Dopo La città incantata e Principessa Mononoke continua la lodevole operazione con cui Lucky Red ha riproposto nelle sale italiane alcuni titoli dello Studio Ghibli. Questa volta è il turno di Nausicaä della Valle del vento, film tratto dall’omonimo manga di Miyazaki che addirittura precede la nascita dello Studio stesso, nonostante venga annoverato da sempre tra i titoli Ghibli. L’opera è la seconda regia del Maestro dopo Lupin III – Il castello di Cagliostro e, almeno fino all’uscita di Principessa Mononoke, è stata la sua opera più popolare in Occidente. Nausicaä della Valle del vento è ancora oggi uno dei film più belli e affascinanti di Miyazaki e oggi ne affronteremo l’analisi e la spiegazione del finale.
Il finale: la scoperta della verità
Siamo nella Valle del vento, unico luogo dove ancora il Mar Marcio non è riuscito a infiltrarsi avvelenando tutto. Qua si decide il destino del mondo, con i regni di Pejite e Tolmechia in guerra tra loro con l’obiettivo di mettere le mani su un Soldato Titano, una sorta di organismo letale in grado di soverchiare e incendiare il mondo. Il tutto con la convinzione di riuscire a governarlo e di riprendersi così i terreni persi a causa dell’avanzare del Mar Marcio e degli insetti. Già qua risiede una grande intuizione di Miyazaki, che mostra l’assurdità degli uomini di voler combattere un mare con un fuoco, con il Soldato Titano metafora della bomba atomica e della follia umana.
Nausicaä, una volta liberata a seguito del rapimento dei tolmechiani, precipita nella giungla tossica del Mar Marcio insieme a un pilota pejitiano. Nel tentativo di sopravvivere i due scoprono che in realtà sotto le radici delle piante le acque scorrono limpide e l’aria è respirabile. Tutto ciò in cui credevano gli uomini è un grande errore: il cosiddetto Mar Marcio, tutte le piante apparentemente tossiche non sono in realtà che un filtro per ripulire tutto l’inquinamento umano e gli insetti le proteggono in questo processo. Se il Soldato Titano si risvegliasse e bruciasse il Mar Marcio non solo bloccherebbe questo processo di purificazione ma libererebbe nell’atmosfera tutte le spore tossiche che le piante stanno limitando. Nausicaä e il ragazzo decidono quindi di correre verso il luogo del conflitto e bloccare così quella che sarebbe la fine del mondo.
Una profezia che si avvera
Intanto il conflitto sta raggiungendo le sue fasi finali, un cucciolo di Ohm viene ferito e utilizzato dal regno di Pejite come esca, così da attrarre i suoi simili e creare distruzione in ogni dove in un’ultima mossa disperata. Kushana, regina di Tolmechia, decide quindi di risvegliare anzitempo il Soldato Titano con l’intento di bloccare la furia degli Ohm.
Nausicaä arrivata sul posto è rimasta inorridita da ciò che è stato fatto al cucciolo di insetto. Cerca di aiutarlo, sporcandosi del sangue dell’animale e tingendosi il vestito di blu. Nel farlo accetta di sacrificarsi, addossandosi pene e responsabilità del resto dell’umanità in una scena dal forte richiamo cristologico. Gli Ohm rimangono però colpiti da un gesto di tale portata, dalla purezza spontanea della ragazza. Decidono quindi non solo di salvarla ma addirittura di curarla da tutte le ferite. La ricoprono con i loro tentacoli d’orati. Nausicaä quindi emerge dal fascio di luce, integra, a tutti gli effetti come fosse risorta.
In questo modo davanti a tutti i popoli umani si vede finalmente l’avverarsi della profezia: l’eroe, in questo caso eroina, camminare su un tappeto d’orato vestito di azzurro. Gli occhi di tutti i popoli brillano mentre la vecchia saggia sottolinea e narra a sua volta ciò che stanno vedendo.
La guerra finisce con la ritirata di Tolmechia e i pejitiani che rimangono a vivere nella Valle del vento, guidati dalla regina prescelta Nausicaä.
Tutte le tematiche di Miyazaki sono già presenti
Ciò che più sorprende in Nausicaä della Valle del vento, film ricordiamolo uscito nel 1984, è la presenza di tutte le tematiche poi diventate fondanti e onnipresenti nel cinema di Miyazaki. L’antimilitarismo, il pacifismo, la presenza di un’eroina femminile forte, il volo, il vento, il disequilibrio nel rapporto tra natura e uomini con l’evidente colpa di questi ultimi. In particolare risulta interessante e, per certi versi non più replicato, la personificazione dell’ambiente e della natura. Non che questa non sia stata riproposta in film successivi, basta pensare ad esempio a Principessa Mononoke per vederne un altro esempio. È il modo che sorprende, ovvero l’aspetto e il design che Miyazaki dà a tutto il contesto ambientale.
Il risultato finale è un aspetto molto più simile al mondo del biopunk rispetto a tutta l’opera miyazakiana successiva. Un’organicità inserita in strutture architettoniche più dure e spigolose. Lo stesso Soldato Titano, con le sue pulsazioni, assomiglia quasi a una tavola di Giger. Il risultato finale è un vero e proprio capolavoro, fondamentale nella filmografia di Miyazaki e per la stessa nascita dello Studio Ghibli. Un film imperdibile, soprattutto quando si ha la possibilità di vederlo in sala.