Sono passati due anni da Strappare lungo i bordi, la prima serie animata di Zerocalcare, eppure bastano pochissimi secondi, appena iniziato il primo episodio di quest’opera seconda, per risentirsi a casa.
Perché il fenomeno Zerocalcare, che sembra essere ben lontano dal conoscere segnali di stanchezza, in qualche modo ci appartiene davvero. Più di un autore è un personaggio. Più di un personaggio è la voce di un’intera generazione.
Se in libreria la carriera di Michele Rech continua a sembrare inarrestabile, si era parecchio curiosi di vedere come il nostro sarebbe riuscito a replicare il successo di una serie animata che aveva lasciato un segno indelebile nel nostro immaginario collettivo degli ultimi anni. Perché si sa, la seconda volta è sempre più difficile.
Inutile tergiversare: come vedremo nella nostra recensione di Questo mondo non mi renderà cattivo, i nuovi sei episodi animati di Zerocalcare (di cui abbiamo visto i primi quattro) confermano e migliorano le ottime impressioni di due anni fa, regalandoci un autore che sembra più a suo agio col mezzo, più sicuro, più maturo, ancora più divertente e ancora più profondo. L’ennesimo centro per un autore che sembra non sbagliare nulla e che continua un percorso coerentissimo con la sua poetica, non perdendo di vista il cuore del racconto.
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 30 minuti – 6 episodi
Uscita: 9 giugno 2023 (Netflix)
Cast: Zerocalcare, Valerio Mastandrea.
Storia di ritorni
Iniziare la visione di Questo mondo non mi renderà cattivo significa accogliere più ritorni.
Quello di Zerocalcare in formula episodica e animata, come prima cosa, che metterà a dura prova la resistenza dello spettatore a evitare il binge-watch di tutta la serie in una sola seduta (e noi vi consiglieremo di cercare il più possibile di lasciar sedimentare ogni singolo episodio).
Quello di Zero, l’armadillo, Secco, Sarah e tutti i personaggi che popolano l’universo narrativo del suo autore. Questo è il ritorno che più profuma di casa, al di là dei tormentoni diventati ormai parte del linguaggio comune provenienti dalla serie precedente e dalle opere a fumetti, perché la Roma di Zerocalcare ormai è una città che conosciamo benissimo. Ne riconosciamo i luoghi, la gente che li popola. Ne riconosciamo la vita, comica e drammatica al tempo stesso, realistica e personale.
Guardare Questo mondo non mi renderà cattivo significa ritornare a respirare quei ritmi, quella comicità, quelle musiche, ma anche quella schietta crisi esistenziale, piena di paranoie personali, rimorsi, rimpianti, amalgamati in riferimenti dell’immaginario pop con cui i millennials sono cresciuti.
E, addentrandoci di più nella trama della serie, la narrazione si basa su un ritorno inaspettato, quello di Cesare, vecchio amico di Zero che, dopo essere stato per vent’anni in comunità, ritorna nel quartiere, trovando molti cambiamenti, riguardanti posti e persone.
Inizia accomodando lo spettatore, questa seconda serie di Zerocalcare, facendolo sentire al sicuro, ma più si procede con la visione, più le certezze sono destinate a crollare.
Solita formula, nuova maturità
Formula che vince non si cambia. E come potrebbe essere altrimenti? Lo stile di Zerocalcare (fumetti e serialità) rimane quello che l’ha reso famoso, con il suo linguaggio imperfetto (critica mossa all’epoca della prima stagione che qui trova risposta), le parole veloci, il passaggio tra un tono comico e drammatico in brevissimo tempo. Il tutto mantenendo inalterato anche quell’equilibrio miracoloso (nei ritmi, nei toni, nei limiti che si impone) da perfetto storyteller, a cui si è obiettivamente incapaci di resistere. Con episodi dalla durata doppia rispetto a Strappare lungo i bordi si percepisce subito un maggiore controllo e una maggiore esperienza che ha animato l’autore, spingendolo ad alzare – se possibile – ancora di più l’asticella qualitativa.
La nuova storia, infatti, richiede un respiro più ampio, sintomo di una maturità necessaria, per niente scontata, ma che l’autore ha giustamente rivendicato. Perché al contrario dell’opera di due anni fa, Questo mondo non mi renderà cattivo affronta tematiche più delicate, si espone di più, soprattutto politicamente, rischiando di scontentare parte del pubblico che poteva aver amato la serie precedente.
Si ride molto, ma soprattutto in maniera amara perché, consapevole di riuscire a parlare a un’intera generazione che soffre le stesse paturnie dei protagonisti, stavolta Zero non fa sconti. Si butta nell’attualità, critica il mondo intorno a lui e sé stesso, ma soprattutto si mette in discussione. Con una lucidità di sguardo che sorprende e che, per quanto faccia da sempre parte del gioco del suo autore, colpisce con più forza.
Questione di voce
Come ovvio che sia, anche in questo caso Zerocalcare doppia da sé tutti i personaggi dell’opera (ma il modello rimane quello della serie precedente, con le dovute sorprese) con l’eccezione dell’armadillo, ancora una volta doppiato da Valerio Mastandrea.
Chiaramente, la voce e la dialettica di Zerocalcare fa parte della scrittura stessa della sua storia e risulta impossibile scindere i due elementi.
È anche una dichiarazione d’intenti, perché sottolinea più di una volta come il racconto sia frutto della visione del mondo del suo autore. È la sua voce interiore, un flusso di coscienza che ci viene concesso e che siamo tenuti ad ascoltare.
Per questo colpiscono durissimo i momenti in cui lo stesso Zero è obbligato a doppiare alcuni dialoghi. Mentre sullo schermo due personaggi litigano, discutono, si sfogano e si parlano, dietro le quinte la persona che dona la voce a quei dialoghi è sempre una sola. Quasi dovesse esorcizzare quei momenti e potesse farlo solo rivivendoli ad alta voce, per fare pace con sé stesso, per superarli e digerirli.
E se alla nostra visione mancano solo due episodi per capire se davvero siamo dalle parti della perfezione (per questo ci riserviamo il diritto di tenere un mezzo voto in meno), non possiamo che applaudire a questo rarissimo esempio di un talento fuori dal comune che sa come raccontare una storia. La sua, che per certi versi diventa anche nostra.
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La recensione in breve
Questo mondo non mi renderà cattivo non solo è un nuovo tassello nell'universo narrativo di Zerocalcare perfettamente coerente con il resto della sua produzione, ma migliora la serie precedente. Con una storia perfettamente narrata, bilanciando i momenti comici con quelli drammatici, Zerocalcare si dimostra una volta di più un abilissimo e raro autore, capace di parlare direttamente a e su un'intera generazione. Una serie matura, a cui non resta che applaudire.
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Voto ScreenWorld