Durante la realizzazione di X: A Sexy Horror Story, prima collaborazione tra Ti West e Mia Goth, il regista e la sua protagonista avevano scritto una sceneggiatura che fornisse un background al villain principale della pellicola, Pearl. Il copione doveva inizialmente servire alla protagonista per comprendere meglio il suo personaggio – Mia Goth in X interpreta infatti tanto la villain Pearl che la final girl Maxine – ma si è poi trasformato nel primo tassello per un nuovo film, un prequel completamente dedicato all’anziana e diabolica signora che prende di mira la sfortunata troupe di attori porno.
X: A Sexy Horror Story era stato accolto piuttosto bene tanto dal pubblico che dalla critica, che ne avevano apprezzato da una parte la capacità di riproporre e rielaborare i topoi del cinema horror (in particolare quelli del genere slasher), dall’altra l’interessante discorso fatto – anche se in chiave scanzonata ed ironica – sulla mercificazione del corpo femminile e della sessualità. Come vedremo in questa recensione di Pearl, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, questo secondo film prende una direzione diversa, evidenziando ancor di più l’elemento ironico e il grottesco e distanziandosi dalle atmosfere tipiche dell’horror e dai temi che nel primo risultavano centrali. Se X si ispirava – e prendeva a piene mani – dagli slasher anni Settanta e Ottanta, Pearl fa un passo indietro, rifacendosi ai Classici del cinema hollywoodiano con la parabola di una protagonista che aspira a sfondare nel mondo dello spettacolo. Fin dalla prima inquadratura veniamo trasportati in quel tipo di contesto, in cui la tensione tipica delle pellicole del terrore non troverebbe solitamente il suo terreno ideale, ma in cui gli eccessi di violenza di cui la storia è infarcita risultano ancor più bizzarri ed inaspettati. Calcando quindi ancor di più il senso di eccesso, di grottesco e di disgusto che il regista vuole scatenare nello spettatore. Non è forse il film di cui l’amante degli horror più spaventosi è alla ricerca, come non lo era di fatto nemmeno X, ma è comunque capace di intrattenere e di divertire, soprattutto grazie all’interpretazione di una Mia Goth affascinante e, al tempo stesso, terribilmente inquietante.
Pearl
Genere: Horror
Durata: 102 minuti
Uscita: 16 settembre 2022 (Cinema)
Cast:Mia Goth, Kid Cudi
Trama: la rinascita di Pearl
Durante la Prima Guerra Mondiale, e nel pieno dell’epidemia di influenza spagnola, Pearl (Mia Goth) è una giovane donna che vorrebbe cambiare vita. In attesa del ritorno del marito Howard dal fronte e costretta a lavorare nella fattoria di famiglia prendendosi cura del padre malato, Pearl sogna di realizzarsi nel mondo dell’intrattenimento come ballerina. Le regole strettissime della madre e il contesto rurale in cui è cresciuta non le lasciano però lo spazio per essere se stessa.
Fatta conoscenza del proiezionista del cinema locale e iscrittasi a un concorso per ballerine, la donna troverà il giusto stimolo per cambiare la sua vita: sangue e violenza a più non posso sanciranno il battesimo di una nuova Pearl, decisa a liberarsi dai fardelli che le impediscono di essere libera e a fare (letteralmente) a pezzi tutti gli ostacoli sulla sua strada.
Il grottesco in Technicolor
Come vi anticipavamo in apertura, in Pearl il tema della sessualità e della mercificazione del corpo femminile (seppur presente) vengono leggermente messi da parte. La protagonista è – come quella del film precedente – ancora ansiosa di emergere e di far valere il proprio talento, dimostrando di avere quell'”x Factor” (citato anche in A Sexy Horror Story) e, a risuonare particolarmente, è la sua necessità di essere vista, di costruirsi un destino diverso e di sfuggire alla situazione mediocre in cui si trova: il senso di isolamento che la vita coi suoi genitori le fa provare è acuito dalla pandemia di spagnola in corso (che volutamente ricalca la situazione che ancora stiamo vivendo), che costringe le persone a girare con mascherine e a trincerarsi in casa.
Gli elementi legati alla malattia – e il continuo riferimento a germi invisibili e pericolosi – stonano nel contesto in Technicolor in cui si muove la protagonista, contribuendo a rendere ancor più straniante la visione. I continui riferimenti ai Classici della Storia del cinema – facciamo l’esempio del ballo tra Pearl e lo spaventapasseri, che cita Il Mago di Oz, o un momento in particolare preso direttamente da Psyco – trasportano ancor di più lo spettatore in una realtà tanto inquietate quanto unica e affascinante.
La protagonista di Mia Goth
Il cuore pulsante della storia portata sullo schermo da Ti West è la sua protagonista, Mia Goth. L’attrice ci regala un’interpretazione eccessiva e deliziosamente sopra le righe, rendendo tangibile la follia del suo personaggio e assolutamente credibile l’escalation di violenza in cui precipita. Davvero memorabile il monologo con la cognata, in cui la telecamera non l’abbandona mai mentre rivela i segreti più oscuri della sua mente da psicopatica in divenire.
Pearl è stato una piccola sorpresa di questo Venezia 2022, ma forse non lo avremmo così tanto apprezzato senza la sua protagonista, che fa da collante a una storia ricca sì di trovate, ma che non soddisfa le aspettative quando si tratta di evocare del vero terrore. Potrebbe deludere chi negli horror cerca altre atmosfere: con X: A Sexy Horror Story avevamo capito che l’obiettivo di Ti West non si limitava al mero spavento, e anche in questo caso il regista riesce a coinvolgere e divertire, con una storia tanto colorata ed eccessiva quanto interessante dal punto di vista dei riferimenti cinematografici e delle chiavi di lettura. Sta quindi tutto nelle aspettative con cui entrate in sala: il nostro consiglio è quello di lasciarvi trasportare in un mondo fatto di colori, eccessi e divertente brutalità.
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