con la musica di sottofondo che si fa sempre più tragica.
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban è il terzo capitolo della fortunata serie di film sul maghetto più famoso che ci sia, trasposizione dei romanzi di J.K. Rowling. Nel 2005 il compositore della colonna sonora, il grande John Williams che è famoso per aver composto i brani di Jurassic Park e Star Wars, ha ricevuto una nomination agli Oscar per la Miglior Colonna Sonora Originale, non riuscendo, però, a vincere. Considerando quanti segreti la musica in questa pellicola riesca a nascondere e quanto sia fondamentale per il tono di tutta la narrazione, siamo sicuri che si meritava molto di più.