Quante sono autentiche le nostre relazioni? E quanto possiamo dire di conoscere qualcuno davvero? Due interrogativi tutt’altro che banali, capaci di mettere in crisi anche la persona più salda. Soprattutto se le domande le pone James Tynion IV, autore che ha mostrato di saper scavare nell’animo umano in cerca di risposte che difficilmente considereremmo gradevoli.

Ricordato spesso per le sue run supereroiche, Tynion ha mostrato di sapersi muovere con eccellente sensibilità in condizioni più libere, dove esplorare la complessità dell’umana condizione diviene il fulcro di articolate architetture narrative. Con The Department of Truth, Tynion ha sondato il mondo come entità percepibile e manipolabile, dando al singolo individuo un ruolo secondario all’interno di meccanismi sociali complessi, ma quanto l’individuo può essere parte sensibile di un agglomerato sociale?

The Nice House on the Lake potrebbe avere la risposta a quest’ultima domanda.

L’orrore dentro di noi

The Nice House of the Lake - © DC Comics
The Nice House of the Lake – © DC Comics

L’orrore non è solo sangue e scenari splatter, ma anche situazioni estreme in cui non è tanto il corpo quanto l’anima a sanguinare. Conscio di questa lezione, Tynion costruisce una storia che si appoggia in modo rapido alla sci-fi per svilupparsi interamente su questa visione cerebrale dell’horror. Senza dimenticare la lezione dei grandi narratori, ambientando il suo racconto in uno spazio claustrofobico falsamente libero, che diventa il vero banco di prova per i suoi personaggi.

Nella grammatica narrativa di Tynion, l’orrore diventa una sensazione stridente, un’eterea ma persistente angoscia, capace di assumere diverse forme. In Something is killing the children l’attenzione viene portato su un contesto più slegato dalla quotidianità, con una visione più vicina alle suggestioni della narrativa horror adolescenziale, ma è già seminale per intravedere come Tynion interpreta l’orrore. Una ridefinizione del genere che con The Nice House on the Lake assume la sua pienezza.

Fine del mondo a cinque stelle

The Nice House of the Lake - © DC Comics
The Nice House of the Lake – © DC Comics

Una stupenda ed isolata villetta su un imprecisato lago del Wisconsin diventa il teatro di una rimpatriata tra amici. Organizzata da Walter, il trait d’union tra gli invitati, la reunion dovrebbe essere il modo dell’uomo per riuscire finalmente a trascorrere del tempo con i suoi amici, che la vita, gli impegni e le scelte individuali ha allontanato.

I prescelti per questo lussuoso week end hanno fatto parte della vita di Walter in diversi momenti, alcuni sono stati parte dello stesso ristretto cerchio, altri sono arrivati solo in un secondo momento. Tutti però non possono fare a meno di considerare Walter come una presenza fondamentale della propria esistenza, legato ai momenti salienti della propria crescita come individui.

Dopo i primi momenti di imbarazzo e di ravvivarsi di vecchie amicizie, la situazione sembra farsi sempre più complicata quando dall’esterno arrivano notizie di una tragedia che sta colpendo gli States. Tra tweet, messaggi e notizie frammentate, gli abitanti della villa scoprono una sconcertante verità: sono gli unici sopravvissuti dell’estinzione della razza umana.

Non a caso, infatti, sono stati accolti secondo un preciso schema, maturato in anni di osservazioni e studi da parte di Walter, che si rivela esser un alieno il cui compito era preservare un campione di umanità, come materiale di studio. Incaricato di selezionare attentamente individui che rappresentassero il meglio della nostra specie, Walter si lascia influenzare dalle sue emozioni e sceglie di preservare i suoi amici.

Tuttavia, ora che il mondo sta finendo e che la verità a lungo taciuta emerge, Walter sarà visto come un salvatore o un machiavellico traditore?

Raccontare la fine del mondo

The Nice House of the Lake - © DC Comics
The Nice House of the Lake – © DC Comics

Difficile inquadrare The Nice House on The Lake all’interno di un’etichetta. Le atmosfere sci-fi sono evidenti, così come l’influenza di una narrativa horror che strizza l’occhio a King, ma anche a una produzione televisiva che interseca Ai Confini della Realtà e X-Files. L’anima della storia, infatti, ha una radice tradizionale, quella claustrofobica sensazione di ineluttabile che spinge ai limiti i protagonisti.

Tynion non vuole dare sicurezze e punti fermi al lettore, ma mira a coinvolgerlo in questa fine del mondo di lusso con una precisa scansione dei tempi narrativi. Non è tanto la vicenda in sé a tenere banco, quanto i rapporti personali, le dinamiche che nascono, o in taluni casi riemergono, a dare una forte personalità a The Nice House on the Lake.

Uno scampolo di umanità rinchiuso in uno spazio compresso, che amplifica le sensazioni e crea uno stato di alterazione della realtà che esaspera il tutto. Il lettore vive queste emozioni seguendo i sopravvissuti, venendo accolto in ogni capitolo da uno di loro, prima di esser catapultato nella progressiva presa di coscienza di quale sia la vera situazione. Il contrasto tra la necessità di trovare una nuovo equilibrio esistenziale e la reticenza nata dall’incapacità di accettare quanto accaduto animano dialoghi, smuovono i pensieri dei sopravvissuti e li guidano nella loro ricerca della verità.

Tynion eccelle in questa progressiva maieutica, utilizzando in modo suggestivo il racconto in analessi. Il riemergere dei ricordi dei personaggi è tanto funzionale alla storia quanto emotivamente coinvolgente, al pari dell’inserire stralci di mail e scambi di messaggi come fossero documenti che attestano la complessità dei rapporti con Walter e la lunga, paziente pianificazione dell’alieno.

Ritratto di un’apocalisse

The Nice House of the Lake - © DC Comics
The Nice House of the Lake – © DC Comics

Le forti tensioni emotive di The Nice House on The Lake trovano una concretezza unica nel lavoro di Àlvaro Martìnez Bueno. Muovendosi in una gabbia estremamente libera, il disegnatore amplifica il senso di striante irrealtà in cui sono imprigionati i protagonisti, passando da layout verticali a splash page il cui ordine di lettura richiede un’attenzione totale del lettore.

Un percorso visivo che ripaga ampiamente, che ricorda in alcune scelte la concezione televisiva delle inquadrature, cercando al contempo di massimizzare l’attenzione sui personaggi, con un attento studio degli spazi e delle prospettive. Ogni riquadro ha una propria vitalità, con scelte stilistiche in sintonia con la storia, come il voler sfocare i volti delle persone del passato, non centrali nella narrazione e ricondotte al ruolo di memoria sbiadita.

La colorazione di Jordie Bellaire completa questo ritratto della fine del mondo. Inquietanti le tinte scelte per l’incipit dei capitoli, con tonalità di rosso che trasmettono il senso di perdita di un’esistenza, mentre l’approccio pittorico e le tonalità pastello sono ottime per dare spessore a questa storia graffiante.

L’essenza di The Nice House of the Lake

The Nice House of the Lake - © DC Comics
The Nice House of the Lake – © DC Comics

The Nice House on the Lake non è un horror tradizionale, mette il lettore davanti alle asprezze della condizione umana, senza possibilità di appello. Necessità contro umanità, rassegnazione contro ostinazione, Tynion ci cattura con le antitesi, le lascia piovere su questi sopravvissuti che scoprono loro malgrado di essere gli inconsapevoli prescelti di un potere superiore.

Un potere fallibile, come dimostra Walter, che perde la sua lucidità nel legarsi a coloro che avrebbe dovuto invece vivere come semplici cavie di laboratorio. E quella casette sul lago diviene un idilliaco inferno, una scheggia d’esistenza in un mondo morto.

Ma sapendo che Tynion è già all’opera con The Nice House on the Sea, forse non tutto è davvero perduto…

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva