Durante i TGA del 2022, Hideo Kojima sorprese tutti mostrando il primo trailer di quello che, inizialmente, fu chiamato semplicemente DS2. Già dal primo assaggio di Death Stranding 2, il visionario autore nipponico ci ha impresso nella mente una domanda: “abbiamo fatto bene a connetterci?”.
Questa domanda è poi divenuta ricorrente negli altri materiali promozionali del titolo e, con sfumature diverse, la ritroviamo in ogni video pubblicato da Kojima Production fino a ora. Quello della connessione, infatti, è un tema centrale già dal primo capitolo della serie e tornerà anche in questo attesissimo seguito. Mettendo insieme i pezzi che ci ha fornito fino a ora lo studio al lavoro su Death Stranding 2, tuttavia, il lavoro svolto da Sam potrebbe non essere stato un bene per l’umanità.
Unite the divided
Quasi sei anni fa, in piena pandemia, tutti noi appassionati videogiocatori, bloccati nelle nostre camere, ci siamo trovati a guardare il trailer di lancio di un gioco che nel bene o nel male avrebbe fatto molto parlare di sé. Parliamo, ovviamente, di Death Stranding. La nuova creazione di Kojima, nel primissimo video promozionale, ci diede un messaggio fondamentale: “unisci ciò che è diviso.” Queste parole apparvero nei minuti iniziali e tracciarono da subito il focus del titolo.
Il compito di Sam, infatti, era quello di rimettere in contatto una popolazione che, proprio come stava accadendo al mondo reale, si era ormai divisa e isolata. Ricostruendo la rete chirale, il personaggio interpretato da Norman Reedus aveva il compito di permettere agli ultimi superstiti di un’umanità a rischio estinzione di riprendere a comunicare tra loro e, in questo modo, ricostruire una vera e propria società.
Non si trattava, dunque, soltanto di consegnare oggetti a clienti rinchiusi nelle loro case. Il viaggio di Sam era molto più importante e ruotava attorno al potere della connessione. Il genere umano non era in grado di sopravvivere in isolamento e si sarebbe inevitabilmente estinto a causa dei pericoli nati dal Death Stranding. Avere una società organizzata, fatta di leggi e ruoli ben definiti, oltre che beneficiare di infrastrutture all’avanguardia, era visto come un punto cardine nel primo capitolo della serie ideata da Kojima.
È proprio grazie a questa idea di fondo che alcuni umani, guidati inizialmente da Bridget Strand, iniziarono a sviluppare la visione della UCA (United Cities of America), un movimento che ha portato a sua volta alla nascita della Bridges, artefice poi dei progressi nello studio della rete chirale e della connessione tra i diversi territori del Nord America.
Divide the united
Questo paradigma, tuttavia, sembra potersi capovolgere nell’attesissimo seguito di Death Stranding. Adesso che Sam ha unificato gli Stati Uniti e si appresta a fare lo stesso nei territori messicani, la domanda che ci viene posta da Kojima Production è: “avremmo dovuto connetterci?”. È stata, dunque, davvero una scelta positiva quella di rimettere in contatto i superstiti e di permettere un trasporto di materiali più veloce e sicuro?
I trailer di Death Stranding 2 puntano molto su questo concetto che continua a essere ricorrente in ogni filmato. La UCA, come qualsiasi governo, ha un costante bisogno di espandersi, di raccogliere nuovi territori e nuove persone che possano sostenerlo. Solo così Fragile e gli altri personaggi che guideranno il nostro cammino in questa nuova avventura potranno finalmente sconfiggere il Death Stranding e tornare alla normalità.
Tuttavia, la certezza granitica del primo capitolo racchiusa in quell’invito a connetterci come unica chiave per salvare il mondo, inizia da subito a vacillare, fino a quando non diventa il suo opposto. È proprio con un inquietante “we should have not connected” (non avremmo dovuto connetterci) che ci lascia, infatti, l’ultimo trailer di Death Stranding 2. Solo due mesi fa, a poco più di tre dal lancio ufficiale del gioco, dunque, Kojima completa questo ribaltamento di prospettiva che ci farà affrontare il nuovo episodio della serie con un’ottica diametralmente opposta alla prima.
Death Stranding 2: la solitudine dell’eroe

Il collante di questi due paradigmi che si alternano è Sam Bridges che, a sua volta, vive una battaglia interna fatta di solitudine e del costante desiderio di superarla. All’inizio di Death Stranding, infatti, il personaggio di Norman Reedus si limita a svolgere i suoi compiti e vagare solitario per le terre desolate del Nord America. Poco per volta, però, questa solitudine viene mitigata dalla presenza di nuovi personaggi che, in un modo o nell’altro, arricchiranno la vita del nostro eroe.
Per primo Deadman, ma poi soprattutto Fragile e BB, faranno sentire Sam parte di un qualcosa che trascende il concetto di UCA, di governo o di politica. Quella che si viene a formare, in particolar modo con il feto che accompagnerà il protagonista per tutta l’avventura, è una vera e propria famiglia. Questo nucleo si arricchisce poi con la presenza di Fragile che, a sua volta, sviluppa un forte affetto per Sam che, come visto all’interno dei trailer di Death Stranding 2, sfocerà in una vera e propria relazione amorosa.
Tuttavia, è quella con BB a essere la relazione più importante per l’eroe. Si tratta di un rapporto talmente viscerale da trascendere il concetto di amore che potrebbe avere un padre per un figlio. I due personaggi sono legati a un livello così profondo da divenire quasi neurale. Sono le emozioni di Sam a influire sull’umore di BB (che diventerà Lou quando questa connessione sarà consolidata). Sarà, quindi, proprio la perdita di Lou a provocare una delle più gravi tragedie nella vita di Sam.

Analizzando i materiali promozionali di Death Stranding 2 risulta lampante il senso di rinnovata solitudine del protagonista. Si tratta di una mancanza alla quale la presenza di Fragile non potrà sopperire del tutto e che spingerà Sam a lottare nuovamente contro Higgs in quella che potrebbe essere la ricerca di vendetta. I segnali, inoltre, mostrano chiaramente come la connessione tra Sam e Lou non si possa spezzare e di come il “bambino mai nato” sia pronto a tornare.
È ovviamente ancora presto per avanzare congetture su quella che sarà la trama di Death Stranding 2. Kojima ci ha da sempre abituato a stravolgere in positivo le aspettative che il pubblico ha nei suoi confronti e, sicuramente, questa nuova opera non sarà da meno. L’appuntamento è al 26 giugno, data in cui potremo immergerci nuovamente nella vita di Sam Porter Bridges.