In un mondo che ormai si divide su tutto, c’è una cosa che riesce ancora a mettere tutti d’accordo: i flop cinematografici. I freddi numeri non ammettono opinioni e ci restituiscono la gelida realtà di botteghini vuoti. Tonfi clamorosi, progetti ambiziosi diventati fallimenti, meravigliosi piani caduti nel nulla. Ammettiamolo i flop sono anche divertenti perché veder cadere i giganti crea un piacere malsano. Altre volte invece dispiace e basta, soprattutto davanti ai film incompresi. Bene, visto che l’estate 2023 ci sta regalando tante cadute tra un Indiana Jones e il Quadrante del Destino che zoppica e soprattutto un The Flash che ha creato un buco di oltre 200 milioni di dollari in casa Warner (meno male che in casa Warner c’è Barbie), ci è venuta voglia di scavare tra le macerie, parlandovi dei dieci peggiori flop cinematografici di sempre nella storia del cinema commerciale. Parametri? Non solo i milioni di dollari persi ma anche l’ambizione e la vocazione pop dei film in lista. Eccoli in rigoroso ordine cronologico.
1. Corsari (1995)
Signore e signori, benvenuti a bordo della “maledizione del genere fantasma”. Sì, ve ne accorgerete anche leggendo questo articolo: i film sui pirati sono abbastanza sfortunati. Uno dei primi ad affondare fu Corsari, film del 1995 con una lanciatissima Geena Davis piratessa alla ricerca del tipico tesoro nascosto. Il film si rivelò un’odissea produttiva piena di riscritture e soldi letteralmente buttati al vento per assecondare (pare) anche capricci di regista e cast. Corsari costò la bellezza di 115 milioni di dollari (tantissimi se consideriamo che siamo a metà anni Novanta) per incassarne soltanto 11. Risultato? Il fallimento della casa di produzione Carloco Pictures e la diffidenza di Hollywood nei confronti del genere piratesco, che infatti negli anni collezionerà altri flop. Una maledizione che verrà spezzata soltanto da un certo Jack Sparrow quasi dieci anni dopo.
2. Il 13º guerriero (1999)
Tratto da un romanzo di Michael Crichton (il papà di Jurassic Park), diretto dal regista di successi come Predator, Trappola di Cristallo e Caccia a ottobre rosso e con una star sulla cresta dell’onda come Antonio Banderas nei panni dell’eroe di turno. Cosa poteva andare storto? Tutto. Nel 1999 Il 13º guerriero è costato 160 milioni di dollari, ma la sua epica rivisitazione di Beowulf all’epoca non fu apprezzata affatto, incassandone soltanto 62. Per noi resta un buonissimo film incompreso e invecchiato benissimo. Non a caso pieno di estimatori che ancora non si capacitano del suo epic fail. Peccato davvero.
3. Il pianeta del tesoro (2002)
Assurdo pensare che uno dei Classici Disney più belli, ispirati e amati di sempre sia stato un cocente flop al botteghino. Così è stato, purtroppo. Per fortuna, col tempo, Il pianeta del tesoro è stato riportato a galla dall’amore e dalla gratitudine di tutti quelli che lo hanno amato fin da subito e recuperato negli anni. In un’epoca di crisi di identità della Disney, la Casa del Topo sforna un’avventura corsara in salsa steampunk che non riesce a fare breccia nei cuori della gente. Perché?
Il lancio sciagurato nello stesso weekend di Harry Potter e la Camera dei Segreti e una teoria del complotto che racconta di un autoboicottaggio in casa Disney, con una frangia aziendale che ha virato volutamente verso il flop per portare alla morte dell’animazione tradizionale in favore della CGI. Tecnica che in quegli anni, tra successi Pixar e Shrek, stava dominando la scena. A peggiorare il tutto una costosissima campagna marketing incapace di presentare bene il film al pubblico (visto che di fatto nascondeva i pregi del film). Risultato? Una perdita di quasi 120 milioni di dollari. Il nostro cuore, invece, per Il pianeta del tesoro sarà sempre un forziere aperto.
4. Sinbad – La leggenda dei sette mari (2003)
Ancora pirati. Ancora buchi nell’acqua. Vi avevamo avvisati. Questa volta il fallimento è tutto in casa Dreamworks. Colpa del tutt’altro che memorabile Sinbad – La leggenda sei sette mari, che mise una pietra tombale sull’animazione tradizionale dello studio animato. Un film forse troppo classico e nato vecchio, che nel 2003 fu surclassato al botteghino da molto più riusciti e appetibili La maledizione della Prima Luna e Alla ricerca di Nemo. Non bastarono le voci di Brad Pitt, Catherine Zeta-Jones e Michelle Pfeiffer a salvare Sinbad dal tracollo. Costato 60 milioni, ne incassò soltanto 80, ma con i costi della promozione si è inabissato fino a -170 milioni di dollari.
5. John Carter (2012)
Eccoci nella voragine più grande. Ovvero nel più clamoroso flop commerciale nella storia del cinema. Una ferita lunga 250 milioni di dollari. Sì, avete letto bene: 250. Questa l’emorragia lasciata da John Carter nelle casse di Mamma Disney. Uscito con un tempismo tremendo, ovvero pochi anni dopo Avatar, a cui era molto molto simile (pur essendo basato su un romanzo del 1911), John Carter è un film che fa quasi tenerezza per la sfortuna che si porta addosso. Effetti digitali costosissimi, ambizione spropositata e buona avventura che non furono ripagati dalla fiducia del pubblico, che lo ignorò senza fare buon passaparola. Secondo noi da qualche parte in Disney stanno si stanno ancora leccando le ferite.
6. The Lone Ranger (2013)
Suvvia, un anno dopo un film d’avventura andato male come John Carter vedrai che la Disney non potrà certo sbagliare di nuovo. E invece no. Stesso tonfo nello stesso habitat. Perseverare è disneyano, insomma. Appena dodici mesi dopo quel flop, ecco arrivare lo sciagurato The Lone Ranger. Sulla carta era tutto giusto: un western da rivitalizzare il salsa avventurosa, il regista dei Pirati dei Caraibi al timone, un attore emergente come Armie Hammer nei panni del primo eroe mascherato d’America e Johnny Depp a fare da chioccia con la sua ennesima maschera sopra le righe. Peccato che, nonostante una regia eccezionale e una messa in scena da antologia dei blockbuster, il film di Verbinski sia andato davvero molto, molto make: oltre 200 milioni di dollari di perdita per un film forse troppo audace e insolito nel ritmo e nella narrazione per piacere davvero al grande pubblico. Però va detto che, dopo dieci anni, anche The Lone Ranger è stato un po’ rivalutato col tempo.
7. Tomorrowland (2015)
L’utopia sognata da Walt Disney diventa un brutto incubo. Tutta colpa di Tomorrowland, diretto da quel bravo regista di nome Brad Bird che aveva già conosciuto l’onta dell’ingiusto flop con quel capolavoro de Il gigante di ferro. Un film troppo anonimo e sicuramente assai difficile da vendere, a metà strada tra fantascienza e avventura, incapace di avere un grande appeal commerciale agli occhi del pubblico. George Clooney non bastò a limitare i danni e l’emorragia di danaro: 185 milioni persi. Ancora per la gioia di Mamma Disney.
8. King Arthur – Il potere della spada (2017)
Alla tavola rotonda qualcosa non quadra. Si, perché doveva essere una saga lunga almeno tre film. Forse persino sei (almeno negli scenari decisamente troppo ottimisti). Sull’onda lunga del successo di Game of Thrones, il Medioevo ingolosiva di nuovo Hollywood. E così, dopo i due riusciti film su Sherlock Holmes, quel pazzo scatenato di Guy Ritchie sembrava la persona giusta per rileggere le cavalleresche gesta di Re Artù in chiave pop. Niente da fare. Nonostante l’audacia e l’originalità,King Arthur – Il potere della spada fu un mezzo pasticcio, sia artistico che commerciale. Indeciso nel tono e straniante nell’estetica, il film verrà ricordato soltanto per il gustoso cameo di David Beckham. Sul registro dei conti è ancora segnato un bel meno 183 milioni.
9. Macchine mortali (2018)
Lo steampunk è un altro genere abbastanza sfortunato al box office. Lo conferma anche il disastro lasciato da Macchine mortali, un’ambiziosa saga young adult che puntava a cavalcare l’onda dei vari Hunger Games, Divergent e Maze Runner. Forse, però, era troppo tardi, visto che la moda era già passata. Un immaginario affascinante con una mitologia tutta sua e la produzione di Peter Jackson non salvarono il film (per noi più che sufficiente onestamente) da un super flop. Costato 150 milioni, ne ha incassati soltanto 84. Macchine mortali di nome e di fatto (per il franchise poi chiuso).
10. Strange World (2022)
Qualcuno ha detto avventura? Qualcuno ha detto Disney? Ancora una volta il mix è letale, perché l’ultimo Classico Disney è stato un mezzo bagno di sangue. Anonimo nel design, poco appassionante a livello narrativo e accusato di politicamente corretto in ogni dove, Strange World ha forse toccato il fondo della Disney Animation. Zero fantasia, world building privo di creatività e un totale distacco da un pubblico sempre meno partecipe e interessato. A confermare il flop da oltre 150 milioni di dollari anche il fatto che Strange World sia stato il primo Classico Disney degli ultimi 10 anni non nominato agli Oscar.
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