Le ultime quattro puntate della terza stagione di Bridgerton sono disponibili da pochi giorni su Netflix. La serie ideata da Chris Van Dusen e nata dalla penna di Julia Quinn, è stata in questi anni oggetto di analisi e critiche rispetto all’esposizione di numerose scene di intimità. Ma quali significati assume la sessualità in Bridgerton? Come si inserisce all’interno del contesto proposto dalla serie?
Bridgerton nel tempo
Figlie che per anni si preparano al loro debutto in società. Addestrate a dovere, cercano di imparare come presentarsi degnamente dinanzi alla Regina, essere elette diamante dell’anno e iniziare la ricerca del marito perfetto. Attorno a questo nodo centrale, si sviluppano le trame di Bridgerton che vedono una coppia principale su cui porre la nostra attenzione e dinamiche affettive a latere. La prima stagione di Bridgerton segue in modo lineare il copione, la luce è sull’amore fra Daphne e il Duca di Hastings. Assistiamo alla nascita del loro rapporto, quanto e come si carichi di libido, la sua trasformazione, fallimento e la possibilità di recuperare ossigeno.
Ma al termine del primo capitolo della serie, lasciamo andare la coppia, che non avrà un ruolo chiave negli episodi successivi. La seconda stagione, invece, si concentra su Anthony Bridgerton e Kate. In queste puntate di mezzo assistiamo a un cambiamento radicale della forma della serie. La passione dirompente e i caldi passaggi che avevano contraddistinto le prime otto puntate lasciano spazio a dinamiche di palazzo, coppia, tradimenti e delusioni familiari. La sessualità si assottiglia di gran lunga rispetto a un primo momento. La terza stagione si riallaccia maggiormente all’esposizione dell’intimità dei personaggi, ma investe la gran parte delle sue risorse sulla libertà femminile, soprattutto circa l’identità di Lady Whistledown e il suo significato.
Le donne di Bridgerton
Se quindi il terreno in cui si muove Bridgerton è quello di inizio XIX secolo, teso ad accontentare le buone regole dell’alta società, è chiaro quanto la serie si interroghi anche sul ruolo della donna e soprattutto sulla sua possibilità di essere libera dalle richieste di palazzo, compresa la mercificazione del matrimonio. Difatti, i ventiquattro episodi si muovono su un’oscillazione costante che crea un ritmo di cambiamento sottile e continuativo. Se da una parte predomina la mancanza di libertà, i piani prestabiliti e partite a scacchi con il destino di fanciulle, dall’altra pone luce, come un cono che si espande sempre più, rispetto alla possibilità di trovare uno spazio di ribellione.
Paladine di questa distruzione di catene e costruzione del proprio credo sono la piccola Eloise Bridgerton e l’amica di una vita, Pen Featherington. Quest’ultima combatte, lotta, rischia per non veder tramontare la propria identità. Non si sottomette all’idea di veder morire ciò che ha fatto per occupare uno spazio nel mondo. E così conquista la sua libertà, il potere che le serve per essere indipendente. Autonomia che non sempre viene mantenuta dagli uomini della serie, non di rado sminuiti e ridicolizzati per i loro fallimenti. Insomma, in Bridgerton, nonostante il tempo, nonostante lo spesso strato di formalità, il potere è delle donne.
Il valore del sesso in Bridgerton
Nella serie, il sesso svanisce con il corso delle cose. Mentre la prima stagione è pregna di scene intime di diversa forma e fantasia, le altre due sembrano interessarsi sempre meno all’erotismo e occuparsi di altre trame, talune coltivate negli anni, altre nascenti. Questo non significa comunque che nelle ultime puntate di Bridgerton non sia presente una buona e sonora dose di sesso. Ma quale valore assume il sesso in Bridgerton? È chiaro che una volta contestualizzata, la serie propone matrimoni ben pensati che trasformano l’intimità in un mezzo avente il solo scopo di procreare, mettere al mondo figli e generare una famiglia. Questo pone Bridgerton anche dinanzi a riflessioni, come la possibilità di gravidanze non desiderate e quindi la necessità di porre rimedio a situazioni considerate scomode e indegne. Dall’altra, il sesso ha una forte spinta salvifica, rende liberi, privi di legacci, spogli di remore formali.
La spinta a sfondare il muro dell’estetica di corte è forte, trasparente, come la possibilità di rappresentare e servirsi della sessualità, talvolta anche senza freni – numerose sono le scene di rapporti orali, ad esempio, in cui non si nega allo spettatore una visione poco filtrata. Nel dettaglio del comportamento sessuale, la serie gioca molto con la possibilità di maturare una spinta libidica, coinvolgendo tipiche fantasie legate al proibito e scene di vedo-non-vedo. L’altro grande e importante tema che Bridgerton espone è la totale mancanza di educazione sessuale presente fra le protagoniste. Ragazze giovani, addestrate per anni alla gestione del corteggiamento e della relazione, ballerine perfette, bravissime a non rifiutare nessuna limonata al termine delle danze. Ma nonostante questo bombardamento di informazioni e comandamenti, queste giovani perle non hanno la minima idea di come si facciano figli, ad esempio. Mettendo da parte la divertente – e infinitamente triste – scena delle figlie Featherington, convinte di necessitare di un sol bacio per rimanere in dolce attesa, la stessa Daphne non è preparata.
A tal proposito, qui è presente un passaggio significativo da un punto di vista simbolico. La novella sposa del Duca, sprovvista di informazioni scientifiche e di vita, chiede ad una governante di darle delucidazioni in merito su come nascano i bambini. Questo rappresenta al meglio alcune delle dinamiche di Bridgerton: sotto il punto di vista sessuale, rimarca quanto effettivamente alcuni temi non possano essere trattati nell’alta società. Madri che preparano alla scena, ma non alla realtà. Non si può parlare di sesso, troppo grezzo, troppo sporco, poco adatto a momenti ricreativi.
E allora Daphne ne parla con chi sta ai piani bassi, chi non siede alla Corte e non ha doti da vendere. In più, elemento forse ancora più importante, denota quanto in realtà, oltre a tutto questo sfarzo, le giovani protagoniste siano sole, tristemente sole e necessitino di un volto amico in cui potersi riconoscere e rispecchiare, esattamente come Eloise Bridgerton e Pen Featherington. Si chiude la terza stagione di Bridgerton e nonostante le plurime differenze ed evoluzioni a cui si è sottoposta nel corso del tempo, un elemento rimane costante. Bridgerton è terribilmente romantica, ama il lieto fine, il vissero felici e contenti, coppie ben infiocchettate che fanno sognare tanto amore e libertà. Dunque, alla prossima storia!
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