Autore: Ilaria Franciotti

Ilaria Franciotti ha conseguito la laurea triennale in DAMS, la laurea magistrale in Cinema, televisione, produzione multimediale e il master in Studi e politiche di genere all’Università degli Studi Roma Tre. Si occupa di narratologia e drammaturgia del film, gender studies, horror studies, cinema e serie TV delle donne. Insegna analisi e storia del cinema e teoria e pratica della sceneggiatura. Ha collaborato con Segnocinema, è redattrice di Leggendaria e collaboratrice di The Post Internazionale, e ha scritto per diverse riviste di cinema (tra cui Marla e Nocturno). È autrice di Maleficent’s Journey (Il Glifo, Roma 2016), A Brave Journey. Il viaggio dell’Eroina nella narrazione cinematografica (Ledizioni, Milano 2021), ed è curatrice e coautrice di La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata (Chipiùneart, Roma 2021). Dal 2023 è curatrice del podcast Ilaria in Wonderland, interamente dedicato al cinema horror.

C’è poco che spaventi di più gli esseri umani rispetto alla sensazione di non avere il controllo sulle proprie vite. Hereditary esplora questa paura e si apre con Annie (Toni Collette), madre di un figlio e una figlia, che presiede il funerale della propria madre. La famiglia di Annie non è esattamente quella del Mulino Bianco: suo figlio è un adolescente un po’ strano che ama sballarsi e sua figlia Charlie è un’emarginata, che costruisce bambole con animali morti. Charlie crede che sua nonna avrebbe voluto che lei fosse un maschio. In effetti c’è un netto rifiuto della femminilità in Hereditary, poiché le…

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Un poster di Immaculate

Jeffrey Jerome Cohen, pioniere della “teoria dei mostri”, sostiene che la narrativa horror giochi un ruolo importante nel modo in cui una cultura comprende se stessa, in particolare in relazione alle nostre paure. Egli avverte che le tensioni sociali e i traumi che creano ansia in una cultura si manifesteranno sintomaticamente come un fascino culturale per i mostri, una fissazione che nasce dal duplice desiderio di nominare ciò che è difficile da comprendere e di addomesticare (e quindi privare di potere) ciò che ci minaccia. In altre parole, quando proviamo ansia a livello culturale – ad esempio, con la paura…

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Una scena di Martyrs

La New Extremity, di cui Martyrs fa parte, è un fenomeno cinematografico contemporaneo, che ha fatto la sua comparsa tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, principalmente in Francia (noto qui come New French Extremity), per poi diffondersi nel resto del continente. La fine degli anni Novanta in Francia è stata caratterizzata da un senso di malcontento sociale e di alienazione. Il mutevole panorama socio-politico e le sfide poste dalla globalizzazione hanno portato a un clima culturale maturo per le espressioni artistiche che hanno affrontato le incertezze e le ansie del tempo. Il movimento trae ispirazione dalle…

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Una scena di Vertigo

Non è un segreto che Alfred Hitchcock fosse – e sia tuttora – uno dei registi più venerati della storia del cinema. Dopo aver iniziato la sua carriera come disegnatore di titoli di film muti, il cineasta londinese debutta alla regia nel 1925 con The Pleasure Garden e successivamente realizza una serie di film che diventano immediatamente riconoscibili come suoi. Ombre drammatiche, rivelazioni visive imprevedibili e strani angoli di ripresa facevano tutti parte del suo repertorio, supportati da vicende di persone accusate ingiustamente. Raccontava spesso la storia di come suo padre lo trattava dopo che si era comportato male durante la…

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Norman Bates a confronto

Psycho (1998) di Gus Van Sant è famoso in quanto remake shot by shot di Psycho di Hitchcock. Il film non è semplicemente un nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Robert Bloch (1959), ma piuttosto un adattamento del precedente film nella sua interezza. In altre parole, Psycho (1998) è un remake così estremo che non solo sembra un adattamento della storia alla contemporaneità, ma anche un adattamento dell’intera forma del film originale. Esiste quindi un dialogo intramediale tra il film del 1998 e quello del 1960. In questo senso Psycho di Van Sant è a tutti gli effetti un remake del…

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Bacio tra sposi in Priscilla

Conosciamo Priscilla Beaulieu circondata da persone, ma psicologicamente sola. Ha 14 anni ed è seduta in un bar di una base militare nella Germania occidentale con i suoi compiti e senza amiche. Elvis Presley sembra attratto principalmente dalla sua aura di fragile innocenza, con i suoi occhi spalancati sul mondo e una palpabile solitudine: diventa per lui un’immagine e una donna da creare. “Piccola”, la chiama. Come molte delle altre personagge di Sofia Coppola – Il giardino delle vergini suicide, Lost in Translation, Maria Antoinette – Priscilla è una sognatrice. Lei cresce mantenendo i suoi pensieri interiori per sé, accumula…

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Una scena di Harry ti presento Sally

Da decenni si è creato un divario, in continua estensione, che riguarda il sottogenere della commedia romantica. Le commedie sentimentali, di stagione in stagione, arrivano costantemente a occupare i primi posti del box office, ma nonostante questo la maggior parte della critica e il pubblico di stampo cinefilo ritengono che si tratti di prodotti di scarso interesse, imparagonabili a quelli dei grandi maestri. Ciò che viene criticato maggiormente a questo tipo di film, oltre a una neutralità stilistica (in particolar modo registica), è la prevedibilità e la mancanza di spessore della sceneggiatura e gli intenti poco alti e molto spesso…

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Bella Baxter dedita alla lettura

Un’innocenza artificiale nel corpo di donna esce dalla vita costruita per lei e va alla ricerca della conoscenza che la conduce alla liberazione. Non stiamo parlando di Barbie, ma di Povere Creature! La riscrittura come strategia narrativa trova grande risonanza nel postmodernismo: dà voce a chi è oppresso/a e consente decostruzioni e ricostruzioni. Madre e figlia Riscrivendo Frankenstein, Gray prima e Lanthimos e MacNamara poi, presentano un mostro femminile di rara bellezza, Bella Baxter, riportata in vita da “God” (Godwin, lui sì dai tratti mostruosi), che recupera – senza alcun tipo di consenso – il corpo di una donna incinta morta…

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Ritratto di Mary Shelley

Frankenstein, caposaldo della letteratura gotica, mostra come Mary Shelley, la sua autrice, contesti la società presentando un forte punto di vista femminista, criticando i ruoli di genere tradizionali e punendo letteralmente i personaggi che si conformano a essi. Gli uomini in Frankenstein sono ambiziosi ed egocentrici: il protagonista Victor Frankenstein rappresenta la fede patriarcale ed è estraneo a qualsiasi valore femminile, portando infine alla morte tutti coloro a cui tiene e perfino se stesso. Nel romanzo, la natura è rappresentata come attiva e femminile, e punisce o premia i personaggi secondo le loro azioni. Mary Shelley non poteva sapere che…

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Mulan impugna la spada sul tetto - © The Walt Disney Company

Lo studio del monomito applicato alla struttura narrativa dei film è una pratica consolidata da decenni, principalmente rivolta a personaggi maschili. Il primo testo sacro a riguardo è L’eroe dai mille volti (1949) di Joseph Campbell, studioso di mitologia comparata che, influenzato dal lavoro di Jung, sostiene che si possono rintracciare degli archetipi e delle fasi univoche in ogni mito. Cristopher Vogler – suo allievo, sceneggiatore per la Disney e la Fox e studioso di drammaturgia per il cinema – adatta lo studio del maestro alla narrazione cinematografica ne Il viaggio dell’eroe (1992) dove espone, nella prefazione alla seconda edizione,…

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Figlia di Paola Cortellesi in C'è ancora domani

Nel 2023 cinematografico regna un solo colore: il rosa shocking. Barbie quest’estate ha sbancato i botteghini di tutto il mondo, confermando di essere il marchio femminile numero uno da più di 50 anni. Mattel riferisce che oltre il 90% delle bambine ancora oggi possiede una Barbie. Molte ragazze giocano ogni giorno con le proprie Barbie, inventando storie e immaginandosi possibilità infinite. Pochi altri marchi si avvicinano a questa portata e a una tale profondità di coinvolgimento. Non stupisce quindi che il pubblico principale di Barbie sia composto dalle donne millennial che sono cresciute con la bambola più iconica del pianeta.…

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mike flanagan e la locandina di hill house

Per molti fan del genere horror, di cui Mike Flanagan è uno dei massimi esponenti, l’uscita de La caduta della casa degli Usher è stata una notizia allo stesso tempo dolce e amara. Da un lato, lo show è l’ennesima straordinaria produzione di uno dei maestri dell’horror contemporaneo; dall’altro esso sancisce la fine di una fruttuosa collaborazione tra Netflix e Mike Flanagan che ha dato vita a un interessante universo horror, composto da storie slegate tra loro ma coerenti con la poetica dell’autore. La caduta della casa degli Usher In questa serie (di cui potete leggere qui la nostra recensione)…

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