Tale padre tale figlia. Questo è ciò che verrebbe da dire dopo la visione di The Watchers, il nuovo horror sovrannaturale presente nelle programmazioni dei cinema italiani a partire dal 6 luglio 2024. Sì, perché tutta la curiosità che questa pellicola si trascinava nei mesi prima della sua uscita era legata al nome della sua regista: Ishana Night Shyamalan. Ebbene, stiamo parlando della figlia ventiquattrenne di M. Night Shyamalan (qui nelle vesti di produttore esecutivo), al suo debutto alla regia di un lungometraggio dopo aver diretto sotto la guida del padre alcuni episodi della serie The Servant.
Apriamo questa recensione dicendovi che sin dalle premesse The Watchers (adattamento dell’omonimo romanzo di A. M. Shine) sembrerebbe un film che abbraccia in pieno lo stile del regista de Il sesto senso e The Village. Va detto: i suoi film sono spesso una scommessa, ma nel bene e nel male è un regista per cui vale sempre la pena pagare il biglietto, e lo attenderemo al varco il 7 agosto con il suo nuovo Trap. Cinema sperimentale, imprevedibile, misterioso e perturbante, capace di mescolare elementi del thriller con quelli del fantasy e dell’horror. Ma cerchiamo di capire quanta eredità paterna c’è nell’esordio della giovane regista americana.
Genere: Horror
Durata: 102 minuti
Uscita: 6 giugno 2024 (cinema)
Cast: Dakota Fanning, Georgina Campbell, Olwen Fouèré
Grande fratello
Perché è inevitabile un confronto tra Shyamalan Jr. e Shyamalan Sen. soprattutto se si parla di uno dei più importanti ed influenti registi degli ultimi trent’anni, autore di opere del calibro de Il sesto senso, The Village, Unbrekable e Split. Ma prima cerchiamo di dare due coordinate alla trama. Siamo in Irlanda, Mina (Dakota Fanning) è una ragazza ventottenne orfana di madre. Un giorno, durante un viaggio in macchina, si perde in una foresta senza possibilità di intercettare dei contatti con il mondo esterno. Un luogo che sin dall’incipit svela mano a mano la sua natura sinistra ed inquietante, capace di spaesare chiunque decida di avventurarsi.
Prima del tramonto, riesce a trovare rifugio in una casa abitata da coloro che nel corso del tempo si sono persi nella foresta, senza riuscire ad uscirne fuori (ci sono dei cartelli con scritto “punto di non ritorno” che formano un perimetro al di là del quale non è possibile voltarsi indietro). La particolarità di questo rifugio è che presenta una grande vetrata, attraverso cui delle strane creature che popolano la foresta (i the Watchers, da cui il titolo) osservano dall’esterno ciò che fanno gli esseri umani all’interno della casa, scrutando, studiando e carpendo i comportamenti dei protagonisti. Un po’ come se quest’ultimi fossero all’interno di un vero e proprio reality show (non solo sono consapevoli di essere osservati e imbastiscono dei piccoli sketch per intrattenere queste creature, ma guardano pure in televisione un programma simile al grande fratello).
Shyamalan Junior vs Shyamalan Senior
Thriller/Horror con creature misteriose e sovrannaturali che intercettano folklore e religione, immagini suggestive, trama imprevedibile e piena di capovolgimenti narrativi. Nel primo e nuovo film di Ishana Night Shyamalan sembrerebbero esserci tutti gli ingredienti di un qualsiasi film di suo padre. E in effetti ci sono dei marchi di fabbrica di Shyamalan Sen. soprattutto nell’impostazione della storia: accadono delle situazioni misteriose e fuori dagli schemi, c’è un innalzamento progressivo dell’asticella della tensione, e poi quando tutto sembra finito ecco l’imprevedibile (poi non così imprevedibile in realtà) plot twist finale che cambia la prospettiva della visione sul film. A volte il meglio e altre volte in peggio.
Si dice spesso che lo Shyamalan sceneggiatore non sia all’altezza dello Shyamalan regista, e purtroppo anche nell’esordio alla regia della figlia ci sono dei problemi di scrittura, situazioni forzate, personaggi di cui vorremmo sapere di più ma di cui non sappiamo nulla, e in generale una storia che fatica a spaventare davvero e a lasciare il segno. Ma nonostante questo rimangono dei momenti di cinema di alto livello, e una capacità da parte della regista (ricordiamo: ventiquattro anni) di creare delle immagini davvero potenti. Per questo non ci sentiamo di bocciare un prodotto di una figlia d’arte che forse ha sentito troppo il confronto con il padre, ma che comunque ha saputo offrire degli spunti visivi interessanti (stiamo parlando pur sempre di un esordiente). Siamo molto curiosi di vederla all’opera con produzioni future.
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La recensione in breve
Nel primo e nuovo film di Ishana Night Shyamalan sembrerebbero esserci tutti gli ingredienti di un qualsiasi film di suo padre: creature misteriose e sovrannaturali, immagini suggestive, trama imprevedibile e piena di capovolgimenti narrativi. Nonostante dei problemi di scrittura, rimangono dei momenti di cinema di alto livello. Saremo molto curiosi di vedere all'opera questa giovane regista esordiente. Speriamo con film che non temono il confronto con il cinema del padre.
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Voto ScreenWorld