Il rapporto tra Batman e i videogiochi ha radici lunghe e lontane nel tempo. Prima, durante e dopo che Tim Burton e la Warner ne facessero delle saghe di grande successo, il cavaliere oscuro era lì sulle nostre console e sui nostri computer a farci compagnia, molto spesso con tie-in e adattamenti poco riusciti. E così è stato fino al 2009, anno d’uscita dello straordinario Batman: Arkham Asylum a cura dei Rocksteady Studios, e dei due altrettanto validi titoli che ne sono seguiti e che, ad oggi, compongono una trilogia difficilmente superabile per quanto riguarda i videogiochi dedicati ai supereroi. Semplicemente per una volta, anzi per tre volte, eravamo stati davvero l’uomo pipistrello e avevamo difeso Gotham dai suoi altrettanto iconici nemici.
Un po’ come successo al cinema dopo i tre film su Batman realizzati da Christopher Nolan, anche il mondo dei videogiochi si trova adesso nella difficile situazione di capire come andare avanti da qui, come superare lo scoglio di una trilogia amatissima da pubblico e critica e proporre qualcosa che sia nuovo ma al tempo stesso all’altezza di quanto proposto precedentemente. Ed è proprio quello che si propone di fare questo Gotham Knights – nuovo videogioco sviluppato da WB Games Montréal, disponibile dal 21 ottobre 2022 solo per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC – ambientato in un universo alternativo rispetto alla saga di Arkham.
Non si tratta quindi di un sequel diretto, ma nemmeno di un reboot. Questo perché in Gotham Knights Batman è quasi totalmente assente. Ed è questa la sua caratteristica principale, quello che rende il videogioco tanto ambizioso quanto affascinante: perché al netto di giudizi più specifici sull’aspetto tecnico e di gameplay (per questo vi rimandiamo alla recensione di Gotham Knights su GamesEvolution.it), è evidente che è proprio questa assenza a rappresentare al tempo stesso uno dei maggiori punti di forza ma anche di debolezza non solo del progetto stesso quanto della storia che vuole raccontare.
Una trama unica, ma quattro personaggi da scoprire
I protagonisti di Gotham Knights sono quattro: Tim Drake/Robin, Barbara Gordon/Batgirl, Dick Grayson/Nightwing e Jason Todd/Cappuccio Rosso. Tutti e quattro cresciuti e addestrati da Batman stesso e chiamati ora, nell’ora più buia, a diventare i nuovi protettori della città. Insieme rappresentano una vera e propria Bat-famiglia, tenuti insieme non solo dalla memoria del loro maestro e dal senso del dovere, ma anche da quell’Alfred Pennyworth che in qualche modo rappresenta l’ultimo legame ancora possibile con il passato.
Batman, come dicevamo, è sempre sullo sfondo: lo vediamo nella sequenza che fa da prologo a tutta la vicenda, ma soprattutto lo percepiamo ovunque dentro Gotham, invocato dai cittadini e ancora più spesso citato, talvolta con disprezzo altre con sincero rispetto, dai suoi storici nemici. Ma è comunque dalla sua morte, dalla sua ultima misteriosa missione, che verrà svelata solo un poco alla volta, che prende il via una trama che si fa via via più complessa e intricata, finendo con il coinvolgere molteplici personaggi noti dell’universo fumettistico ma anche e soprattutto la misteriosa Corte dei Gufi.
Parallelamente all’investigazione, i quattro protagonisti si troveranno ad affrontare la sfida più grande di tutte: affrontare il lutto, fare pace con i propri demoni e con il loro passato e scoprirsi davvero degli eroi. Ovviamente per ciascuno di loro la strada sarà differente: ed è proprio qui che risiede forse l’elemento più affascinante di Gotham Knights, perché nello scegliere ogni volta quale vigilante guidare ed utilizzare per la nostra partita (scelta che può essere cambiata in qualsiasi momento e tutte le volte che vogliamo), non selezioniamo soltanto uno stile di combattimento o di gioco differente ma un percorso (anche narrativo) di crescita e autoconsapevolezza che è proprio di quel personaggio.
Batman è morto, Gordon è morto e anche Gotham non si sente tanto bene
Un’altra grande protagonista di Gotham Knights – ma non poteva essere altrimenti considerato anche il titolo – è la città stessa. Una città orfana dei suoi più strenui e storici protettori considerato che anche il Commissario amico dei nostri protagonisti, nonché padre di Batgirl, è morto ancor prima che la storia abbia inizio. Una città che nel videogioco risulta “viva”, dalla mappatura ampia e dalla ricchezza e varietà degli ambienti, ma che è vittima di bande di teppisti e microcriminali, nonché martoriata dai piani diabolici di alcuni supervillain che ben conosciamo. Oltre alla già citata Corte dei gufi, nel gioco incontreremo il Pinguino, Ra’s al Ghul e sua figlia Talia, Mr. Freeze, Harley Quinn e altri che non vi sveliamo. Tutti con la loro sottostoria legata tanto a Batman che a Gotham stessa.
Così come per i recenti videogiochi legati a Spider-Man, viviamo la città in pieno, con missioni da compiere e incontri fortuiti tanto con criminali quanto con cittadini felici di vederci e grati per la protezione che offriamo loro. Siamo liberi di muoverci a nostro piacimento tanto a piedi quanto con la Bat-moto e di scoprire da soli tutte le meraviglie (o le cose terribili) che nasconde. Possiamo girare e pattugliare la città a nostro piacimento tutte le notti, perché a differenza della trilogia di Arkham la storia si dipana su più giorni e non una sola infinita notte, così come tornare alla base, di giorno, per investigare, migliorare il nostro equipaggiamento e parlare con i nostri alleati. Gotham è letteralmente ai nostri piedi, nel senso che possiamo librarci tra i grattacieli e andare ovunque, eppure non è mai veramente nostra. Perché l’ombra di Batman si erge prepotente su qualsiasi cosa facciamo.
Se il gioco di ruolo è provare a diventare Batman
Gotham Knights si presenta ai videogiocatori come un action RPG, andando ad aggiungere una componente gioco di ruolo ad una formula che probabilmente sarebbe risultata troppo familiare e già vista. La verità però è che questa componente non è tale da modificare realmente l’impostazione o la sensazione di gioco ed il risultato finale è forse un tanto affascinante quanto imperfetto cortocircuito in cui sono gli stessi protagonisti a “giocare” di ruolo, tentando di vestire i panni di un nuovo Batman. Tanto che alla fine è proprio l’elemento narrativo e di approfondimento dei protagonisti a risultare la cosa più affascinante. Ancor più di una città intera da esplorare o di un pantheon di cattivi già visti e affrontati in più occasioni.
Per questo chi si approccia a Gotham Knights aspettandosi un nuovo capolavoro sulla falsariga della precedente trilogia di Arkham molto probabilmente rimarrà deluso. Perché né il gameplay né la narrazione hanno lo stesso spessore di quei giochi che hanno fatto la storia. Eppure il fascino di Gotham è comunque intatto, così come la possibilità di immedesimarsi in questi quattro personaggi orfani di Batman. Perché, in fondo, orfani lo siamo anche noi stessi mentre giochiamo e ci divertiamo tra le tante missioni: manca qualcosa; manca lui; eppure Gotham ci reclama e cosa possiamo fare noi se non indossare il mantello e continuare a proteggerla in attesa che arrivi un nuovo videogioco davvero all’altezza dei precedenti?
Sarà una missione davvero ardua, certo. D’altronde già la nostra esperienza di spettatori cinematografici ci ha insegnato che che non tutti i Batman escono con il buco, figuriamoci quando il buco stesso è rappresentato da Batman.