Il corpo e il cervello. Il cuore e la testa. Il sesso e l’affetto. La morte e la vita.
È un film di contrasti quello di Yorgos Lanthimos, presentato in concorso al Festival di Venezia 2023 e in arrivo nelle sale italiane dal 25 gennaio 2024. Contrasti anche visivi, tra un bianco e nero espressionista e i colori saturati, tra personaggi dai volti martoriati e spaventosi, ma con animi gentili. Contrasti che trovano risoluzione, però, una volta arrivati a fine film.
Perché lì arriva la certezza, pura, immediata: quella di aver assistito a una delle migliori interpretazioni della carriera di Emma Stone, a uno dei migliori film del regista greco e, nell’occasione in cui stiamo scrivendo questa recensione di Povere Creature!, uno dei migliori film del concorso di questa Venezia numero 80. Coerentissimo con la filmografia di Lanthimos, il film che adatta liberamente il romanzo di Alasdair Gray del 1992 è una fiaba grottesca di formazione, sulla scoperta del mondo, sul piacere della vita e sull’emancipazione di una donna che da creatura sotto osservazione trova la propria identità, rispondendo solo a sé stessa.
Genere: Commedia
Durata: 141 minuti
Uscita: 1 settembre 2023 (Festival di Venezia), 25 gennaio 2024 (Cinema)
Cast: Emma Stone, Willem Dafoe, Mark Ruffalo
Crearsi da soli
Povere Creature! inizia con la morte. Con una donna che si lascia affondare nell’oceano. Poi, però, c’è la vita, offerta da un eccentrico scienziato di nome Godwin (Willem Dafoe), soprannominato God (Dio), che quella donna la riporta in vita, collegando il suo corpo adulto con il cervello di un infante. Ed è così che nasce Bella Baxter (Emma Stone), esperimento creato per amore della scienza, che nel corso del tempo impara tutte le azioni basilari di un essere umano, sotto la vigile attenzione del suo creatore. Le prime camminate, i primi balli, le prime parole: una vita di prime volte.
Ma la curiosità di Bella è tanta, troppa. Vuole uscire di casa, vuole scoprire il mondo, vuole vedere cosa c’è al di fuori di quelle mura che la proteggono. Vuole scoprire cos’è la vita libera, senza un padre al suo fianco. Bella vuole crescere. O forse deve. Ed è così che cede alla tentazione di seguire un furbo e meschino avvocato di nome Duncan (Mark Ruffalo), invaghito di lei, lasciando il proprio nido e iniziando a viaggiare per diverse città, scoprendo il sesso, lo champagne, i dolci e le persone estranee che, come lei, popolano il mondo, ognuno con la propria storia. E prendendo consapevolezza del proprio corpo, della propria libertà, della propria vita.
Povere Creature! è una storia di emancipazione e autodeterminazione, di auto-scoperta della propria identità. Un viaggio che trasla il significato di creatura, da cosa creata a essere vivente, da prodotto di qualcuno a risultato dei nostri stessi esperimenti. Una fiaba che, a cavallo tra Frankenstein e Pinocchio, risulta fuori dal tempo e, allo stesso modo, contemporanea.
Un mondo da scoprire
Quando parliamo di storia fuori dal tempo non ci riferiamo solo alle tematiche che il film affronta, capace di legare sapientemente la commedia grottesca con la satira sociale, coerentemente con lo stile di Yorgos Lanthimos, qui capace di prendere la lezione del precedente La favorita e aprirsi ancora di più nei confronti del pubblico (e senza snaturarsi: si percepisce in ogni minuto, e non solo nello stile di ripresa, che stiamo guardando un film dello stesso autore di The Lobster e Dogtooth).
Il mondo in cui è ambientato il film è un miscuglio di suggestioni e immaginari, una creatura di Frankenstein che unisce il più classico dei period drama vittoriani con suggestioni steampunk.
Come spettatori non possiamo che meravigliarci alla stregua di Bella. All’inizio è l’interno della magione di Godwin, ricca di assurdità nell’essere il prodotto di uno scienziato che sperimenta continuamente, persino con gli animali, che ci affascina. Poi, lentamente, quel focolare domestico inizia a starci stretto, quell’immaginario in bianco e nero diventa abitudinario, ed è allora che scopriamo i colori di un mondo open e irreale, straordinario nella sua composizione senza mai rivelarsi finto o esagerato. Ecco, la creatura di Yorgos Lanthimos è davvero una realizzazione allo stato dell’arte, artificiosa eppure credibile, inesplorata eppure accogliente. Un mondo perfetto nel quale compiere lo stesso percorso di Bella, trovandoci e ritrovandoci.
Emma Stone, Bella con anima
Certo, il cast del film è composto da una serie di nomi che non dovrebbero aver bisogno di presentazioni. Mark Ruffalo, interprete dell’avvocato Duncan, è ottimo nel cambiare registro, passando dal sembrare un uomo ricco e aitante a mostrarne tutta la sua sciocca finzione (e persino nei momenti più esagitati non appare mai troppo caricato). Willem Dafoe, col suo volto martoriato di cicatrici, non potrebbe essere uno scienziato eccentrico migliore e il giovane Ramy Youssef, nei panni di uno studente di medicina che deve studiare il comportamento di Bella, ha il physique du rôle perfetto.
Ma, senza girarci troppo intorno, è Emma Stone che svetta come mai ha fatto fino ad ora. All’inizio pura anima infantile, poi sempre più consapevole della propria identità e del suo “diventare grande”, Stone regala una delle sue interpretazioni più complete, mettendo a disposizione soprattutto il corpo come mai ha fatto fino ad ora. Nudità mai gratuite, ma sempre parte del motore della storia. Perché crescere significa anche venire a patti con la propria carne, senza vergogna. La sua Bella è davvero una creatura di pura anima, viva, sempre più consapevole. Ed è un personaggio capace di legarsi in maniera potente allo spettatore, che non può che provare il desiderio di scoprire la vita con gli stessi occhi ben aperti, enormi, ripieni di infantile curiosità come quelli di Emma Stone.
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La recensione in breve
Povere Creature! è uno dei film più belli del concorso di Venezia 2023. Coerente con la poetica di Yorgos Lanthimos, il racconto di emancipazione e crescita della protagonista, interpretata da una sublime Emma Stone, in un mondo artefatto ma affascinante è una storia emozionante sulla (ri)scoperta della vita, una commedia grottesca in cui perdersi e ritrovarsi.
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Voto ScreenWorld