Romeo e Giulietta di Shakespeare ha sviluppato nella storia della letteratura un mito che ha influenzato scrittori e scrittrici di tutto il mondo. Sottolineato nella critica letteraria come un “culto romantico”, questo racconto è diventato una vera fonte di ispirazione per adattamenti o rappresentazioni in chiave moderna. Oggi ci concentriamo sulla trasposizione cinematografica del 1996 di Baz Luhrmann: Romeo + Juliet, uno degli adattamenti più fedeli all’opera di Shakespeare, sebbene i due amanti siano trasportati nel periodo contemporaneo.

Per quanto le dinamiche dello Shakespeare globale/interculturale/postcoloniale ricevano una forza specifica – e diversa – in ogni singola produzione, il film di Luhrmann si focalizza su queste questioni in modo particolarmente utile. Romeo + Juliet non è, sia chiaro, “interculturale” in alcun senso significativo: non produce Shakespeare attraverso una pratica performativa “estranea” al teatro occidentale, anzi utilizza il modo di produzione di intrattenimento dominante al mondo – il film di Hollywood – per mettere in scena uno dei drammi più familiari dell’Occidente. Questo è un film americano che trasporta Verona nei quartieri di New York mantenendo un’ambientazione contemporanea del XX secolo, riuscendo però a preservare i dialoghi dell’opera shakespeariana.

Le spade

Una scena di Romeo + Giulietta – © 20th Century Fox

In questo adattamento, le due famiglie sono imparentate con i gangster che cercano di avere il controllo sulla città. Romeo, giovane e malinconico, viene condotto dal suo amico Mercuzio e dai suoi cugini in una sala da ballo dove incontrerà Giulietta. I due si innamorano immediatamente e giurano il loro amore per sempre – un amore che li ucciderà.

Naturalmente, la sfida dell’adattamento è quella di prendere un’opera teatrale che si svolge in Inghilterra alla fine del XVI secolo per proiettarla nella modernità. Questa trasposizione è semplicemente impossibile senza che emergano alcune alterazioni. La scena che subisce la maggiore influenza di questa modernità è probabilmente quella iconica del balcone: la terrazza è sotto videosorveglianza, quindi la realtà della scena cambia e i due amanti sono in piscina, lontano da occhi indiscreti, per baciarsi e sussurrarsi parole d’amore. Luhrmann avrebbe potuto ignorare questa situazione e mantenere la tradizione, ma preferisce giocare con la tecnologia contemporanea e creare una situazione interamente originale.

Anche i protagonisti non viaggiano più a cavallo, ma in macchina; non combattono più con le spade, ma piuttosto con le armi da fuoco – un chiaro riferimento è la parola “spada” incisa sulla loro impugnatura. La “spada” di Benvolio nella scena iniziale è una pistola incisa con l’etichetta del produttore, “Sword 9mm Series 5”, un logo che vediamo ripetutamente sui cartelloni pubblicitari durante tutto il film, accompagnato dallo slogan “I am thy Pistol and thy Friend”.

Una piscina per un balcone

Una scena di Romeo + Giulietta – © 20th Century Fox

Alcuni passaggi nella nuova versione dell’opera sono stati mantenuti, altri sono stati modificati. Per fare un esempio, il coro del prologo viene inserito in un giornale televisivo. All’inizio abbiamo una lite tra i cugini Montecchi e i cugini Capuleti. Anche la scena del ballo è stata preservata, con i due amanti che scoprono le rispettive identità alla fine della sequenza. Lo stesso vale per il ruolo della balia – una delle aiutanti più significative per la coppia. L’organizzazione del matrimonio tra Giulietta e Paride è invece poco presente nel film. Infine, nel testo, al momento della morte di Romeo e Giulietta, sono presenti Paride, Baldassarre e il pastore: Baldassarre ha accompagnato Romeo, il pastore ha parlato con Romeo prima che morisse, Paride viene ucciso e Giulietta si sveglia dopo che Romeo è morto.

Nel film, questa scena si svolge in una chiesa nel centro città: Paride e Baldassarre sono assenti e Giulietta si sveglia quando Romeo sta per prendere il veleno. Tutti questi cambiamenti apportati al dramma shakespeariano sono dovuti alla trasposizione della storia in un mondo che è allegoria della globalizzazione. Dalla sequenza iniziale del film ai titoli di coda, il pubblico è incantato da un turbinio di iconografie religiose: la croce cattolica, l’immagine più dominante, allude al misticismo originale di Shakespeare degli “amanti sfortunati” e all’apparente predestinazione. Luhrmann usa il simbolismo religioso per creare tensione tra la predestinazione dei protagonisti e l’esistenzialismo delle loro famiglie in lotta. I personaggi di Romeo + Juliet si ribellano alla compiacenza politica e religiosa verso l’autorità, il che è definito da Jean-Paul Sartre come una caratteristica principale dell’esistenzialismo.

Luhrmann raffigura questo rifiuto dell’autorità attraverso un’ambientazione iper-violenta di famiglie mafiose in lotta. La raffigurazione schiacciante di armi e scene di combattimento è giustapposta all’onnipresente figura della Madonna, rappresentata persino sull’impugnatura di molte delle pistole. Come risultato dell’uso eccessivo di immagini religiose da parte di Luhrmann, le icone sacre vengono trasformate in pezzi profani di cultura popolare. Questo cambiamento consente l’analisi della religione come una forma di culturalismo, e ancora di globalizzazione, all’interno del film.

Approccio elisabettiano

Una scena di Romeo + Giulietta – © 20th Century Fox

Nell’adattamento di Luhrmann, il tempo e il luogo diventano essenzialmente mitici, poiché abbiamo a che fare con una sorta di utopia o atemporalità, una tendenza a dislocare qualsiasi stabilità classica. Luhrmann mette in scena questa geografia disorientante, elidendo i confini sottili tra geografie e posizionamenti etnici. I riferimenti al teatro elisabettiano sono molto numerosi in tutto il film, ma non dovremmo ignorare l’eccentricità del gioco. Tutto è esagerato – le emozioni, così come le gestualità del corpo. Il tragico è sempre più tragico e il comico è sempre più comico. L’attore non recita per la macchina da presa: recita per il pubblico riunito nella sala.

Ciò significa mantenere il principio del teatro elisabettiano: Luhrmann è rimasto fedele alla creazione di Shakespeare. I riferimenti al drammaturgo inglese e al suo tempo sono molti: il gesto di mordersi il pollice era un segno di derisione verso un’altra persona, per fare un esempio, ed è così che il regista apre il conflitto tra le famiglie Capuleti e Montecchi all’inizio del film. Sebbene questo non sembri un dettaglio rilevante, l’intenzione era quella di mantenere detto aspetto del XVI secolo. A un certo punto, Romeo e i Montecchi si trovano sulla spiaggia di Verona e di fronte alla spiaggia c’è un messaggio dove possiamo leggere “Globe Theater”.

Giulietta – un’eroina incompresa

Una scena di Romeo + Giulietta – © 20th Century Fox

Parlando di Giulietta, molti sarebbero ancora oggi d’accordo nel definirla una giovane donna piuttosto petulante e volubile che cade vittima dei suoi ormoni adolescenziali. Sarebbe altrettanto facile sostenere che la sua decisione di sposare un ragazzo appena incontrato sia incredibilmente irresponsabile e che proprio questa scelta la renda un personaggio ingenuo, tanto da potersi innamorare in potenza di qualunque spasimante lei trovi attraente. Tuttavia, quando la si guarda più da vicino senza intenderla come un’estensione dei desideri di Romeo, si percepisce che Giulietta possiede potenti qualità, partendo dalla riluttanza a sposare il corteggiatore che i suoi genitori le hanno imposto. Giulietta non solo sfida suo padre – proprietario della sua vita almeno fino al giorno delle nozze – ma va anche contro tutte le norme sociali dell’epoca.

Lei, inoltre, è in conflitto con la sua balia, che per buona parte dell’opera percepisce come sua unica amica e confidente. Giulietta le mente con astuzia per farle credere di essere d’accordo con lei – e con i suoi genitori – relativamente alle nozze con Paride. Sebbene questo comportamento possa essere attribuito a una sorta di sfida adolescenziale, esso dimostra enormemente l’indipendenza e la sicurezza di sé di Giulietta. Il film, così come l’opera di Shakespeare, offre una critica sottile dei modi in cui Giulietta è fisicamente confinata in una serie di gabbie. Per tutta la prima metà, il personaggio di Giulietta appare solo in scene ambientate all’interno della sfera domestica, solitamente nella sua camera da letto. Quindi, non solo non le viene data quasi nessuna voce nella questione di chi sposerà, ma Giulietta è fisicamente confinata nella tenuta dei Capuleti (e ne esce solo una volta per confessarsi in chiesa).

La scena del balcone/piscina

“La mia generosità è sconfinata come il mare, il mio amore è profondo. Più ti do, più ho, perché entrambi sono infiniti.” – Giulietta

Al contrario, Romeo si gode la libertà di esplorare quasi ogni angolo di Verona. Per inciso, il nome “Romeo” è simbolico perché evoca almeno due parole, cioè “romantic” e “roam” – in questo secondo caso suggerendo i modi in cui Romeo è sempre in movimento: vagabonda, girovaga, fugge. Eppure, nonostante sia confinata e controllata, Giulietta è molto perspicace, eloquente, coraggiosa e disposta a correre rischi.

La falconiera

Una scena di Romeo + Giulietta
Una scena di Romeo + Giulietta – © 20th Century Fox

In effetti, mentre Giulietta non ha potere nella società in generale, la sua eloquenza e il suo portamento le danno potere nel contesto della sua relazione romantica con Romeo. Nella scena del balcone/piscina, Giulietta non solo è posizionata sopra Romeo, ma esercita il controllo sulla direzione della loro conversazione. Fa domande, dà ordini, interrompe, fa progetti. Dopo essersi paragonata a un falconiere, Giulietta confronta Romeo con l’“uccello” che tiene al guinzaglio in modo da poterlo “lasciare saltellare un po’ dalla [sua] mano” e poi “riprenderlo di nuovo”. Di pari importanza, Giulietta dimostra un coraggio tremendo assumendosi una serie di rischi calcolati. È disposta a ribellarsi ai suoi genitori, a correre il rischio di bere una pozione sconosciuta e a fingere la propria morte nella speranza di ottenere una rinascita trionfante.

In questo rigido sistema patriarcale, le donne e le ragazze sono circondate da uomini e donne che le conducono fino al matrimonio con un uomo che possa prendere il loro posto di controllo. C’è pochissima agency personale, poiché le stesse aspettative della società sono linee guida profondamente rigide. Ma non per Giulietta, che sa cosa è meglio per lei. Se non può fare nulla per prendere il controllo degli eventi sulla propria vita, può almeno prendere il controllo della vita stessa. Non è la drammatica e codarda reazione eccessiva di una tredicenne, ma quella di una giovane donna che cerca di mantenere il controllo sul proprio destino.

Ecco uno dei focus principali di Romeo + Juliet: pur seguendo l’assunto popolare (tutto da problematizzare) secondo cui i personaggi femminili di William Shakespeare siano donne sottomesse che, dopo travagli infiniti, rientrano in accordo con i ruoli previsti dalla società come mogli e madri obbedienti, Giulietta Capuleti segue comunque un percorso diverso: la tragicità della sua storia non delegittima il viaggio di indipendenza, scoperta di sé e sacrificio che lei intraprende.

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Ilaria Franciotti ha conseguito la laurea triennale in DAMS, la laurea magistrale in Cinema, televisione, produzione multimediale e il master in Studi e politiche di genere all’Università degli Studi Roma Tre. Si occupa di narratologia e drammaturgia del film, gender studies, horror studies, cinema e serie TV delle donne. Insegna analisi e storia del cinema e teoria e pratica della sceneggiatura. Ha collaborato con Segnocinema, è redattrice di Leggendaria e collaboratrice di The Post Internazionale, e ha scritto per diverse riviste di cinema (tra cui Marla e Nocturno). È autrice di Maleficent’s Journey (Il Glifo, Roma 2016), A Brave Journey. Il viaggio dell’Eroina nella narrazione cinematografica (Ledizioni, Milano 2021), ed è curatrice e coautrice di La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata (Chipiùneart, Roma 2021). Dal 2023 è curatrice del podcast Ilaria in Wonderland, interamente dedicato al cinema horror.