Viso lucente, espressione solare e una grazia fuori dal comune. Che Odino ci perdoni, perché Jane Foster sembra appena scesa dall’Olimpo delle divinità greche. Ce ne siamo accorti quando l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione dell’uscita di Thor: Love and Thunder (qui la nostra recensione del film). Cinecomic anarchico in cui presunto dramma e commedia tonante camminano mano nella mano tutto il tempo. Tutte cose che nel 2013 non c’erano mica. Tutte cose che l’ultima volta che Natalie Portman ha vestito i panni dell’astrofisica Jane Foster sembravano pura blasfemia in un film di Thor. Ma alcuni dèi sono magnanimi, e perdonano gli azzardi degli esseri umani. E così sua divinità Portman, ormai degna di Mjolnir, sorrideva soltanto al pensiero di questo Thor: Love and Thunder così sfrontato, fuori di testa e pieno di cuore. Adesso vi raccontiamo perché.
Taika è degno
Un uomo si inginocchia davanti a una donna, e le porge un martello divino. Lei lo impugna o innalza verso il cielo con fierezza. Fotografia cult del Comicon di San Diego 2019. Taika Waititi che consegna Mjolnir nelle mani di Natalie Portman è diventata subito un’immagine iconica con tanto di promessa: l’universo di Thor verrà sconvolto.
Ce ne eravamo già accorti con l’anarchico Thor: Ragnarok, ma questa volta Thor: Love and Thunder alza ancora più in alto l’asticella dell’ambizione con un film straripante e rischioso. Una sfida che Portman ha raccolto volentieri, perché l’approccio disincantato di Waititi le ha regalato un ritorno stimolante dalle parti del Marvel Cinematic Universe, ritrovato decisamente sconvolto dall’ultima volta.
“Lavorare con Taika è stato incredibile, perché lui porta sempre creatività e spontaneità sul set. Ci ricordava che, soprattutto in un momento storico buio come questo, abbiamo tutti bisogno di affrontare la vita con una bella dose di sano umorismo. Abbiamo bisogno di ridere, di avere un momento di gioia”. Queste le parole al miele di Portman quando ripensa all’approccio del regista neozelandese, aggiungendo anche: “Sono affascinata dalla sua abilità di conciliare umorismo bizzarro e emozioni sincere. È un regista divertente, ma anche molto generoso, gentile e rispettoso degli altri, perché non si ride mai degli altri, mai a spese di qualcuno. E ammetto una cosa: non mettersi a ridere sul set è stata un’impresa. Tutti, Tessa e Chris compresi, eravamo travolti dal senso di umorismo di Taika, che ha avuto il coraggio di sperimentare sdrammatizzando anche le scene più delicate. Grazie a questo approccio è stato come girare un film sperimentale ad alto budget”.
Forte, fragile, Jane
Finora si è sempre fatta valere con la forza della mente e del cuore. Capace di smuovere e ispirare Thor con il suo talento e il suo altruismo. Adesso è arrivato il momento del braccio, dell’azione e della forza. Nel raccontare la trasformazione di Jane Foster nella Potente Thor, Portman ci mette subito a mettere le cose in chiaro: “Quando smetteremo di sorprenderci per un film con delle donne forti ed eroiche, allora sì che avremo la normalità. Ammetto che non mi piace interpretare donne dure, toste solo per il gusto di essere toste. Amo questa Jane perché è un personaggio fragile nella sua forza, il che la rende ancora più vera e accessibile. È una donna con delle debolezze, che deve affrontare delle sfide. Tutte cose importanti per il pubblico, soprattutto per i più giovani, che finalmente possono identificarsi anche in personaggi di tutti i sessi. Se ci penso bene, ai miei tempi c’era un solo modello di supereroina [non la cita, ma sicuramente si riferisce a Wonder Woman] mentre ora finalmente in un film come questo ce ne sono persino due, visto che anche la Valchiria di Tessa è un gran bel personaggio”.
Quando si parla della trasformazione di Jane nella Potente Thor, Portman si fa ancora più raggiante e ironica, ammettendo: “Quando ho iniziato a lavorare sul personaggio era il 2009, e non potevo certo immaginare che avrebbe subito questa trasformazione. Anche perché nei fumetti Jane diventa degna in una storia scritta nel 2015, per cui era davvero impossibile da prevedere. E sapete cos’altro mi ha piacevolmente sorpreso? Che i Marvel Studios abbiano affidato la parte di una dea vichinga a una quarantenne, madre, ebrea, alta un metro e sessanta”. Lo dice sorridendo, ma è lampante l’eleganza con cui Portman lancia la sua saetta contro una Hollywood che non rinuncia ancora a certi modelli ancorati al passato.
In nome dell’amore
Inizia e finisce con una fiaba raccontata attorno a un fuoco. E Thor: Love and Thunder è soprattutto questo: una grande fiaba con tanto di morale sull’amore e sulle avventure da affrontare nonostante ci possano fare del male. Questo Portman lo sa bene e conferma: “Un film come questo è importante soprattutto per le nuove generazioni. Per questo, se mi chiedete se preferirei essere chiamata Potente Thor o Dottoressa Foster, vi dico senza dubbio nel secondo modo. Perché è fondamentale rappresentare un’astrofisica in un film pop come un cinecomic. È importante perché sono mestieri considerati ancora prettamente maschili, e attraverso Jane possiamo normalizzare quella presunta eccezione. Mi piace sottolineare che in America la Marvel ha avviato un programma per aiutare l’accesso di molte ragazze allo studio delle materie STEM [Science, Technology, Engineering and Mathematics]”.
In mezzo alla sua tempesta di battute e fulmini, però, Thor Love and Thunder ha mostrato un grande cuore. E allora, per Natalie Portman, la vera morale del film è “la celebrazione dell’amore in tutte le sue forme. Nel film non parliamo solo di amore romantico, ma anche di amore tra amici, tra genitori e figli, per se stessi e anche per il proprio lavoro. È un concetto di amore totalizzante che pervade tutto Thor: Love and Thunder. Un film che mi ha fatto capire una cosa: amo trovare la profondità nella comicità e amo scovare un po’ di leggerezza nel dramma”. E infine ecco arrivare una confessione: “Non voglio fare spoiler, ma quando io e Taika ci siamo trovati davanti a quella scena finale post-credit ci siamo guardati e ci siamo detti: e ora?”. Sì, il futuro di Jane Foster nel Marvel Cinematic Universe è incerto, ma adesso conta solo il presente. Ce lo ha insegnato un film come Thor Love and Thunder, che invita a vivere l’avventura qui e ora.