La Festa del Cinema di Roma si è aperta oggi con C’è ancora domani, atteso esordio dietro alla macchina da presa di Paola Cortellesi che nel film interpreta anche il ruolo di protagonista. Un film dolce e doloroso che, come dichiarato dalla stessa regista, desidera omaggiare e (ri)dare voce a tutte le donne di ieri, senza però dimenticare di parlare del presente.
Già perché sebbene sia ambientato in una borgata di Roma all’indomani della Seconda Guerra Mondiale il film ci parla di tematiche attualissime come il divario di genere, la violenza domestica e anche di amore. Un amore che si può manifestare in tante modalità, quella di una madre per i suoi figli o quello di due amiche, ma mai con uno schiaffo. Vi raccontiamo tutto nella nostra recensione di C’è ancora domani.
C’è ancora domani
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti
Uscita: 18 ottobre 2023 (Festa del Cinema di Roma), 26 ottobre 2023 (Cinema)
Cast: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli
Un omaggio alle donne di ieri
“Che ne vuoi sapere tu”. Una delle frasi ricorrenti in C’è ancora domani racchiude il senso del film: un racconto che descrive un microcosmo ben collocato nel tempo e nella Storia e che vuole ridare voce a tutte le donne a cui non è stato concesso di gridare. La trama si svolge nell’estate del 1946 e, tra rassegnazione e speranza, Delia (Paola Cortellesi) porta avanti la sua routine. Un tran tran fatto di tanto lavoro, un marito abusivo, due figli maschi pestiferi e una femmina, per la quale desidera un matrimonio felice, e la sua migliore amica Marisa (Emanuela Fanelli).
Una storia, la sua, che potrebbe somigliare a quelle dei racconti delle nostre nonne: una generazione di guerriere silenziose che hanno desiderato e lavorato davvero per un domani migliore, impegnandosi in prima persona nella società. Non tanto per loro stesse ma per quelle che sarebbero arrivate dopo. Infatti, non è un caso che Delia trovi abbia un occhio di riguardo verso la figlia Marcella (la bravissima Romana Maggiora Vergano), simbolo del suo domani.
Toni agrodolci
Jack Lemmon disse che è molto difficile scrivere un dramma, ancora di più una commedia e più ancora un dramma con toni comici perché, del resto, la vita è così. Sebbene sia al suo primo film da regista Paola Cortellesi riesce a confezionare una storia dura e spigolosa in cui però non mancano momenti di dolcezza e ilarità. Un mix agrodolce che ben si addice alle tematiche del film, in cui si ride e si piange.
Un film che, almeno a una prima visione, si svela a poco a poco: caratteristica che è senz’altro un punto di forza, anche se a tratti la narrazione sembra procedere senza una direzione precisa. Con tanti piccoli dettagli che assumono un senso solo a posteriori, C’è ancora domani sembra essere un film pensato per essere visto più volte, cosa tutt’altro che negativa, anche se così facendo le motivazioni che spingono la protagonista a compiere le scelte più importanti potrebbero apparire poco chiare a una prima visione. In ogni caso la prima prova da regista di Paola Cortellesi è stata ampiamente superata.
Roma
Oltre a Delia, alla sua famiglia e al quartiere. Rumorosa e silenziosa, fotografata con una tenerezza commovente come nei film neorealisti, Roma diventa un vero e proprio personaggio in C’è ancora domani: che si tratti della polverosa corte del palazzo di borgata in cui abita Delia o del palazzo signorile in cui lei e tante altre donne vanno a lavare e stendere lenzuola.
Una Roma popolare che non esiste più e che Cortellesi ricostruisce in modo autentico facendo pulsare i luoghi di vita propria, riportando sullo schermo una città che – come tante altre in giro per l’Italia, non vedeva l’ora di ricominciare a vivere. Una città popolata da donne che, a loro volta, non vedevano l’ora di farsi sentire e guardavano al futuro con speranza.
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La recensione in breve
Con il suo esordio alla regia C'è ancora domani Paola Cortellesi riflette sulle donne che hanno raccolto le macerie dell'Italia per costruirne una nuova guardando però sempre al presente con problematicità ma non senza sorriso.
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Voto ScreenWorld