Non è di certo un cinema sulla bocca di tutti quello di Stefano Chiantini. Scorre sottotraccia, un po’ ai margini del discorso critico come lo sono – ai margini – i protagonisti delle sue storie. Uomini e donne comuni dal vissuto caratteristico, che Chiantini mette di fronte a una prova difficile così da costringerli a un’evoluzione emotiva su cui comporre parabole universali – e quindi, per definizione, senza tempo – sulla vita e i suoi percorsi. Un cinema umano che da Isole a Una Madre, passando per Storie Sospese, Naufragi e Il Ritorno non intende smettere di emozionarci. In questo non fa eccezione l’ultimo lavoro di Chiantini, Come gocce d’acqua, dal 5 giugno al cinema con BiM Distribuzione, che come nei suoi precedenti lungometraggi ha nell’amore il filo conduttore del racconto.

La storia di Come gocce d’acqua è quella di una figlia e di un padre: Jenny (Sara Silvestro) e Alvaro (Edoardo Pesce). Lei una giovane promessa del nuoto, lui un uomo silenzioso dal cuore ruvido che viaggia per tutto il Lazio a bordo del suo camion e a casa non c’è praticamente mai. Il loro è un rapporto idilliaco fino a quando Alvaro lascia Margherita (Barbara Chichiarelli), la madre di Jenny, per un’altra donna, Desirèe (Giorgia Spinelli), causando una profonda frattura con la ragazza. Ma quando Alvaro viene colto da un malore che lo costringe a cure e assistenza quotidiane, Jenny non riesce a voltargli le spalle. Quella che in apparenza sembrerebbe essere una situazione difficile da accettare e gestire, si rivelerà invece un’occasione per provare a rinascere e crescere insieme, proprio come una famiglia.

Come gocce d’acqua
Genere: Drammatico
Durata: 97 minuti
Uscita: 5 Giugno 2025 (Cinema)
Regia: Stefano Chiantini
Cast: Sara Silvestro, Edoardo Pesce, Barbara Chichiarelli

L’Amore sopra ogni cosa

Sara Silvestro in una scena del film
Sara Silvestro in una scena del film – ©BiM Distribuzione

L’amore, dicevamo: quello di una figlia verso il padre, di un padre verso la figlia, quello che si potrebbe perfino definire egoistico – ma non per questo privo di purezza e importanza – verso sé stessi. Il carattere “da parabola” di Come gocce d’acqua sta proprio nel modo in cui l’incidente dettato dal caso (e opportunamente calibrato dalla sceneggiatura di Chiantini) finisce con il travolgere le vite di Alvaro e Jenny. Perché è su quell’incidente, nelle sue dirette e immediate conseguenze, che Chiantini dà forma a una narrazione di carattere universale. Una straordinaria occasione per raccontare d’amore nel modo in cui questo permette ai suoi protagonisti – e a noi con loro – di combattere, resistere e ricominciare a vivere nonostante tutto.

Basterebbe soltanto questo per dirvi di vedere Come gocce d’acqua, ma c’è molto di più. Come l’occhio registico di Chiantini, il cui stile riflessivo tradotto in immagini fredde, silenziose, dai colori tenui e dalla luce naturale permette all’autore di raccontare di Jenny e Alvaro attraverso le dinamiche psicologiche, i percorsi emotivi e i cambiamenti fisici. Evoluzioni di cui Chiantini ci mostra, più che la rappresentazione dell’azione nella sua parte immanente, quella dell’anima, celata all’occhio e immersa nel silenzio e nel tempo.

Un film da scoprire

Edoardo Pesce in una scena di Come gocce d'acqua
Edoardo Pesce in una scena di Come gocce d’acqua – ©BiM Distribuzione

Grande merito, in questo senso, alle prove di Pesce e Silvestro (in quest’ordine). Agenti scenici portatori sani di talento purissimo e dall’alchimia straripante, a cui Chiantini affida una narrazione certamente difficile, dura e intensa nella sua carica emotiva dolcemente melodrammatica. Uno sviluppo armonioso che viene in parte smorzato da componenti dialogiche che ci appaiono meno corpose del previsto per un’opera di simile portata artistica. Piuttosto asciutte e secche nel suo romanesco de-romanticizzato, ma non per questo prive di naturalezza e verità.

D’altra parte, Come gocce d’acqua è un film autentico. Un’opera toccante, intelligente e profondamente vera, per certi versi gemellare a quell’assoluto gioiello filmico di Storia di una notte di Paolo Costella nella gestione della cura emotiva, che nel parlare d’amore e di scelte e responsabilità ci ricorda quanto possano essere intensi i legami che creiamo lungo il nostro cammino – ma soprattutto di come a volte, anche quando tutto ci appare buio, sia possibile scorgere la luce se forti abbastanza da aspettare il momento giusto. Come gocce d’acqua è un film splendido che vi resterà dentro, una piacevole sorpresa da vedere a ogni costo.

Conclusioni

7.5 Commovente

Al suo ottavo film, Stefano Chiantini spicca definitivamente il volo raccontando attraverso il suo cinema umano e profondamente emotivo una storia di carattere universale. Un'opera su individui semplici, dalle vite ordinarie, a cui il destino mette di fronte prove impossibili. Edoardo Pesce si conferma uno dei più straordinari interpreti della sua generazione, ma è Sara Silvestro a bucare lo schermo. Come gocce d'acqua è una piacevole sorpresa che merita tutto il vostro tempo. Un film intenso, dolce e profondamente vero.

Pro
  1. Le interpretazioni dei due protagonisti
  2. La regia rigorosa di Stefano Chiantini
  3. La sensibilità e la cura emotiva che emergono in ogni scena
Contro
  1. La colonna sonora è un po' ingombrante e "caricata" in certi momenti
  2. Il romanesco dei dialoghi spezza, in parte, le atmosfere sceniche
  • Voto ScreenWorld 7.5
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Classe 1989, si è innamorato del cinema con Jurassic Park e da allora non ne può più fare a meno. Scrive per necessità e continua a credere che la vita sia come un film di Billy Wilder.