È ufficialmente iniziata la Settimana Santa per la cultura popolare italiana. Quella che dovrebbe porre fine al regno di Amadeus. Un ciclo che sembra non avere limiti e che non ha precedenti. I numeri della prima serata del Festival di Sanremo 2024 parlano di uno share del 65,1%, dato che fa strabuzzare gli occhi e soprattutto fa venire i brividi ai vertici Rai in vista di un cambio al comando. Chi mai accetterebbe di sostituire Amadeus? Staremo a vedere se ci saranno novità in merito. Intanto concentriamoci sul primo ascolto delle 30 canzoni in gara con le nostre pagelle (ironiche) della prima serata del Festival di Sanremo 2024.
Marco Mengoni – Voto “Too Hot To Handle”
Durante l’apertura del Festival Mengoni sembra a suo agio come un laureando seduto davanti alla commissione che lo dovrà valutare. Poi arriva l’uscita che cambia tutto. Pochissime parole: “tra un istante ascolteremo le 30 canzoni in gara”. Pura provocazione visto che mancano ancora ancora 6 ore alla fine del programma. Un gesto di sfida sottolineato dal suo medley piazzato allo scoccare della mezzanotte. Però Mengoni è Mengoni e con quell’esibizione avrebbe fatto salire i bollenti spiriti al buon John Wayne.
Clara, Diamanti Grezzi – voto 5,5
La prima a esibirsi è Clara, vincitrice di Sanremo giovani e arrivata direttamente dal set di Mare Fuori. Accompagnata da un bellissimo vestito regge bene l’emozione e soprattutto noi, galvanizzati dall’essere appena partiti, riusciamo a digerire anche una canzone che difficilmente ricorderemo.
Sangiovanni, Finiscimi – voto 5
All’arrivo sul palco Sangiovanni assomiglia a uno dei bambini che accompagnavano Mr. Rain durante la scorsa edizione ma senza quella sicurezza. L’emozione lo tradisce e fatica a scandire le parole, tanto che in mezzo a una strofa ci sembra di aver sentito un “Ajeje Brazorf” di troppo.
Fiorella Mannoia, Mariposa – voto 6,5
L’Ariston è il giardino di casa, l’eleganza innata e la sua capacità di coinvolgere il pubblico riescono a farla emergere nonostante la combo di parole “Mannoia – Mariposa” che avrebbe rischiato di mettere KO chiunque.
La Sad, Autodistruzione – voto 6
Li vedi arrivare e pensi stiano per rovesciare l’Ariston. Ma in piena linea con i “mostri buoni” dell’intrattenimento contemporaneo si rivelano una boyband dal cuore tenero. Peccato per i cartelli finali che sembrano un classico spiegone dei film alla Saltburn. L’esoscheletro potrebbe far tendenza ma occhio alla versione in metallo, sconsigliabile con le alte temperature.
Irama, Tu no – voto 5,5
Irama arriva sul palco con un look alla Tom Cruise nel primo Mission: Impossibile, accompagnato da una catena alla mano che ricorda quella di Kurapika in Hunter x Hunter (e in generale il mondo manga-anime ha avuto grosse influenze negli outfit visti ieri). Deve essersi sparsa la notizia, anche nella musica, che i Parte II fanno tendenza in questo periodo e infatti il cantante porta una sorta di sequel di Ovunque Sarai, brano in gara a Sanremo 2022. La fame di risultati si nota anche nella tendenza a mangiarsi buona parte delle parole.
Ghali, Casa mia – Voto 7
Tolto l’outfit che arriva direttamente dalle balere romagnole anni ’70, Ghali arriva sul palco dell’Ariston con lo stile e la sicurezza di chi non ha veramente paura di nulla. Divora l’atmosfera e la modifica a suo piacimento, con tanto di ippo-alieno che compare in platea. Il testo ha più di un richiamo sociale ma quello che davvero fa la differenza è la coolness innata di chi un pezzo di mondo lo ha già conquistato.
Negramaro, Ricominciamo tutto – voto 5
C’è da dire che erano stati chiari e onesti fin dal titolo. Ricominciamo tutto è una canzone pescata dal proprio repertorio senza modifica alcuna. “Time is a flat circle” diceva il buon Rust Cohle e a qualcuno magari andrà bene così.
Annalisa, Sinceramente – voto 6
Ha l’aria di un remake di Ballo, ballo della Carrà e questo può pure far piacere. In generale il pezzo è perfettamente in linea con il percorso recente di Annalisa e spopolerà in giro per l’Italia tutta l’estate e su TikTok. E visti i risultati non possiamo darle torto.
Mahmood, Tuta Gold – voto 8,5
Ma quanto è dannatamente figo Mahmood? Tuta Gold è un tentativo di ri-posizionamento in ambiente street/urban ma soprattutto è una hit venuta dal 3000. Lo si capiva già al primo ascolto, con una gestione dello special che in Italia fa solo lui. Difficile pensare possa vincere e realizzare un clamoroso 3/3 ma all’apparenza sembra come Thanos: ineluttabile.
Diodato, Ti muovi – 6,5
In molti sospettavano che la sua vittoria nel 2020 fosse la prima causa dello scoppio della pandemia. Ieri Diodato, presentandosi vestito da Dr. No di 007, ha con ogni probabilità deciso di autodenunciarsi davanti al mondo. Anche il titolo Ti muovi, dopo la precedente Fai rumore, sembra voler sottolineare questo voglia di diventare il vero villain della musica italiana. Bene così, ne avevamo bisogno.
Loredana Bertè, Pazza – Voto 8
Ma che vuoi dire a una che si presenta con una canzone del genere, urlando al mondo “E sono pazza di me/ Sì perché mi sono odiata abbastanza/ Prima ti dicono basta sei pazza e poi/ Poi ti fanno santa”? Sembra una versione 2.0 di Non sono una signora. Speriamo che nel 2040 ci sia un erede di Marinelli e del suo zingaro a cantarla a squarciagola in auto.
Geolier, I p’ me, tu p’ te – Voto 8
Visti i risultati de Il coraggio dei bambini (album più ascoltato del 2023) e l’annuncio di tre date allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli, Geolier non può manco dire: “Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ’o nuost’”. Era già tutto suo e il primo a esserne conscio è proprio lui, perfettamente a suo agio nonostante il palco dell’Ariston. L’unica cosa che si ripiglierà è la classifica grazie ai voti del pubblico.
Alessandra Amoroso, Fino a qui – Voto 5
Andiamo aldilà del (nobile) senso del testo e di quanto successo in sala stampa. È la prima delle canzoni apparse in gara – ne seguiranno altre – che arriva direttamente da (oltre) una decade fa. Tempi bui, come direbbero i Ministri.
The Kolors, Un ragazzo una ragazza – Voto 5,5
Tentan la rapina a mano armata cercando un bis di Italodisco. Peccato che nel tragitto in auto si dimenticano di mettere il passamontagna e vengono beccati immediatamente. Sicuramente sarà una hit estiva, su questo non ci piove (ci scusiamo per pessima scelta di vocaboli, quasi al livello del titolo della canzone).
Angelina Mango, La noia – Voto 8,5
Angelina Mango è brava. Aggiungere Madame (al testo) e Dardust (alla produzione) trasforma la canzone in una Blindocisterna. Per arrivare alla Blindocisterna alla nostra Imperatrice Furiosa basterà andare dritto. Il podio è assicurato al 100%, per la vittoria poco ci manca.
Il volo, Capolavoro – Voto 4
Si sono esibiti dopo il medley di Marco Mengoni. Un gesto di rara violenza a cui manco quel sadico di Takashi Miike avrebbe pensato. Il titolo della canzone è quel tipo di sguardo beffardo diretto in camera che butta giù sia la quarta parete che il nostro stato psico-emotivo.
BigMama, La rabbia non ti basta – Voto 6
Fin troppo emozionata e sbava in più punti. Però è bello vedere che a qualcuno quel palco fa ancora un certo effetto. Le doti e la personalità non mancano, vedremo con il proseguire delle serate come andrà.
Ricchi e Poveri, Ma non tutta la vita – Voto “Hanno vinto loro”
Nel finale di 8 Mile il protagonista interpretato da Eminem affronta la gara di freestyle elencando tutti le prese in giro che gli potrebbero essere rivolte, lasciando il suo avversario senza argomenti. Ecco, i Ricchi e Poveri presentandosi impacchettati da un fiocco rosso, con una canzone che ha quel titolo e lanciandosi in quell’esibizione hanno fatto la stessa cosa. Hanno vinto loro. (E noi che abbiamo parlato dei Ricchi e Poveri partendo da Eminem).
Emma, Apnea, Voto 5
Ecco un altro pezzo come quello dell’Amoroso uscito dal passato (prossimo). È la diabolica ironia di Amadeus che ci ricorda cosa rischiamo di tornare ad essere senza di lui. Ma il peggio, da questo punto di vista, deve ancora arrivare.
Renga e Nek, Pazzo di te – 2 “Concedetemi un po’ di paura”
Ed eccoci arrivati al Cocito, l’ultimo cerchio dell’Inferno descritto da Dante. Qua il buon Amadeus ci mostra l’abisso che è stato per anni il Festival di Sanremo e cosa potrebbe magari tornare ad essere. L’acronimo Redne(c)k ci trasporta immediatamente a “Un tranquillo weekend di Paura” ma purtroppo qua si tratta di una settimana intera.
Mr. Rain, Due altalene – Voto 4,5
Ha abbandonato i bambini vestiti da angelo. Rimangono le altalene e sostanzialmente la stessa identica canzone. Anche qua i timori sono molti.
Bnkr 44, Governo Punk – Voto 6
Altro giro nel favoloso mondo del punk-pop. C’è da dire che se fa piacere vedere l’emozione come con BigMama è ancor più piacevole notare che chi è sul palco si sta divertendo davvero. Loro son eccezionali pur se obiettivamente sono davvero tanti e si fa fatica a capire chi sta cantando (pure la regia ha avuto le stesse difficoltà).
Gazzelle, Tutto qui – Voto 5
Allora, l’impressione è che Gazzelle abbia provato proprio di tutto per andare male. Prima arriva sul palco con un’anonima felpa. Poi porta questa canzone che con buona probabilità è uno scarto di un suo album passato. Infine si lancia in una performance di rara indolenza. Che sia l’inizio dell’indie punk?
Dargen D’amico, Onda alta – Voto 7,5
Momento serietà. Per chi lo segue da una ventina d’anni Dargen è senza dubbio alcuno non solo una grande penna ma una mente estremamente brillante. Il brano presentato e l’esibizione (insieme all’album appena uscito) fanno parte di un percorso personale e artistico ben definito. La canzone porta con sé un gusto musicale in linea con il Dargen contemporaneo e un testo impegnato. Infine il messaggio finale. Ora, è chiaro che non è un obbligo rompere il silenzio su vicende umanitarie note, anzi rimane una scelta del tutto personale. Però fa piacere sapere che qualcuno, pure in un ambiente popolare come Sanremo, vuole e può farlo.
Rose Villain, Click Boom! – Voto 8,5
In Italia la roba che fa Rose Villain non la fa nessuno. E lei ce lo ricorda a l’una di notte passata, presentando questo pezzo venuto da Marte in cui domina sia nei vocalizzi della parte cantata che nelle onomatopee trappate. Canzone che ci rimarrà appiccicata per tantissimo tempo. Vai Rose, cambia la tua vita con un Clik Boom!
Santi Francesi, L’amore in bocca – Voto 5,5
Chi li aveva sentiti e amati ad X Factor non può non essere rimasto deluso. Spenti e soprattutto con un pezzo veramente banalotto. Peccato
Fred De Palma, Il cielo non ci vuole – Voto 4,5
Caro Fred, noi ti aspettavamo con un’ignorantata raggaeton che avrebbe sbancato in giro per i paesi latini per mesi e mesi. Una delle tue insomma. Perché ti sei presentato con questa robina triste e innocua?
Maninni, Spettacolare – Voto 5
Ovunque si son sprecati i riferimenti alla presunta somiglianza tra Maninni e Mr. Rain. Beh, diciamo che la canzone e l’esibizione non lasciano spazio per parlar d’altro.
Alfa, Vai! – Voto 5
Alfa arriva sul palco praticamente alle 2 di notte. E a quell’ora la nostra mente non ha potuto far altro che pensare alla somiglianza fisica tra lui e Mario Götze. Speriamo che possa anche lui alzare una Coppa del Mondo in faccia a Messi con tanto di gol in finale.
Il Tre, Fragili – Voto 6
Il Tre non ha ben digerito il fatto di dover posticipare a notte fonda il proprio esordio a Sanremo. Non lo ha nascosto in nessun momento, sui social e sul palco. L’esibizione però non è male, anche se in passato aveva dato vita a performance e pezzi migliori, sicuramente meno scontati.
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