Dragon Ball è da sempre stato un diritto inalienabile per ogni essere umano sulla Terra. Per chiunque abbia trenta anni o poco più, è difficile non emozionarsi nel pensare all’impatto che l’eterna opera di Akira Toriyama ha avuto su molteplici generazioni di lettori, spettatori e anche videogiocatori.
Sono passati quasi diciassette anni dall’ultimo capitolo di Dragon Ball Budokai Tenkaichi, periodo di tempo in cui i molteplici fan sparsi nel mondo (ne parlavamo qui) ne hanno richiesto un nuovo capitolo a gran voce, ed eccolo qui e per la prima volta si utilizza il titolo giapponese, Sparking! appunto
Il mercato videoludico non è certo povero di titoli dedicati a Dragon Ball, ma con Budokai Tenkaichi si torna ad un’esperienza dedita totalmente al puro divertimento, con una ricerca stilistica che ne rievoca i gusti e i sapori delle battaglie più iconiche, a suon di arti marziali e colpi energetici. Partite alla ricerca delle Sfere del Drago in questa recensione di Dragon Ball: Sparking! Zero.
Dragon Ball: Sparking! Zero, da zero a cento
Il lavoro dei ragazzi di Spike Chunsoft riprende lì da dove si era fermato anni prima: la saga di Budokai Tenkaichi si è sempre contraddistinta da scontri con la telecamera posizionata alle spalle del protagonista, pur mantenendo una visuale ampia e libera sul resto della mappa da gioco.
La velocità e l’esecuzione sono armi potenti da dover padroneggiare sin da subito, con la benedizione di una mappatura dei tasti estremamente semplice: un tasto per l’attacco primario e un secondo attacco per la potenza offensiva energetica, con una barra di aura da caricare per eseguire gli attacchi energetici più potenti. Niente di più, niente di meno.
Per anni il franchise di Budokai Tenkaichi è stato criticato proprio per la sua natura estremamente sbilanciata, per non avere un approccio tecnico puro come negli altri picchiaduro, abbracciando proprio quelle facilitazioni che hanno reso estremamente accessibile il gioco a tutti, ma con Sparking! Zero qualcosa, anche di poco, è cambiata.
Mordi e fuggi
Se tutte le fasi offensive, tra arti marziali e attacchi energetici, hanno mantenuto la stessa sinergia di esecuzione adrenalinica, in Sparking! Zero si richiede un certo grado di maestria per padroneggiare elusione e schivate, ma appena si prende confidenza con queste e il resto del sistema di combattimento, il divertimento è assicurato.
Non mancheranno i classici gradi di maestria dei diversi personaggi che aumenteranno in base alle volte che selezioneremo quello specifico guerriero in battaglia, a cui poi non mancherà la personalizzazione tanto estetica quanto nelle statistiche, dai più forti e pregiati come Goku, Vegeta o Gohan, fino all’innocuo Mr. Satan.
Qualche cruccio si ritrova in quella che è la modalità storia, in quanto il classico sistema di catalogazione per archi narrativi è stato accantonato a favore di eventi dedicati ai singoli personaggi. Per farla breve, un personaggio come Goku non potrà concludere la saga di Cell, dato che effettivamente, il potente androide, non verrà sconfitto da lui, ma da Gohan, oppure scegliendo Vegeta la sua storia inizierà direttamente dalla saga di Freezer, omettendo totalmente tutto quello successo prima.
Una scelta particolare, forse non del tutto riuscita, anche perché il resto dei contenuti narrativi sono esposti tramite cutscene alcune volte ben realizzate, altre volte come fossero delle immagini in movimento di una cartolina. Si apprezzano le venature inedite delle linee narrative di tanti eventi What If, ma permangono dubbi su queste scelte creative, sicuramente non prive di coraggio.
Un pantheon di personaggi impressionante
Sparking! Zero segue fedelmente la linea iniziata dai precedenti Budokai Tenkaichi: tanti, tantissimi personaggi. La libertà di poter attingere a tantissimi guerrieri è sempre stato uno dei punti di forza del franchise: Dragon Ball, Dragon Ball Z, GT e Super, assieme a tutti i personaggi dei vecchi film d’animazione.
Il roster tocca quota 180 personaggi. Spesso alcuni si ripetono in quanto si vanno a contare versioni specifiche di un combattente, presente in più archi narrativi, pur cambiando stile di combattimento e attacchi speciali.
Il vero rammarico, paradossalmente, è che Sparking! Zero è proprio quel tipo di gioco che ci saremmo aspettati, senza portare nulla in termini di novità. Al netto della longevità, che potrebbe attestarsi facilmente anche sul centinaio di ore se si parte alla scoperta di ogni singolo personaggio, quello che abbiamo tra le mani è l’ennesimo regalo che ogni appassionato dell’opera di Akira Toriyama non dovrebbe lasciarsi sfuggire.
La recensione in breve
Dragon Ball: Sparking! Zero rievoca i fasti della saga Budokai Tenkaichi in lungo e in largo, senza esclusioni di colpi, con un roster gonfissimo, includendo anche i personaggi di Dragon Ball Super. Manca di una vera e proprio novità, e la modalità storia presenta una sperimentazioni per capitoli dedicata ai singoli personaggi che potrebbe non portare a casa molti consensi, ma tutti sappiamo che il gioco comincia quando iniziano i combattimenti e lì, la forza di Sparking! Zero supera ogni limite conosciuto.
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Voto ScreenWorld