Erano quindici anni che il regista indiano in trasferta nel mondo angloamericano Shekhar Kapur mancava all’appello sul grande schermo, dopo aver firmato Elizabeth: The Golden Age e dato a Cate Blanchett la sua quarta nomination all’Oscar (e la seconda per lo stesso ruolo). E come per quel film, il suo ritorno dietro la macchina da presa segue lo stesso percorso di uscita, con anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e successivo passaggio italiano alla Festa del Cinema di Roma. E di questo parliamo nella nostra recensione di What’s Love?.
What’s Love?
Genere: Fantastico
Durata: 130 minuti
Uscita: 16 marzo 2023 (Cinema)
Cast: Zachary Levi, Asher Angel, Jack Dylan Grazer, Adam Brody, Rachel Zegler, Ross Butler, Meagan Good, Grace Caroline Currey, D.J. Cotrona, Lucy Liu, Djimon Hounsou, Helen Mirren
La trama: questo matrimonio s’ha da fare!
Zoe, regista di documentari, fatica a farsi approvare i progetti perché i committenti vorrebbero degli argomenti più allegri di quelli che lei è solita proporre. L’opportunità ideale si presenta quando l’amico d’infanzia e vicino di casa Kazim le svela che ha deciso di fare contenti i genitori e accettare un matrimonio combinato (o, come dice lui, assistito).
Zoe riesce quindi a farsi finanziare un documentario sull’argomento, al fine di rimuovere lo stigma che accompagna la questione ai giorni nostri. Mentre lavora a questo, cerca anche di risolvere il problema legato alla propria vita privata, cosa non semplice quando la madre è la prima a prenderla in giro al riguardo.
Il cast: India vs. Inghilterra
Zoe è Lily James, uno dei nuovi volti di fiducia del cinema inglese contemporaneo grazie a Downton Abbey e ruoli in progetti hollywoodiani importanti come Cenerentola (2015) e il sequel di Mamma Mia!, mentre Kazim è Shazad Latif, noto soprattutto per essere stato Ash Tyler/Voq nelle prime due stagioni di Star Trek: Discovery. La madre di lui è Shabana Azmi, celebre attrice indiana ed ex-compagna del regista, che l’aveva diretta nel suo primo lungometraggio negli anni Ottanta.
Quanto a Cath, la genitrice di Zoe, ella ha il volto e i tempi comici di Emma Thompson, presenza quasi obbligatoria in un progetto come questo per il suo statuto di emblema dell’umorismo britannico dai tempi dell’università, quando faceva squadra con Stephen Fry e Hugh Laurie.
Cosa c’entra l’amore?
Argomento personale per il regista, indiano, e per la sceneggiatrice Jemima Khan, inglese ma ex-moglie del politico pakistano Imran Khan, quello della cultura regionale è da sempre un tema delicato in ambito britannico, data la storia imperialista del Regno Unito, ma qui trova solide basi comiche insieme a un trattamento nel segno del rispetto e della verosimiglianza, riflettendo anche la vera diversità della società inglese – soprattutto londinese – ai giorni nostri (basti pensare a Latif, che nel 2009 è stato scritturato per la serie spionistica Spooks in quello che all’epoca era un inconsueto ruolo positivo, laddove altri connazionali, soprattutto negli USA, continuavano a interpretare terroristi sul piccolo schermo).
Lo stereotipo, quando appare, è volutamente messo alla berlina tramite la parziale ignoranza di Cath, che vuole adattarsi alle usanze dei vicini ma non riesce a non farsi scappare qualche luogo comune, per quanto non particolarmente pesante.
Intrattenimento elementare ma efficace
Forse per la sua relativa inesperienza in merito (i suoi film precedenti non sono particolarmente noti per la componente più leggera), Kapur segue il copione senza veri e propri guizzi, affidandosi soprattutto alla bravura degli interpreti e all’equilibrio dello scontro culturale. Scontro che, al netto di un canovaccio che non cerca di reinventare gli stilemi del genere, produce risultati simpatici e si aggiunge senza vergogna alla scuderia della Working Title, la casa di produzione che ha dato i natali a capisaldi della risata britannica come Quattro matrimoni e un funerale, Il diario di Bridget Jones e Love Actually.
E anche se in questa sede manca forse un autentico momento di culto come nei predecessori appena menzionati, l’effetto finale è quello di un sincero sorriso che rimane anche dopo le quasi due ore di visione.
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La recensione in breve
Con What’s Love Got to Do with It? Shekhar Kapur non cerca di reinventare la commedia romantica, ma il meccanismo elementare funziona grazie a una premessa non banale e un cast in perfetta sintonia.
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Voto ScreenWorld