In un periodo sempre più connesso come il nostro anche comprare è diventato sempre più semplice col tasto “Acquista”. Amazon è stato un precursore in questo senso per via della sua convenienza, ma quando non basta e si cercano prodotti a minor prezzo, ecco spuntare le applicazioni di vendita di seconda mano. Negli ultimi tempi app mobile come Vinted e Wallapop hanno preso il sopravvento su questa moda, mettendo in contatto molte persone, che siano distanti o meno.
Don’t Buy Seller inizia così, mostrando questo fenomeno così diffuso con una serie di ologrammi in cui sono mostrati in bella mostra prodotti di ogni tipo. Ma è sicuro tutto ciò? C’è da fidarsi di coloro che stanno dietro uno schermo? Proiettato al Florence Korea Film Fest 2024, il lungometraggio di Park Hee-Kon cerca di rispondere a questa domanda con un thriller superficiale e non convincente.
Genere: Thriller
Durata: 101 minuti
Uscita: 25 marzo 2024 (Cinema)
Cast: Kim Sung-kyun, Shin Hae-sun, Lim Chul-soo, Lee Zoo-young
Trama: Occhio a cosa si compra
La giovane Jang Soo-Hyun lavora per uno studio immobiliare, alle prese con un capo ambiguo e con un trasloco che la portata a vivere da sola. Quando la sua lavatrice si rompe, si trova in circostanze difficili per via del suo lavoro e il poco denaro, scegliendo di sostituirla con un elettrodomestico di seconda mano. Purtroppo, il prodotto giunge a casa guasto, senza alcuna possibilità di ripararlo. Soo-Yun prende la decisione di indagare sul truffatore online, diventandone il bersaglio, ricevendo chiamate su annunci che non ha mai messo, consegne di pizza mai richieste, arrivando perfino a ricevere dei pervertiti invitati dal misterioso criminale, rivelandosi un hacker impossibile da trovare. Ma una volta scoperto il cadavere di un giovane ragazzo, il vero proprietario della lavatrice guasta, si scatenerà la caccia all’uomo, ma allo stesso l’incubo di Soo-Yun inizierà a peggiorare sempre di più.
Un thriller a metà
Difficile identificare Don’t Buy the Seller fin dall’inizio. È un oggetto strano, uno di quei film che si fa fatica a inglobarlo in un solo genere. Se le premesse tratte dalla trama possono definirlo un thriller psicologico, Hee-Kon non riesce a trasmettere fin da subito l’atmosfera adatta, giostrandosi con una regia anonima, priva di anima, quasi come se fosse una serie tv, passando da un registro tipico della commedia, con personaggi caratterizzati da atteggiamenti oltre le righe, e una storia che ci mette molto ad entrare in un clima più teso e ansiogeno. Inoltre, la sceneggiatura ricalca le orme di quelle storie in cui la protagonista è perseguitata da uno stalker psicopatico, procedendo con forzature che si sarebbero potute evitare. Ciononostante, l’intrattenimento è assicurato con una seconda parte pienamente più thriller e cupa rispetto ad una prima tranche più scanzonata e rilassata, insinuando nello spettatore il dubbio sull’identità del feroce criminale, il quale sfruttava oggetti di ogni tipo delle vittime per ricavare più profitto possibile.
Come (non) combattere le truffe online
Da questo utilizzo dell’app da parte dell’assassino si può tornare alla questione fatta all’inizio: chi c’è dall’altra parte dello schermo? C’è effettivamente da fidarsi? Una tematica che viene presentata con la chiara situazione della povera Soo-Yun e le sue nefaste conseguenze. È un discorso che può essere ampliato tranquillamente anche nel caso delle app di incontri online e generalmente anche sui social: l’oggetto messo in vendita non viene trattato con incontri faccia a faccia, ma tramite chat del proprio dispositivo, ignari di chi sta dall’altra parte. I malcapitati che vengono truffati in questo modo molto spesso tendono a vendere/comprare senza pensarci due volte, fiondandosi a capofitto pur di sborsare meno denaro possibile. La pellicola sudcoreana vuole dare una dimostrazione di come sopravvivere a queste truffe, forse anche in maniera superficiale, reiterando il modus operandi del thriller poliziesco classico, rendendosi così prevedibile e poco accattivante.
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La recensione in breve
Nonostante le buone premesse, la pellicola di Park Hee-Kon si presenta con carenze legate soprattutto al reparto sceneggiatura e alla regia, rimanendo superficiali nelle tematiche e risultando anonimo nel suo proseguimento. L'intrattenimento, al contrario, è assicurato.
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Voto Screenworld