Autore: Eugenio Begato

Nato il 5 marzo del 2004. APPASSIONATO DI CINEMA IN TUTTE LE SUE FORME

Ennio Morricone mentre dirige un orchestra

Il 6 luglio 2020 un pezzo della Storia del Cinema se ne andava per sempre. Nella notte, in una clinica romana il Maestro Ennio Morricone all’età di 91 anni pensava alla sua ultima nota; lui che è stato il più grande compositore di colonne sonore o musiche da film, come le avrebbe definite lui, di tutti i tempi. Quel giorno, il suo avvocato così disse: «il maestro si è spento con il conforto della fede, e con grande lucidità e dignità”. Tra le tante meraviglie che Ennio lasciava c’era soprattutto l’amata moglie Maria, la quale per tutto il corso della loro…

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Natasha Kinski è Jane, Paris, Texas

In Wim Wenders la potenza evocativa che solo le immagini e la messa in scena potevano dare, è da sempre uno dei suoi grandi tratti distintivi, e sicuramente in Paris, Texas questo tocco sensibile è trattato con raffinatezza sopraffina. La grazia attraverso la quale gli elementi si posizionano all’interno della macchina da presa di Wenders e la cura estetica delle immagine danno l’idea di un’America fortemente legata ad un tempo e ad un luogo con insegne al neon dei motel e dei diner esaltate e saturate da abbaglianti studi sulla luce del direttore della fotografia Robby Müller, e la grande indulgenza…

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John Belushi e Dan Ayrkroyd sono Jake e Elswood

Dopo ben sei mesi di follie produttive, nel febbraio del 1980, il progetto The Blues Brothers di John Landis finalmente vedeva la luce, un cult che da lì a poco sarebbe divenuto leggenda. All’epoca, il film di Landis fu necessario affinché si riscoprisse la musica blues e le sue meravigliose melodie, tant’è che a seguito dell’uscita del film, la sua colonna sonora venne reputata la migliore mai scritta. Attraverso i suoi fantastici interpreti, i quali consolidarono il mito di John Belushi, nel ruolo di Jake, con un’interpretazione ancor più memorabile di quella nel precedente successo Animal House di soli due anni prima. The Blues…

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Spiderman di Sam Raimi

Sono già passati 22 anni dal debutto in sala del primo film Spider-Man di Sam Raimi. In relazione al tempo, fa anche strano pensare come il personaggio si sia evoluto negli anni, dapprima emblema di un cambiamento storico in mezzo al passaggio tra due secoli e due millenni, per finire ad essere quasi una caricatura di se stesso, donato in pasto ad ogni qualsivoglia desiderio del pubblico generalista affamato sempre delle solite cose. Bizzarro pensare alla versione estremamente personale di Raimi dedito al personaggio più illustre della Storia dei fumetti Marvel, concezioni e caratteri assai distanti temporalmente da oggi, per registri stilistici…

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Daniel La Russo, infrangendo i doveri imposti dal maestro Miyagi, decide di difendere il suo titolo di campione di karate nella gara organizzata dall’avversario Kreese, la cui palestra ha chiuso dopo la sconfitta del contendente più forte proprio nella sfida contro La Russo. Nel frattempo in città, arriva il benestante e losco Terry Silver, reduce della guerra in Vietnam ed esperto di arti marziali, il quale accetta di supportare il suo vecchio amico Kreese al fine di conquistare il trofeo del campionato. Il rivale scelto per fronteggiare Daniel è Mike Barnes, rinomato per la sua bravura, ma anche per la sua ferocia. Preoccupato, il ragazzo chiede aiuto a Miyagi per allenarlo affinché possa vincere la gara, ma il maestro si rifiuta categoricamente, poiché sostiene che il karate debba essere utilizzato solo per difendere la vita e l’onore, e non per conquistare un trofeo. Daniel, non ha soluzioni e finisce ingenuamente nelle mani di Terry, il quale lo prende come suo allievo. Ma quando il ragazzo e la sua fidanzata Jessica, si troveranno immischiati in una faccenda pericolosa, ecco che il maestro Miyagi capirà che qualcosa non quadra e decide di prendere nuovamente in mano la situazione.

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Dopo la vittoria contro l’arrogante Johnny, Daniel si vede costretto ad affrontare un nuovo problema: la madre deve nuovamente cambiare città. Il ragazzo non vuole trasferirsi e rimane in California, ospite del Maestro Myagi. Tra i due si è creato un gran legame, e Daniel, grazie all’allenamento e ai preziosi consigli ricevuti dal saggio mentore, è molto maturato. In seguito, Miyagi viene informato, della precaria condizione di salute dell’anziano padre e necessariamente costretto a partire per la sua città natale. Daniel non vuole lasciare solo il saggio maestro e decide di accompagnarlo nel triste viaggio. In Giappone, il ragazzo viene a conoscenza della storia del Maestro. Durante la loro permanenza in Giappone, allievo e maestro, dovranno fare i conti con i demoni della vita passata di quest’ultimo. Così, tra nuovi e vecchi amori e nuove e vecchie sfide, i due sfidano una nuova minaccia rappresentata da Sato.

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Daniel LaRusso è un ragazzo adolescente americano che si trasferisce con la madre in una nuova città. Lì inizia a interessarsi a una ragazza, ma viene perseguitato da un gruppo di bulli che si allenano nella palestra del Cobra Kai. In seguito diventerà allievo dell’addetto alle manutenzioni del loro nuovo appartamento, un gentile ed eccentrico signore di Okinawa di nome Nariyoshi Miyagi. Daniel e il suo maestro si metteranno in moto per dare una bella lezione ai bulli in un torneo di Karate.

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Dopo trent’anni Daniel LaRusso e Johnny Lawrence si ritrovano. Si erano affrontati in un incontro di Karate da adolescenti e ora entrambi sono diventati maestri di un dojo, l’uno avversario dell’altro. Tanti colpi di scena, allenamenti durissimi e battaglie incredibili attendono loro e i rispettivi allievi.

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I protagonisti di C'era una volta in America

Il 17 febbraio 1984 fu proiettato per la prima volta C’era una volta in America, e il risultato fu una fragorosa delusione. Se la produzione voleva un film poco sotto le 2 ore, Sergio Leone, dalla sua, aveva congegnato tutt’altro film. Una volta concluso il montaggio, il film durava complessivamente 269 minuti, ben oltre le quattro ore. Negli Stati Uniti, la versione voluta dalla Warner era di appena 94 minuti e montata in ordine cronologico. Nulla a che vedere con la versione che oggi tutti possono ammirare: un racconto di vite e destini all’interno dello spazio e soprattutto del tempo,…

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Il balo tra Sailor e Lula

Nel 1990, il regista statunitense David Lynch dirige Cuore selvaggio, proprio nel bel mezzo della lavorazione ad un altro progetto dei suoi più grandi: Twin Peaks. Il film è tratto dal romanzo di Barry Gifford, ma se lo scrittore realizza un’opera composta e dai forti richiami shakspeariani, Lynch, dalla sua dirige un film che scava, ancora una volta, nei meandri delle sue ossessioni; un’opera di sensoriale bellezza, endorfinica e libera da ogni schema. Nell’edizione di Cannes di quell’anno, tra gli innumerevoli detrattori, il regista riceve l’ambita e sacrosanta Palma d’oro consegnata dal presidente di giuria Bernardo Bertolucci. Il film vede…

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The Damned di Roberto Minervini

Il 9 aprile 1865 il generale delle forze confederate Robert Lee firmava la resa deponendo le armi in favore di una vittoria dell’esercito nordista. Il conflitto era finito, la schiavitù abolita in tutto il Paese, tuttavia solo a pochi giorni da quell’evento, il presidente Lincoln, colui che aveva decretato la vittoria degli Stati del Nord, veniva brutalmente assassinato durante una recita teatrale a Washington. Cerchiamo di capire quali sono stati i passi commessi da quella America dell’epoca che hanno condotto un Paese così vasto a spaccarsi a metà, attraverso una frattura talmente profonda da sfociare in un conflitto Civile. Tale…

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Il protagonista è Adam, uno sceneggiatore timido ed impacciato che non riesce più a scrivere, il quale vive in un nuovo condominio nel nord di Londra. Una sera, solo come sempre, bussa alla sua porta Harry, un giovane vicino pimpante che solo a sua volta, vorrebbe passare la serata in compagnia. Per superare il blocco che lo condiziona, Adam si decide a tornare a Croydon al fine di rivedere la casa dove aveva trascorso l’infanzia prima che genitori morissero entrambi in un incidente stradale, trovandovi qualcosa di totalmente inaspettato. Nel frattempo, intraprende una relazione intima con Harry, ormai non più solo un vicino, con lui condivide il senso di estraniamento e disappartenenza che lo ha afflitto per tutta la vita.

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Marisa Abela è Amy Whinehouse in Back to Black
5.5

Negli ultimi anni il rapporto tra Cinema e Musica è andato intensificandosi. Questo grazie ai numerosi biopic presentati al grande pubblico, i quali nei giorni nostri sembrano andare tanto. Talvolta questi prodotti risplendono di luce propria e permettono di rivivere la grandezza musica di un determinati artisti. Come se non bastasse mostrano anche dei loro lati della vita personale, solitamente più fragili e vulnerabili, rivolgendo lo sguardo allo spettatore, il quale si immerge in vicende identitarie così sfaccettate. Spesso, però, queste operazioni commerciali non sono del tutto vincenti e mostrano solo una parte delle vicissitudini dei musicisti, i quali spesso…

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Ghostbusters - Minaccia Glaciale
6.5

L’epoca cinematografica che oggi stiamo vivendo è rappresentata e costellata dai remake. Negli ultimi anni, davanti ai nostri occhi, ne sono passati veramente tanti, desiderosi di rilanciare sul grande schermo i temi ed i personaggi, che per decenni hanno accompagnato la crescita di numerose generazioni di ragazzi, oggi cresciuti. La stessa illusione non è però presente nelle generazioni attuali, le quali sembrano non farsi più sorprendere da quelle storie cariche di fantasia ed ingegno. Se da una parte, questo è largamente vero, dall’altra, è anche vero che queste operazioni commerciali volte a riproporre le grandi glorie del passato, non riescono…

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Zar Amir Ebrahimi nel film Holy Spider

In Iran non è facile essere liberi. “La censura è ovunque”. A molti artisti, In Iran non gli è permesso cantare, cosa consentita per legge solo agli uomini e proibita invece alle donne. Per chi, ad esempio, è di religione bahayi, minoranza perseguitata nella Repubblica islamica. destino comune a molte altre etnie religiose che non seguono i dettami della Sharia islamica imposta dagli ayatollah. La storia dell’Iran, è l’esemplificazione di come ogni autocrazia fa uso di censura, strumento sgradito in tutti i campi dell’arte dove, invece, ad avere campo libero dovrebbe essere la libertà di esprimersi e di creare. Lo…

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Alien

Fede Alvarez, regista del nuovo Alien: Romulus, ha raccontato quali sono state le reazioni di James Cameron e Ridley Scott al suo nuovo film, dichiarando che i due non potevano essere più agli estremi di così! Rassicura dicendo che entrambi lo hanno apprezzato, ma hanno avuto prospettive discordanti sulla sceneggiatura, dando suggerimenti agli antipodi. Il regista Alvarez ricorda con piacere ed un pizzico di ironia che ha avuto lunghe conversazioni con i due maestri, colonne portanti del grande successo del franchise, i quali hanno dato una mano non indifferente al processo creativo per il nuovo film. Alvarez ha ribadito come Ridley…

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La Justice League nella versione di Zack Snyder

A seguito delle numerose richieste impellenti da parte di fan accaniti, nel movimento ReleaseTheSnyderCut, lo studio Warner ha acconsentito anni fa il permesso di rilasciare la versione di Zack Snyder della Justice League, dando così al regista la possibilità di condividere con il mondo la sua versione. Il film venne distribuito su Max il 18 marzo 2021. Snyder aveva persino girato alcune scene extra per un epilogo che avrebbe gettato le basi per dei sequel mai annunciati. A distanza di tre anni da quel periodo, possiamo affermare con certezza che la versione del regista è stata di gran lunga meglio accolta…

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Denis Villeneuve e Timothée Chalamet sul set di Dune - Parte Due

Prima di immergerci nella filmografia di questo giovane ma già ammirabile cineasta, è doveroso riportare qualche dato biografico che lo riguarda. Denis Villeneuve nasce a Trois-Rivières, in Québec, il 3 ottobre 1967 e studia cinema all’Université du Québec di Montreal. La sua prima fatica cinematografica è il mediometraggio di genere documentaristico REW FFWD, incentrato sul tema del multiculturalismo. Per il suo primo lungometraggio,invece, dovremo aspettare il 1998, quando decide di dirigere: “Un 32 août sur terre”. Il film si fa notare a Cannes e a Toronto ed è così apprezzato dai critici che verrà scelto per rappresentare il Canada agli…

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Robert Downey Jr in Oppenheimer, fonte: Universal Pictures

Ludwig Goransson ha vinto il premio Oscar alla Migliore Colonna Sonora Originale per il film Oppenheimer diretto da Christopher Nolan. Il compositore è salito sul palco ed è stato fiero e onorato di ottenere quel riconoscimento così importante. Se dovessimo nominare un vero mattatore di questa stagione dei premio, il primo film che ci salterebbe in testa sarebbe Oppenheimer. Anche volendo, ci vorrebbe almeno un giorno per citare tutti i riconoscimenti che ha ottenuto ultimamente. Nell’edizione degli Oscar 2024 il compositore e produttore discografico Ludwig Goransson ha conquistato l’ambita statuetta sbaragliando la concorrenza non solo all’Academy, ma anche ad altre…

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Oppenheimer

A ritirare l’ambita statuetta per il premio Oscar per la Miglior fotografia è salito sul palco il direttore della fotografia per Oppenheimer: Hoyte Van Hoytema che negli anni aveva già fotografato altri film film di Christopher Nolan, ovvero Interstellar, il penultimo Tenet e anche Dunkirk, fillm per il quale ricevette la sua prima candidatura ai premi Oscar 2018. Oppenheimer è un film enorme nella messa in scena visiva e nell’impatto emotivo. Nolan ha costruito un castello di emozioni e di girandole che soffiano al vento a ritmo di fuoco. Un cast d’eccezione che vanta nomi strabilianti e diretti magnificamente. Ispirato…

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