Sembra messa lì per caso, ma forse non è così. Nella disordinata stanza di Barry Allen c’è la locandina di Inception in bella mostra. Non una citazione ma un indizio. Perché questo film è davvero un gioco di matrioske proprio come il sogno nel sogno di Christopher Nolan. Qui siamo più dalle parti dell’incubo nell’incubo. Almeno sulla carta, se consideriamo il lungo travaglio di un cinecomic partorito dopo tante fatiche, sfortune e imprevisti: i continui rinvii, i guai di Ezra Miller e il DC Extendend Universe che nel frattempo è diventato acqua passata.
Una cosa è certa: questo è un film che ha dovuto fare tanto ordine in mezzo al caos di un universo cinematografico al collasso. E che racconta proprio la storia di un eroe che deve fare tanto ordine in mezzo al caos di un multiverso al collasso. E in entrambi i casi bisogna fare i conti col passato (e anche con la passata di pomodoro). Insomma è davvero incredibile come la storia produttiva di quest’opera sciagurata sia identica a quella che racconta.
Nella nostra recensione di The Flash vi racconteremo un cinecomic bizzarro, sfrontato, a tratti divertente e in alcuni momenti troppo divertito. Di sicuro un film che non lascia indifferenti come altri scialbi cinecomic stanno facendo ultimamente. Perché Andy Muschietti ha messo il turbo a questa montagna russa che non ha paura né delle vertigini né di deragliare. E così ci catapulta dentro un’avventura multidimensionale senza sosta, fatta di alti e bassi. Qualcuno avrà la nausea, altri si esalteranno, ma nessuno potrà dire di essersi annoiato.
Genere: Azione
Durata: 144 minuti
Uscita: 15 giugno 2023
Cast: Ezra Miller, Michael Keaton, Ben Affleck, Sasha Calle
Indietro nel futuro
Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade, direbbe qualcuno. Questa volta è più un fatto di bivi, di intrecci, di incroci affollati. Ritorno al futuro segna la via di un’avventura spazio-temporale che piacerebbe molto a Marty McFly, scomodato molto spesso (non a caso) da questo The Flash. Dopo un prologo molto ispirato e travolgente (che sembra quasi un lungo addio all’universo di Zack Snyder), ritroviamo un esagitato Barry Allen alle prese con il processo di suo padre, accusato di aver ucciso sua moglie. Intenzionato a evitare la morte di sua madre, Flash cerca di tornare indietro nel passato per cancellare quella tragedia.
Peccato che finirà in posti e tempi inaspettati, creando paradossi spazio-temporali sempre più difficili da risolvere. Non aggiungiamo altro, perché la giostra merita di essere goduta senza ulteriori informazioni. Lo spunto, si sapeva, è il celebre fumetto Flashpoint (del 2011), ma il resto di The Flash si muove libero e anarchico nella mitologia DC divertendosi tantissimo a giocare con le icone pop della Distinta Concorrenza. Lo fa tra citazioni, ammiccamenti, camei previsti e altri clamorosi. Perché al netto dei suoi difetti lampanti, The Flash è un film che punta al divertimento con una precisa idea di spettacolo: spensierata, a tratti superficiale, ma anche gioiosa e commovente. Ve l’avevamo detto che era una montagna russa, no?
Frittata di spaghetti
Visto che il film usa gli spaghetti al pomodoro per spiegare cose importanti, passateci pure la metafora culinaria. Immaginate di avere tanti avanzi nel frigo. Non volete buttarli via e vi inventate una frittata dal sapore strano. All’inizio sentirete un po’ di amaro in bocca ma dal retrogusto sempre più particolare mentre masticate. Ecco, The Flash ci è sembrato così. Un film squilibrato, sfilacciato, con il piglio da commedia adolescenziale (che a James Gunn sarà piaciuto parecchio) e una personalità acerba che si forma mente lo guardi. Perché nella prima parte, quella dedicata ai due Barry Allen, The Flash assomiglia davvero a un buddy movie infarcito di comicità a tratti troppo puerile, che potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
Il film cresce con l’entrata in scena di un Michael Keaton sempre magistrale in fatto di carisma e presenza scenica.
Il suo è un Batman vecchia scuola ancora capace di rubare la scena con le sue movenze, i suoi gadget d’antiquariato e soprattutto con quel ghigno da pazzo che nessun Bruce Wayne visto al cinema ha mai avuto nel repertorio. A lui è dedicata la parte più avventurosa e più da classico cinecomic, grazie a scene action ben congegnate nella messa in scena, ma affossate da una CGI a tratti davvero pessima, troppo invasiva, sciatta e posticcia. Però in questa ricetta piena di ingredienti c’è anche spazio per il dramma intimo e per l’introspezione di un giovane ragazzo che deve smettere di guardarsi alla spalle e correre finalmente in avanti. Più generi nello stesso film, più salse nello stesso piatto. E soprattutto un grande paradosso alla base del tavolo. Perché se da una parte questo The Flash ci dice che non possiamo vivere rinchiusi nel passato, dall’altra si affida proprio alla nostalgia per giocare con i nostri sentimenti.
Imparare a fallire
Giovani che lottano, giovani che si affannano, giovani che devono lasciar andare. All’interno di questo grande luna park chiamato The Flash c’è anche spazio per una riflessione molto profonda sull’accettazione del fallimento. Così come la DC cinematografica ha fallito il suo disegno corale, anche Barry Allen deve affrontare i suoi limiti e fronteggiare un nemico spesso rifiutato dalla nostra società: sbagliare. Semplicemente fallire. E mentre ci muoviamo come schegge tra i detriti di universo cinematografico alla deriva (tra cui svetta un Ben Affleck che si fa sempre voler bene), The Flash in mezzo al suo caos riesce comunque a trovare la strada per arrivare al cuore.
Passata la saetta, però, rimangono dei dubbi. Perché è un paradosso andare così veloci, eppure arrivare sempre dopo la concorrenza. In questo caso due settimane dopo Across the Spider-Verse, che in qualche modo sfiora temi simili. E poi perché c’è da interrogarsi sulle derive feticiste della cultura pop. Visto che ormai ci esaltiamo più per la nostalgia che per il presente. Vittime di un passato da cui forse dovremmo allontanarci una volta per tutte, correndo con tutte le nostre forze verso il nuovo.
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La recensione in breve
Anarchico, bizzarro e divertente, The Flash riflette sul tema del fallimento. E lo fa abbracciando sia il suo protagonista che l'universo DC Warner nella sua interezza.
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Voto ScreenWorld