Dal 2016, quando è stata introdotta la nuova sigla dei Marvel Studios, solo tre film hanno deviato dalla struttura classica che si basa sui vari personaggi importanti del Marvel Cinematic Universe: Captain Marvel, che omaggiava il da poco scomparso Stan Lee; Black Panther: Wakanda Forever, che ha fatto la stessa cosa con il compianto Chadwick Boseman; e ora il terzo lungometraggio dedicato ai Guardiani della Galassia, che si apre con immagini del gruppo e basta, per sottolineare come questo sia l’episodio finale delle avventure del team (o almeno di questa formazione, come per gli Avengers che torneranno con membri nuovi), nonché l’addio alla Marvel del regista James Gunn, che nel frattempo è stato scelto come responsabile artistico del settore cinematografico della DC. Di tutto questo parliamo nella nostra recensione di Guardiani della Galassia Vol. 3.
Guardiani della Galassia Vol. 3
Genere: Fantascienza
Durata: 150 minuti
Uscita: 3 maggio 2023 (Cinema)
Cast: Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, Vin Diesel, Bradley Cooper, Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter, Linda Cardellini, Nathan Fillion, Elizabeth Debicki, Maria Bakalova, Sylvester Stallone
La trama: il lato oscuro dell’evoluzione
Dopo aver salvato l’universo e sconfitto Thanos, i Guardiani hanno ora la loro fissa dimora su Knowhere, il mondo situato all’interno del cranio di un Celestiale morto. Tutto come prima, o quasi: Peter Quill, depresso per la morte di Gamora, si è dato alla bottiglia, mentre la sosia temporale dell’amata, che non ha alcun attaccamento emotivo per quanto riguarda la squadra, è attiva in un altro settore della galassia. C’è ancora il conto in sospeso con i Sovereign, che hanno creato un essere potentissimo, Adam Warlock, per uccidere i Guardiani; e poi c’è il passato di Rocket che fa irruzione nella persona dell’Alto Evoluzionario, uno scienziato che insegue il sogno utopistico di un mondo perfetto popolato da specie di sua ideazione.
Il cast: una stramba famiglia spaziale
Dai film precedenti, con tutto il carisma intatto, ritornano Chris Pratt (Quill), Zoe Saldana (Gamora), Dave Bautista (Drax), Karen Gillan (Nebula), Pom Klementieff (Mantis), Sean Gunn (Kraglin), Elizabeth Debicki (Ayesha), Sylvester Stallone (Stakar Ogord) e Vin Diesel e Bradley Cooper (rispettivamente le voci di Groot e Rocket in inglese). Dopo una breve apparizione nello speciale natalizio realizzato per Disney+ si aggiunge al team anche Maria Bakalova, che presta la voce al cane Cosmo, mentre Linda Cardellini, che nei film degli Avengers era la moglie di Clint “Hawkeye” Barton, è Lylla, una lontra che Rocket ha conosciuto prima di diventare membro dei Guardiani. L’Alto Evoluzionario è un inquietantissimo Chukwudi Iwuji, già alla corte di James Gunn nella serie Peacemaker, e Will Poulter interpreta un Adam Warlock ancora non del tutto pronto a interagire con il mondo circostante. Collaboratori ricorrenti del regista, tra cui Nathan Fillion e Jennifer Holland, appaiono brevemente, e Dee Bradley Baker, attore specializzato nei versi di animali e mostri, presta la voce a Blurp, una creatura che accompagna Stakar e la sua squadra di Ravagers.
Una seconda possibilità
“Tutti meritano una seconda chance”, recita uno dei personaggi in un momento cruciale del film. Una frase che riassume la natura per certi versi miracolosa del lungometraggio stesso, che ha rischiato di non vedere la luce nella sua forma attuale: inizialmente previsto per il 2020, è stato rimandato a data da destinarsi quando, nell’estate del 2018, la Disney ha licenziato James Gunn dopo che alcuni troll di estrema destra avevano riesumato vecchi tweet con battute di dubbio gusto su argomenti come lo stupro e la pedofilia, al fine di screditarlo e distruggergli la carriera; dopo qualche mese il cineasta è stato prima reclutato dalla DC per girare The Suicide Squad, e poi assunto nuovamente dalla Casa del Topo per portare a termine la storia dei Guardiani. Due film diversi per toni e atmosfere, ma accomunati dal loro essere la piena espressione della poetica di un regista che crede nella redenzione, nell’empatia, nell’amicizia, nella famiglia (nei titoli di coda vengono ringraziati colleghi e sodali che lo hanno pubblicamente difeso nel periodo di crisi). E in entrambi i casi è possibile intravedere un bel dito medio nei confronti di chi lo dava per professionalmente defunto, due avventure fumettistiche a suon di “Sono tornato, m***e!”.
Gli amici se ne vanno
Dopo due film consecutivi appesantiti dal contrasto fra l’avventura singola e le esigenze della trama orizzontale del MCU, ora nel pieno della Multiverse Saga, è un’autentica ventata d’aria fresca ritrovarsi davanti a un film che non solo è indubbiamente il parto creativo del suo autore, rinvigorito da una libertà creativa che in questo contesto ha dell’inaudito (difficilmente gli avrebbero concesso di spingersi così in là con risvolti più cupi ai tempi dei primi due volumi, ricordati soprattutto per il loro humour irriverente), ma anche un’avventura completamente a sé, che se ne infischia di qualunque rimando che non sia il necessario – e ironico – riepilogo della Infinity Saga per chi si fosse perso il crossover con gli Avengers. Perché dopo quasi dieci anni è giunto il momento di chiudere il cerchio e congedarsi da questi Guardiani, ed è quindi giusto che i 150 minuti del film siano tutti su di loro: le loro frustrazioni, le loro lacrime, il loro sangue, ma anche le loro risate e l’affetto che li legherà per sempre. E se nel 2014 il primo volume dimostrava che la Marvel non aveva smesso di stupire, facendoci piangere con la battuta “Noi siamo Groot”, nel 2023 – guarda caso, l’anno in cui i nostri hanno salvato l’universo nel “presente” del franchise – ci pensa il terzo a ricordarci che la Casa delle Idee è ancora in grado di emozionare sul grande schermo.
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La recensione in breve
James Gunn si congeda dalla Marvel con un'ultima avventura dei Guardiani, intrisa di pathos, risate, lacrime, azione, spettacolo e tanto, tanto cuore.
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Voto ScreenWorld