Capita raramente di conoscere un fenomeno così bene da renderlo parte integrante del proprio vissuto. I The Jackal sono diventati questo: hanno conquistato il web, preso d’assalto la tv generalista, solcato i mari del Cinema per poi trovare un’inaspettata maturità nell’abisso dello streaming. Pesci Piccoli, con la sua seconda stagione disponibile su Prime Video, accoglie e raccoglie anni di esperienze, collaborazioni e creatività per raccontare la comedy in modo diverso – forse più irrazionale, più esasperato persino, ma sempre con la chiara intenzione di seguire la propria, personalissima corrente.

Così quell’esaltazione della quotidianità che tanto aveva incuriosito durante la prima stagione si fa ora imperante in ogni scena: alle spalle di questa serie si afferma la professionalità di chi sa riconoscere il Cinema, integrandolo con la cultura pop senza snaturarlo (né snaturarsi). Pesci Piccoli 2 rappresenta la maturità dei The Jackal perché unisce risate e lacrime in un dolce abbraccio, accogliendo il dramma senza demonizzarlo: è una rappresentazione della vita che scorre, che ci trascina tra le sue acque torbide solo per insegnarci come stare a galla. Lasciando che sia l’umanità a emergere dove le sensibilità più sottili si appoggiano al mondo reale, questi ragazzi non dimostrano soltanto di aver capito il senso dei generi: loro hanno imparato a nuotare.

Pesci Piccoli – Stagione 2
Genere: Comedy
Durata: 8 Episodi/30 minuti ca.
Uscita: 13 Giugno 2025 (Prime Video)
Regia: Francesco Ebbasta, Alessio Dogana, Danilo Carlani, Alessandro Grespan
Cast: Ciro Priello, Gianluca Fru, Aurora Leone, Fabio Balsamo

Un passo avanti

I volti dei The Jackal sul set di Pesci Piccoli
I volti dei The Jackal sul set di Pesci Piccoli – ©Prime Video

Sarebbe assurdo immaginare i The Jackal senza la loro verve comica: la cifra stilistica di Ciro e soci nasce dalla parodia e si evolve nell’ironia, ma non ha mai nascosto un certo gusto drammatico. I professionisti che ruotano intorno ai volti da copertina, in questo senso, rappresentano un’élite di cui andar fieri – a partire dall’estro registico di Francesco Ebbasta, che con i suoi colleghi scrive e dirige una serie di livello assoluto per costruzione visiva e messa in scena. Basta l’impatto di Pesci Piccoli 2 a evidenziare questa crescita autoriale: l’agenzia sembra trasformarsi in un acquario, dove i caldi riflessi del sole irradiano gli uffici e, di tanto in tanto, il mondo fa capolino oltre il vetro delle finestre.

C’è più spazio per Napoli, per dei set fuori di testa, ma c’è soprattutto un mondo che si fa più vibrante e vivo, più vicino e per questo più adatto al nuovo corso della narrazione. Si tratta di uno step funzionale: all’amplificarsi della qualità produttiva, corrisponde un focus maggiore sull’intimità dei personaggi. Anche per questo l’idea di accogliere il dramma senza paura rappresenta la scelta più azzeccata per una serie che punta a emanciparsi dalla comedy all’italiana vecchio stampo.

Le gag sono sempre presenti, esaltate da un’incredibile parata di guest star, ma oltre le risate o le follie di Fru c’è una narrazione più reale – una storia in cui l’agenzia e il caotico mondo digitale diventano parte importante del contesto, ma non il cuore dell’opera. Al centro della scena ci sono soprattutto i personaggi, con conflitti e difficoltà che vanno oltre gli uffici o il lavoro: la scrittura di Pesci Piccoli ruota intorno al disagio tipico dei millennial, una generazione inondata dall’incertezza che cerca disperatamente il modo di superare una crisi che li ha accompagnati per tutta la vita.

Per unire domani

Una scena di Pesci Piccoli 2
Una scena di Pesci Piccoli 2 – ©Prime Video

Con la sua voglia di verità e il suo bisogno di empatia, Pesci Piccoli 2 punta tutto su un approccio che intende farsi coccola, tanto per i suoi personaggi quanto per i suoi spettatori. Proprio questo suo aspetto, capace di tingere la comedy di fervente umanità, è quello che ha avvicinato tantissimi a serie come Scrubs o le sit-com americane a cui si fa più volte riferimento. Perché raccontare con leggerezza non significa raccontare il banale: la vita è piena di alti e bassi, di sfumature che meritano di essere colte anche se fanno male, di conflitti tra il sé e gli altri che hanno tutto il diritto di essere affrontati dentro (e oltre) lo schermo.

Riflettere su quel sentire così forte, su quel trasporto che non riusciamo a frenare, ci permette di guardarci allo specchio, senza fretta né pressione, per provare a capirci davvero. I The Jackal hanno capito che la creatività unisce e non divide, che lo stile non deve essere una scusa per omologarsi. Perché gioia e dolore, lacrime e risate sono sì opposti, ma anche imprescindibili. La generazione millennial è quella che, fra tutte, dovrebbe capirlo meglio di chiunque altro, ancorata alla propria bolla di dolce nostalgia mentre fa a pugni con la vita. In quella ricerca di spensieratezza perduta c’è il riflesso di quel che siamo: pesci piccoli e insicuri, immersi in un mare di esistenze in cui diventare grandi è la più titanica delle imprese – che vale la pena vivere.

Conclusioni

7.5 Brillante

Superata la prima stagione, Pesci Piccoli diventa una serie a tutto tondo - e lo fa accogliendo un mondo di storie sincere. Sorretto da una base tecnica di altissimo livello, lo show dei The Jackal riesce a consolidare il proprio stile senza aver paura di sperimentare oltre il proprio linguaggio e la propria immagine. Un tentativo che non vuole mai apparire troppo complesso, ma che riesce a fare quel che deve - probabilmente anche molto di più.

Pro
  1. La caratura tecnica della produzione, dalla regia alle scelte stilistiche, è di altissimo livello
  2. Il cast appare ancor più amalgamato, con i personaggi che acquisiscono profondità grazie al maggior spazio a disposizione
  3. Le guest star che accompagnano i vari episodi rubano la scena in ruoli davvero memorabili
Contro
  1. Nel tentativo di approfondire a dovere i propri personaggi, il ritmo rischia di rallentare troppo in più di qualche occasione
  • Voto ScreenWorld 7.5
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Classe '94. Critico e copywriter di professione, creator per passione. Ha scritto e collaborato per diverse realtà di settore (FilmPost.it, Everyeye) con la speranza di raccontare il Cinema e la cultura pop per il resto della sua vita.