In quel luogo, intriso dell’aroma di caffè e di un leggero odore di polvere, i clienti sono rari, ma sempre in cerca di qualcosa…
Steam Reverie in Amber – Caffè, libri e nuvole di Kuroimori è un’opera ibrida pubblicata in Italia da Toshokan. Perché “opera ibrida”? Ebbene, i motivi sono molteplici: in primis, la sua duplice natura, da un lato manga, dall’altro un delizioso art-book. In secondo luogo, le sensazioni che il titolo mi ha trasmesso attraverso le immagini: quella di varcare le porte di un Paradiso polveroso, un luogo sospeso tra vapori, cieli e ingranaggi.
Salendo a bordo della Tomeship, una libreria volante senza tempo, ci si rende conto di essere dinanzi a un’opera diversa, che richiama per atmosfere quella meraviglia ghibliana de Il Castello Errante di Howl. Non è dunque un manga nel senso classico, non è un artbook, né un volume unico qualsiasi: sa solo quello che non è, un meticcio di immaginazione e poesia. Eppure, nonostante tutto, nonostante la sua difficoltà di classificazione, vi racconterò di come Steam Reverie in Amber mi ha colpita dritta al cuore, ed è stato un balsamo per la mente.
Shiori e la Tomeship, custodi di memorie

Quando si parla di Steam Reverie in Amber di Kuroimori dobbiamo essere consapevoli di trovarci davanti a un’opera sospesa tra più mondi, un oggetto narrativo non identificato che mescola poesia, immagine e suggestioni steampunk.
Al centro di questo universo sospeso troviamo Shiori, barista e custode della libreria volante, nonché dei segreti più intimi degli ospiti. “Solo chi porta una cicatrice a forma di chiave può vedere la Tomeship”: questa regola non scritta delimita chi può salire a bordo. Non è una nave per tutti, ma un velivolo per anime tormentate, uomini e donne che portano addosso dolori indicibili, che hanno conosciuto troppo presto il volto della perdita. A loro Shiori offre un caffè, un libro e un orecchio attento, trasformando lo spazio della nave in un rifugio, un luogo sicuro dove poter depositare frammenti di memorie, come un porto sospeso tra cielo e memoria.
Ogni viaggiatore diventa protagonista di un breve racconto, un piccolo frammento che si intreccia con il grande mosaico del volume. Sono storie concise, prive di fronzoli, eppure dense di significato. Eppure, se i viaggiatori cambiano di volta in volta, l’unico vero personaggio principale resta l’arte: la forza estetica e poetica che permea l’intera opera.
Arte ed estetica, tra delicatezza e rat-style

Steam Reverie in Amber non vanta una trama compatta o lineare, ed è per questo che ci ha colpito subito. È un mosaico di episodi che si richiamano e per atmosfere, e per tematiche, ma ogni storia ruota attorno al concetto di perdita e ricordo. Un storia in cui il villain, in un certo senso, siamo proprio noi, nemici di noi stessi. Individui impegnati a minare la propria felicità, aggrappandosi a un frammento di malinconia.
D’altronde, come già scritto, il punto più alto dell’opera è certamente un altro: la sua estetica. Incantevole, unica, a tratti magica. Colori che donano morbidezza ad un tratto leggero, forte di centinaia di dettagli curati con minuzia, atmosfere che sembrano provenire da un altro mondo fantasy. Kuroimori sapeva cosa stava facendo quando ha fuso il linguaggio steampunk, forte di ingranaggi e tripudio di rat-style, all’eleganza francese dell’Art Nouveau. Il tutto arricchito da un ulteriore rimando alla magia: i Tarocchi, carte infuse di incanto e misteri che stimolano il lettore a riflettere e contemplare. Sul presente, sul passato, sul proprio futuro, specchio della propria tormentata condizione.
Le illustrazioni sono sospese nel tempo e nello spazio come la Tomeship stessa. Nei disegni di Kuroimori convivono l’eleganza e la complessità tecnica, dettagli meccanici e fiori, sole e luna. E risulta impossibile non sostare dinanzi le tavole, lasciarsi trasportare dal vento freddo che tiene sù la nave. Atmosfere sospese come ne Il castello errante di Howl, ma anche la malinconia alla Yokohama Shopping Blog che pervade i racconti.
Magia e ingranaggi

Sin da subito, però, risulta ben chiaro al lettore che Steam Reverie in Amber debba essere sfogliato con calma, come se ogni tavola fosse un dipinto da osservare in silenzio, in una Galleria d’Arte sospesa nel cielo.
Questa peculiarità la rende un’opera non “per tutti”. I personaggi scompaiono tra le pieghe dell’arte, e chi cerca intrecci complessi o colpi di scena troverà poco da soddisfare, ma chi si lascia guidare vivrà un’esperienza rara, il pregio di perdersi tra le incantevoli tavole di una promessa dell’illustrazione.
Le illustrazioni sono protagoniste silenti, mentre dialoghi e parti narrative sono poche, fungono da cornice poetica che fa da contorno a tavole ricchissime di dettagli, in cui convivono umani, costellazioni e tarocchi, un trionfo di magia.
La cura editoriale

E gran parte di questa magia si deve anche al lavoro editoriale di Toshokan, alla cura di Silvia Casini che – con garbo e delicatezza – ci ha donato un’edizione incantevole. La sovraccoperta che diventa un poster a colori, la grammatura della carta scelta con cura, la stampa a colori che valorizza le sfumature, tutto contribuisce alla nascita di un volume che è una piccola gemma per appassionati e illustratori.
Perché, se accettato per ciò che è davvero, Steam Reverie in Amber si rivela un gioiello visivo, una collezione di atmosfere. Un viaggio interiore, nelle menti e nei cuori dei passeggeri della Tomeship.



