Può un racconto a puntate nato su Wattpad diventare un caso editoriale diventando il libro più venduto dell’anno? Certo che sì, ma – attenzione, non stiamo parlando della saga di After bensì di un fenomeno tutto italiano: quello di Fabbricante di lacrime.

Vero e propria rivelazione del 2022, con le sue 450 mila copie vendute grazie al passa parola su TikTok, Fabbricante di lacrime è il frutto del lavoro di una giovane autrice di nome Erin Doom oltre che la dimostrazione di quanto l’eco dei social abbia un potere immenso. Quel libro è diventato un film, una produzione tutta italiana che sbarca su Netflix il 4 aprile.

Una storia d’amore

fabbricante di lacrime
Rigel e Nica si avvicinano – © Netflix

Nonostante il titolo possa ingannare Fabbricante di lacrime è una storia d’amore che si inserisce nel filone romance young adult, facendo propri tanti elementi che hanno decretato il successo del genere soprattutto tra i lettori e le lettrici della Gen Z e Alpha.

La storia racconta delle vicende di Nica e Rigel, due orfani cresciuti tra le mura del Grave: un orfanotrofio presso cui alleggiano tanti racconti e leggende, come quella del Fabbricante di lacrime un misterioso artigiano dagli occhi blu, il quale forgia tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Quando, compiuti i 17 anni, sembra che finalmente il sogno di Nica di avere una famiglia possa finalmente avverarsi tutto allo stesso tempo diventa più confuso. I coniugi Milligan decidono infatti di adottare anche Rigel, portando i due a vivere insieme in una convivenza che genera attriti e tensioni costanti. Nonostante i ragazzi condividano un passato fatto di traumi e abusi pare impossibile per loro stabilire un legame. Eppure dietro gli occhi di tenebra di Rigel c’è dell’altro e, quando Nica se ne accorgerà, dovrà fare i conti con un sentimento mai provato prima.

Adattare un fenomeno letterario

Fabbricante di lacrime
Nica e Rigel – © Netflix

Insomma dall’amore tormentato al passato non proprio felice dei protagonisti, gli ingredienti per imbastire una storia capace di catturare l’attenzione di molti ci sono tutti. Non è infatti un caso che, tra edit dedicati e citazioni, Fabbricante di lacrime sia esploso grazie ai trend del #Booktok diventando il primo caso letterario di questo tipo nel nostro paese. Un fenomeno che ha incuriosito Netflix che, con l’adattamento cinematografico, ha voluto cavalcare l’onda dando corpo a un romanzo nato come pubblicazione a puntate su Wattpad per poi approdare alla carta solo dopo essere stato notato da Salani Editore.

Un successo, quello del Fabbricante di lacrime, che ci fa riflettere su quanto il cinema – ieri come oggi – abbia necessità di parlare a un pubblico molto specifico, magari adattando fenomeni letterari che, no, non saranno destinati a diventare il prossimo Furore, ma sono capaci di raccontarci qualcosa del mondo dell’intrattenimento contemporaneo. In particolare, nel caso specifico, di quanto il potere dei social sia talmente tanto grande da fungere da cassa di risonanza per un prodotto in cui – in un modo o nell’altro, i lettori si sono riconosciuti senza neanche avere la garanzia di un nome noto (Erin Doom, nome di fantasia, è diventata famosa solo successivamente). Qualcosa che il pubblico più giovane, che non necessariamente si aggrappa a brand e nomi altisonanti, è disposto ad accettare e ad accudire nella propria nicchia.

I fenomeni di oggi nascono e crescono nelle nicchie dei social, TikTok in particolare, e viene da domandarsi se senza queste piattaforme il romanzo di Erin Doom sarebbe emerso oppure avrebbe vissuto la sua vita semplice in qualche angolino del web. Perché pure se non cambierà il cinema, Fabbricante di lacrime ci lascia con una riflessione importante: che ogni generazione ha i suoi luoghi d’elezione in cui nascono e crescono le idee, con la differenza che oggi sta diventando tutto molto più veloce e flessibile rispetto a qualche anno fa. Il fatto che il cinema italiano abbia guardato a un fenomeno del genere cercando di dare al progetto un’impronta internazionale è qualcosa da non sottovalutare.

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Classe 1990, Federica Marcucci è una critica cinematografica. Si laurea nel 2013 in Lettere Moderne presso l’Università di Perugia per poi conseguire la laurea magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso l’Università di Bologna nel 2016. Dal 2015 scrive di cinema e realizza interviste per GingerGeneration.it. Si occupa anche di copywriting e nel corso del tempo ha collaborato con diverse realtà tra cui Cinefilia Ritrovata, TvSerial.it e Wired.