Dubbio e scoperta. Tra le prime amorose passioni e la scoperta della propria psiche, l’adolescenza è tutt’oggi una delle fasi più complesse, stratificate e affascinanti della condizione umana. Letteratura, mitologia e cinefilia nel corso del tempo hanno lasciato testimonianze immutabili sulla trasformazione dei giovani negli adulti del domani. In ambito puramente cinematografico, il tema è arrivato a toccare perfino la malattia, che oltre ad essere un valido espediente a livello di scrittura, è un efficace elemento emotivo in grado di avviare la catarsi negli spettatori durante la visione.
Tra questi vi è il lungometraggio del 2014, diretto da Josh Boone, Colpa delle Stelle. L’adattamento dell’omonimo libro scritto da John Green nel 2012, ha raggiunto un grande successo presso il grande pubblico grazie anche all’immedesimazione nelle vicende dei suoi protagonisti, facendone uno dei migliori teen drama degli ultimi anni. Per celebrare il suddetto film, ecco a voi altri 5 importanti pellicole che hanno segnato la storia del genere.
1. Il tempo delle mele (1981)
Parigi. Vic è una ragazza di 13 anni che frequenta le scuole superiori. Un giorno conosce il suo primo grande amore, Mathieu: Insieme alle prime emozioni e alle prime gelosie arrivano anche i primi conflitti con i genitori François, dentista, e Françoise, illustratrice.
Una commedia Umana raccontata con tatto e poesia nel tratteggiare il confronto generazionale tra il mondo dei ragazzi\figli (dominato dal principio di piacere, leggerezza, incostanza, vitalità, speranze, sogni ad occhi aperti) e il mondo degli adulti\genitori (dominato dal principio di realtà, concretezza e cinismo) soprattutto sul piano sentimentale, dove talvolta i due mondi collidono e si toccano. Grandissimo cult del cinema francese, dove la metafora della mela si unisce alle celebri note di Reality. Il film, aldilà di alcune ingenuità figlie del suo tempo, e di un pizzico di nostalgia, rappresenta l’influenza degli anni ottanta sulle mode adolescenziali senza cadere nello stucchevole, ma librandosi in mezzo ai sogni.
2. Sposerò Simon Le Bon (1986)
La giovane Clizia, sedici anni appena, è iscritta al liceo Berchet di Milano. La ragazza è una fan sfegatata dei Duran Duran ed è innamorata persa del cantante, Simon Le Bon. Quest’ultimo si esibirà al Festival di Sanremo e Clizia, eccitata dalla notizia, decide di partire per la città dei fiori in compagnia dell’amico Alex, che prova qualcosa per lei, nella speranza di poterlo conoscere. Ma non tutto andrà come previsto.
Tratto dall’omonimo romanzo di Clizia Gurrado in seguito alla sua passione spasmodica per il gruppo musicale più in voga di quel periodo, e per il suo leader che fu oggetto del desiderio di tantissime ragazzine. Il film non brilla per recitazione e sceneggiatura, ma offre un interessante spaccato della Milano di metà anni ottanta. Tra paninari, colori sgargianti e la colonna sonora dei Duran Duran, non riscontrando un grande successo al botteghino, la pellicola è diventata un grande classico di genere grazie ai continui passaggi televisivi, capace di attirare le generazioni protagoniste di quegli anni sia i neofiti. Un classico italiano tutto da scoprire.
3. The Dreamers – I Sognatori (2003)
Parigi, 1968. Matthew è un giovane studente americano con la passione per la cinematografia che si trasferisce nella capitale francese per apprendere la lingua, mentre nelle strade si accendono i moti rivoluzionari del maggio. Un giorno all’interno della Cineteca Nazionale, egli si imbatte negli estroversi gemelli Theo e Isabelle che lo invitano a trasferirsi nella loro dimora. Qui tra una tensione sessuale sempre più crescente e continui giochi mentali, si instaurerà un rapporto complesso.
Tra omaggi alla storia del cinema, battaglie sessantottine e Nouvelle Vague, il cult di Bernardo Bertolucci basato sul libro di Gilbert Adair, è una pellicola nostalgica, legata alla scoperta del regista per il Sessantotto cinematografico e alla nascita di una corrente pronta a sfidare le menti e le morali ristrette del periodo: La “claustrofilia”. Il piacere di stare in uno spazio chiuso, una scatola cinese a metà strada tra realtà e sogno, dove tre ragazzi entrati nell’appartamento adolescenti ne usciranno adulti.
Attorno a loro la contestazione nei confronti della quale si porranno con esiti e atteggiamenti differenti e della quale, la rinascita dei loro corpi, come appena usciti dal bozzolo, ne rappresenta la prorompente carica di innovazione e libertà. Un’opera sfaccetata che sprigiona tutto l’amore per la settima arte. Magmatico e torrenziale sul piano emotivo quanto feroce nella messa in scena di una visione dell’apprendistato sessuale, una piena bulimia giovanile di sesso, immagini, arte ed esperienza tout court.
4. Forever Young – Les Amandiers (2022)
Stella è una ragazza benestante che sogna di fare l’attrice. Insieme ad altri dodici giovani, viene ammessa alla celebre scuola teatrale l’Ecole des Amandiers di Nanterre diretta dal celebre Patrice Chéreau. All’interno degli spazi teatrali, tra gioie e tormenti degli aspiranti giovani artisti, si mescolano ambizioni, gli amori, le passioni carnali e la sperimentazione delle droghe, che se da un lato sono aspetti essenziali della recitazione, dall’altro causano grandi drammi.
Presentata alla 75esima edizione del Festival del Cinema di Cannes, l’opera semiautobiografica di Valeria Bruni Tedeschi nella magica evocazione del suo cinema, si trasforma in un affascinante e nostalgico gioco meta – cinematografico nella Francia degli anni ottanta. Tra solitudine, fragilità, leggerezza dell’essere teatranti, la libertà spirituale e sessuale, così come l’alleggiante fantasma dell’AIDS. Un Coming of Age sporco ma estremamente vivo, dove l’amore si declina in varie forme: Romantico, tossico, procreatore. In cui ci si innamora della pura essenza della persona attraverso le arti sceniche, e del suo sofferto e “necessario” percorso verso l’affermazione individuale e artistica.
5. A un metro da te (2019)
Stella e Will hanno 17 anni, sono appena due ragazzini quando si incontrano si innamorano a prima vista, ma in loro cresce un sentimento molto forte che sembra essere più maturo della loro età. Sembrano dei ragazzi qualunque, ma le loro vite non sono come quelle di tutti i comuni ragazzi della loro età. Allo stesso modo, la loro storia d’amore non somiglierà alle storie d’amore dei loro coetanei.
Dopo essersi ispirato al racconto di un amico malato terminale, e anche dall’omonimo libro scritto da Mikki Daughtry e Tobias Iaconis, l’ex attore Justin Baldoni alla sua prima prova registica, associa lo slancio sentimentale e sessuale alla morte in un processo atavico. Dove eros e thanatos difficilmente sono contestabili nella loro efficacia drammaturgica e nella loro potenza evocativa. Con garbo e senza rinunciare all’umorismo, la storia d’amore che segue i topos narrativi alla Romeo e Giulietta, prende le sembianze della fibrosi cistica, condannando i suoi protagonisti ad un destino avverso. Un film dove l’insegnamento al respiro e al tatto è più prezioso di qualsiasi pensiero o azione quotidiana, aldilà del target adolescenziale a cui esso principalmente si rivolge.