Inutile negare l’ovvio, FromSoftware con i suoi soulslike ha realisticamente cambiato il modo di percepire e fruire il medium videoludico con un livello di sfida portato come perno centrale dell’esperienza di gioco, come anche la necessità di conoscere e applicare tutta la ricca grammatica di gioco.
Con il tempo gli emuli, le ispirazioni, sono state senza freni e ininterrotte, dunque eccoci con una lista che cercheremo di aggiornare mano a mano, ricca di titoli che vi consigliamo apertamente. Attenzione, non si tratta per alcuni titoli di giochi perfetti, magari alcuni buoni ma con forti criticità, ma almeno secondo noi, sono giochi da provare almeno una volta per farsi un’idea. Ecco dunque i 18 migliori soulslike da giocare.
Demon’s Souls
Il papà del genere, quello che alla sua prima iterazione non ha avuto un successo immediato, ma che è riuscito a ritagliarsi una fetta importante di appassionati, per poi esplodere con Dark Souls. Il titolo ha ricevuto un recente lavoro di Remake che trovate in esclusiva su PlayStation 5 che ne riprende tutta la bellezza. Un titolo sicuramente non perfetto e ricco di criticità, ma che può essere giocato solo per capire da dove è partito tutto.
Dark Souls
Impossibile non citare la saga che ha lanciato FromSoftware nell’Olimpo. Posizione furbetta in quanto con Dark Souls intendiamo tutti e tre i capitoli usciti fino ad oggi. Magari c’è chi ama la perfezione classica del primo capitolo, chi la sperimentazione del secondo e chi l’ottimizzazione del terzo, ma in tre giochi vi ritroverete ad avere delle avventure e dirette esperienze ludiche impressionanti. Da qui poi comincia tutto.
Nioh
Il Team Ninja ci prende la mano e tenta la sua declinazione di soulslike con Nioh. Questo assieme al sequel si sono rivelati dei giochi estremamente ottimizzati nella declinazione più action, pur non mancando di intensi fattori e stilemi da gdr che rendono la saga una tra le più complete per approccio alla personalizzazione come alla longevità. Ancora oggi validissime alternative per chi cerca un approccio più arcade e action.
Lies of P
L’ultimo arrivato (recuperate la nostra recensione) del genere è anche quello che si è rivelato essere una piacevolissima sorpresa. Portato avanti da un team piccolo, ma appassionato, il gioco pur peccando in qualche aspetto, si è rivelato essere un’esperienza di gioco assai ricca e variegata, in particolare per le tante possibilità di personalizzazione del personaggio. Una piacevole virgola in un periodo non proprio florido per il genere.
Bloodborne
Forse uno dei punti più alti raggiunti da FromSoftware con una sperimentazione delle meccaniche di gioco assolutamente libera. Con una lore raffinata, un approccio al gioco in parte inedito e appagante, Bloodborne è ricordato da tutti come un autentico capolavoro, qualcosa di inarrivabile almeno nella sua struttura e logica produttiva. In tanti lo emulano, ma ancora nessuno è arrivato a tali livelli di suggestione estetica.
The Surge
I tedeschi di Deck13 non sono nuovi al genere e all’arrivo di The Surge avevano nel curriculum già il primissimo Lords of the Fallen. The Surge riuscì nell’intenzione di distaccarsi da estetiche cadenti e rudimentali per spostarci in un non lontano futuro, con esoscheletri, robot e una trama sci-fi niente male. Si annovera anche il sequel, The Surge 2, non dissimile nella struttura dal primo e pur non essendo giochi perfetti, sono titoli ben realizzati e appaganti.
Steelrising
I ragazzi di Spiders sono dei francesi impazziti, infatti passano da un genere all’altro, piazzando alcune volte interessanti produzioni, lasciandone altre nel limbo della mediocrità. Steelrising è un soulslike intrigante nella realizzazione storica ed estetica, con un 1800 in salsa clockpunk, pur presentendo forti sbilanciamenti sul fronte ludico e relative meccaniche di gioco. Niente che possa rovinare l’esperienza di gioco, pur non essendo performante, ma strappa ore di divertimento.
Code Vein
Torniamo sulla sponda Giapponese con Code Vein, soulslike interessante nell’estetica, richiamando quelle tavole di disegno dei manga, pur presentando una classica formula di gioco, forse anche troppo, che tiene il titolo incollato al punto di partenza, senza mai decollare. Tanti oggetti e armi, ma è possibile che dopo un paio di missioni, tutto vi porti ad abbandonarlo. Un gioco completo e tre DLC completano il pacchetto che comunque si lascia ben giocare.
Hellpoint
Un misto tra Punto di Non Ritorno e una struttura aperta all’ibridazione di un soulslike, Hellpoint non è un gioco esente da difetti, ma si trova in questa lista perché ha nell’ambientazione spaziale un grande punto a favore, assieme ad alcune meccaniche riguardo la gestione del tempo e l’arrivo di minacce sempre più grandi. Il resto è la fiera del già visto, ma merita la vostra attenzione.
Elden Ring
Tranquilli, non lo abbiamo dimenticato, semplicemente qui non sappiamo cosa scrivere. Il titolo rappresenta l’esperienza massima, totalizzante per la fruizione del soulslike come lo ha concepito ed evoluto FromSoftware. Giocare e provare per credere.
Wo Long: Fallen Dynasty
Da Nioh a qui il passo è breve (recuperate la nostra recensione al gioco) e infatti se avete amato i due Nioh, amerete anche questo. Leggermente più tecnico e molto più dispersivo, con un bilanciamento della difficoltà non proprio piacevole, ma rimane un altro titolo longevo che si può approcciare a più livello di personalizzazione.
Sekiro: Shadow Die Twice
Altro titolo del pantheon FromSoftware che è riuscito a rendere l’esperienza di gioco un vero nucleo di gioco totalizzante e appagante. Ancora una volte un gioco difficile da afferrare, ma pieno di vita, di idee, di approcci al gioco e di poesia. Assieme a Bloodborne una delle diverse sperimentazioni FromSoftware che sono rimaste nel cuore di tanti appassionati.
Ashen
Un mondo in declino, una luce lontana e un viaggio minimale e privo di troppi dettagli. Non un’esperienza piena, appagante o perfetta, ma Ashen rientra in quella categoria di giochi da provare se si è in cerca di un’esperienza soulslike diversa dal solito.
Mortal Shell
Titolo sviluppato da veterani del settore che si approcciano a un’avventura soulslike. Interessante l’idea all’epoca inedita di un mondo aperto dove poi raggiungere i dungeon e completare le missioni e globalmente il gioco è assai interessante sul fronte del livello di sfida come della meccanica della possessioni dei corpi. Il resto è un matrimonio dove non tutti i reparti sono stati smussati per bene, ma c’è un interessante livello di sfida e tantissime cose da scoprire. I puristi potrebbero amarlo, come odiarlo.
Thymesia
Sperimentazione a basso budget? Perché no. L’idea globalmente non è neanche malaccio, ma a mancare è quel fattore che ti invoglia a continuare ad andare avanti e a questo metteteci anche alcuni boss davvero difficili da sconfiggere proprio per una progressione bislacca del personaggio. Anche qui, non perfetto, estremamente limitato, ma da provare.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin
Il soulslike che non ti aspetti, quello immerso nel mondo del primissimo Final Fantasy, deriso dal web prima dell’uscita, per poi ritagliarsi una fetta di grandi appassionati. Un approccio al gioco figlia di Team Ninja che predilige classi mutevoli, attacchi di gruppo e grande varietà nella personalizzazione. Un titolo che esplode nella follia (vedete voi se in positivo o negativo) proprio nelle fasi finali.
Star Wars Jedi
Due capitoli (recuperate qui la nostra recensione di Star Wars Jedi: Survivor) per un progetto fortemente virato all’esperienza soulslike a cui quasi nessuno sembrava voler credere, almeno al primo Fallen Order, e invece il gioco si è rivelato ottimo, divertente, appagante, ben narrato. In attesa del terzo capitolo.
Lords of the Fallen
Citato in occasione della descrizione di The Surge, Lords of the Fallen nel tempo ha avuto una doppia vita. Prima il capitolo iniziale, fortemente ispirato al classico di Dark Souls, per poi essere ripreso proprio recentemente (recuperate qui la nostra recensione) per mano di altri sviluppatori con un soft reboot, che al netto delle buone idee come intenzioni, resta sempre un titolo pieno di difetti. L’esperienza comunque può essere interessante.
Elden Ring: Shadow of the Erdtree
Ha senso inserire questo titolo? Pensiamo assolutamente di sì. Se Elden Ring è totalmente fruibile nella sua forma base, il suo DLC Shadow of the Erdtree è talmente corposo da essere paragonabile ad un gioco a se stante. Tra le 30 e le 40 ore di gioco per un contenuto che potrebbe vivere come gioco singolo, solo per aumentare il monte di divertimento e di ore e continuare a vagare nelle terre dentro e fuori l’Interregno. Qui trovate la nostra recensione.